Termini Imerese, famosa cittadina fondata dai Cartaginesi in provincia di Palermo, ospita il Carnevale più antico della Sicilia e fra i più antichi d’Italia. Ogni anno nel periodo carnascialesco si assiste alla tradizionale sfilata dei carri allegorici, le cui principali maschere sono U Nannu e A Nanna, due personaggi in cartapesta realizzati nell’800 che rappresentano rispettivamente l’uno la personificazione del Carnevale e l’altra la Quaresima. I festeggiamenti si svolgono a Termini Alta e a Termini Bassa e si concludono il martedì grasso con la tradizionale lettura del Testamento e con il rogo del Nannu.
Il carnevale di Termini Imerese: un viaggio tra storia e cultura
Il Carnevale di Termini Imerese vanta origini antichissime infatti fu fondato addirittura alla fine del 1800 dai napoletani che, a causa dei gravi tumulti popolari, si trasferirono in Sicilia al seguito dei Borboni.
I Napolitì, come vennero chiamati i napoletani grazie alla loro naturale cordialità, alla loro proverbiale indole allegra e cameratesca, solo in un secondo momento si stabilirono a Termini Imerese, in una povera borgata ora denominata “Porta Palermo” dove ancora oggi si trova appunto via Napolitì, così intitolata proprio in ricordo degli antichi abitanti.
Ben presto i nuovi arrivati si amalgamarono con la gente del posto e, in coincidenza del periodo carnascialesco, diedero vita a feste e divertimenti che coinvolsero in un primo momento solo gli abitanti del quartiere, per lo più pescatori e contadini, ma che successivamente si estesero a tutti i concittadini, per cui i festeggiamenti si allargarono a tutta la città.
In passato il Carnevale si svolgeva nell’arco di un intero mese, infatti alla fine dell’Epifania il suo inizio era annunciato dal suono della “brogna” e si svolgeva nei quattro giovedì (quattru joviri) detti rispettivamente: giovedì dei parenti, giovedì delle comari, giovedì del diavolo (du zuppiddu) e giovedì grasso.
Le origini ottocentesche del Carnevale Termitano sono sicuramente attendibili e addirittura documentate da diverse fonti storiche, come ad esempio la ricevuta di pagamento del valore di Lire una, datata 1876, da parte della Società del Carnovale a Giuseppe Patiri, uno studioso di tradizioni popolari.
Il documento è stato rinvenuto durante le attività di ricerca delle tradizioni del Carnevale Termitano ed è stato esposto al pubblico nel 1998, nel corso di un’esposizione sul Carnevale Antico.
Un’altra ricevuta di Lire due, pagata al signor Francesco Allegra e datata 11 febbraio 1882, è invece in possesso del professor Salvatore Mantìa .
Un riconoscimento significativo alla valenza culturale del Carnevale Termitano è stata l’emissione del francobollo celebrativo del valore di 0,70 € da parte di Poste Italiane in data 4 febbraio 2013 che raffigura lo stemma della città, stelle filanti e, sullo sfondo di Monte Calogero, un carro allegorico con i personaggi tradizionali del Carnevale.
Il francobollo, dedicato appunto al Carnevale di Termini Imerese, fa parte della serie Il Folklore Italiano. Qualche anno dopo, il 2 aprile 2017, nella ricorrenza del centenario della morte di Giuseppe Patiri, Poste Italiane ha emesso uno speciale annullo.
I principali eventi del Carnevale Termitano
Oggi il Carnevale di Termini Imerese si svolge principalmente nelle giornate che vanno dal sabato al martedì grasso. Come da tradizione, la domenica mattina il sindaco consegna le chiavi della città ai veri protagonisti del Carnevale Termitano: u Nannu ca Nanna, in una cerimonia che segna l’inizio dei festeggiamenti e che ogni anno coinvolge tutta la città e attira molti turisti da tutta Italia.
U Nannu, maschera che personifica il Re Carnevale, è un personaggio dal carattere bizzarro, gentile con donne e bambini a cui lancia caramelle e dolciumi ma quasi offensivo con i resto degli spettatori.
Piuttosto basso di statura e avanti negli anni, è allegro ed ha un aspetto curato ed elegante: il costume del Nannu è composto da pantaloni beige, giacca damascata, gilet e bavaglino in merletto.
I suoi abiti furono confezionati nel 1975 dalle sorelle Adelfio, rispettivamente moglie cognata del cavaliere Ignazio Casamento, responsabile della pro Loco, che acquistarono personalmente le pregiate stoffe.
Una particolarità del Carnevale di Termini Imerese, che lo rende unico in tutta la Sicilia, è la presenza, accanto alla figura maschile du Nannu, di quella femminile da Nanna.
Questo personaggio ha l’aspetto di una vecchia piuttosto alta e magra che, secondo Giuseppe Pitrè, incarna la Quaresima.
Anche i vestiti da Nanna furono confezionati a mano dalle sorelle Adelfio: il costume è formato da un vestito rosa e grigio a cui è abbinato un cappellino impreziosito con merletto e fiori, un foulard a proteggere il collo.
La biancheria intima consiste in mutandoni e reggiseno.
Le sfilate dei cosiddetti Carruzzati, cioè dei carri allegorici, e quelle dei gruppi di ballo in maschera per le vie della città seguono percorsi che si snodano sia a Termini Alta che a Termini Bassa, e sono accompagnati da musica folkloristica, coriandoli, stelle filanti e profumo di frittelle, che concorrono a creare un clima di divertimento e ilarità.
Un momento di particolare allegria è rappresentato dalla lettura del Testamento morale del Nannu, affidata ad un’altra figura tipica del Carnevale di Termini Imerese: il notaro Menzapinna, così soprannominato per la sua abitudine di scrivere le parole a metà!
Questo personaggio è stato ideato da Nando Cimino, autore del testamento.
In passato il Testamento veniva letto due volte, una a Termini Bassa e un’altra a Termini Alta, davanti al palazzo municipale: era un momento molto atteso da tutti per l’ilarità che suscitavano gli sberleffi indirizzati ai maggiori esponenti della società locale. Oggi sono presi di mira personaggi più popolari a livello nazionale, d’altra parte il pubblico odierno è molto più vasto e variegato che in passato.
Il momento più triste che conclude i festeggiamenti carnascialeschi è rappresentato dall’Abbruciatina du Nannu, cioè dal rogo du Nannu che simboleggia la purificazione dell’anno passato e prepara alla Quaresima, il tutto nella splendida cornice dei tradizionali giochi pirotecnici.
Non è da trascurare, in questo clima carnascialesco, l’aspetto gastronomico che propone piatti tipici della cucina locale, fra cui ad esempio i Maccarruna ‘nda maidda, dolci ed altre gustosissime specialità accompagnati dalla degustazione di vini locali.