Festa del Santissimo Crocifisso di Calatafimi

    Calatafimi, piccolo comune con poco meno di 7.000 abitanti, sorge nell’incantevole palcoscenico collinare offerto nella zona di Segesta. Questa terra ridente e lussuriosa è famosa per il buon cibo, il clima mite, la calorosa accoglienza ma soprattutto il rispetto delle tradizioni popolari. Tra i festeggiamenti più suggestivi spiccano quelli in onore del Santissimo Crocifisso, che si compiono ogni 3-7 anni. L’insolita periodicità ha subito diversi rimaneggiamenti nel corso della storia, volti ad assicurare sfilate sempre più ricche, opulente e sfarzose. L’attuale manifestazione, seppure in chiave religiosa, è infatti un inno alla primavera, oltre che un tributo alla variopinta società sicula.

    Il Crocifisso Miracoloso ed i Ceti delle origini

    Le origini della Festa del Santissimo Crocifisso risalgono al 1657, anno in cui la statua lignea conservata nella chiesa di Santa Caterina fu al centro di numerosi miracoli. Secondo i resoconti ufficiali, il primo testimone degli eventi fu un certo Giuseppe Fontana, mastro che ebbe l’onore di assistere anche alla successiva nascita del culto. Il devoto, che si era recato in chiesa per pregare, trovò la statua del Cristo distesa sul pavimento, con un braccio rotto. Non potendo far molto, rimise in posizione la figura e provò a fermarla usando un nastro di colore azzurro. La statua venne in seguito toccata da un malato che finì per essere graziato con la remissione subitaea ed inspiegabile della malattia. Dopo aver ipotizzato un intervento divino dietro lo strano accadimento, Fontana portò la “zagarella” azzurra alla propria moglie, afflitta da possessione diabolica. Pare che il laccio ebbe un effetto portentoso e riuscì a liberare la donna dal male che l’attanagliava. Ben presto, il Cristo responsabile di tali miracoli divenne punto di riferimento per i calatafimesi, che vollero omaggiarlo con manifestazioni e parate ad hoc. Inizialmente i festeggiamenti si tenevano a Giugno, in seguito vennero però spostati a Maggio poichè l’arrivo della primavera garantiva abbondanza di primizie ed un clima ideale. Secondo l’antropologo Giuseppe Pietrè, dal 1600 fino al 1800 i riti si svolgevano una volta ogni 10 anni. Successivamente, però, tale intervallo di tempo fu dimezzato e così rimane sino ad oggi. In parte spariti nel corso dei secoli, ad animare le sontuose sfilate vi erano i “Ceti”, gruppi che rappresentavano le diverse fasce della popolazione. Innocenti, Schetti, Carbonari e Picciotti sono diventati poco per volta ricordi evanescenti, mentre La Maestranza, I Borgesi, La Sciabica ed I Cavallari risultano ancora attrazioni di punta. La Maestranza rappresentava la milizia urbana ed i suoi membri, soggetti ad un particolare statuto, erano i difensori della comunità. Ciascuno di essi svolgeva compiti ben precisi ma tutti erano abili nello scrutare i segnali che indicava lo lo stato di assedio da parte dei turchi. I Borgesi erano invece i coltivatori, confratelli che ancora adesso si prodigano per rendere impeccabili tutti gli eventi di carattere religioso. Mentre alla Sciabica apparteneva ogni soggetto non rappresentato da uno specifico Ceto, ai Cavallari aderivano ed aderiscono i devoti a Maria S.S. di Giubino, che viene venerata sin dal 1655.

    Dal 1 al 3 Maggio un susseguirsi di appuntamenti

    I festeggiamenti ufficiali iniziano a Maggio e sono caratterizzati da parate, giochi pirotecnici ed eventi musicali. Va però sottolineato che, già a partire da Aprile le strade del paese vengono interessate da numerose esibizioni, che hanno una funzione preparatoria alla festa patronale. La comunità assiste alla “mostra” e alla “prova” dei Ceti, a raduni automobilistici ed anche a spettacoli di animazione per bambini. Sono inoltre numerosi gli show itineranti, nei quali si esibiscono mangiatori di fuoco, marionette, sbandieratori, mimi, acrobati, cantanti ed artisti di varia forgia. Esattamente alle 7:00 del mattino del 1 Maggio, il paese si sveglia con lo scampanio dei sacri bronzi, al termine del quale avviene lo sparo dei mortaretti. Le campane vengono suonate a mano da alcuni giovani devoti, che perseverano per 20 minuti circa. A partire dalle ore 9:30, la comunità viene allietata dal passaggio della banda musicale, mentre alle 11:30 ha inizio la Messa presso la chiesa del Ss. Crocifisso. Dalle ore 15:00 alle ore 16:30 ha invece luogo la sfilata folkloristica in omaggio al Santissimo Crocifisso, durante la quale fanno la loro comparsa sia i Ceti maggiori che quelli riuniti: La Maestranza, i Borgesi di San Giuseppe (“Sanciusippàri”), gli Ortolani, i Mugnai, i Cavallari, i Caprai ed i Pecorai. L’omaggio dei Borgesi è invece previsto alle ore 18:00, dopo la Santa Messa, mentre alle 19:30 il carro dei Massari distribuisce i “cucciddàti” a tutti i partecipanti. Conclude la giornata il Ceto dei Commercianti, che offe uno spettacolo pirotecnico in via Beato Arcangelo Placenza. Il programma appena visto si ripete anche il giorno successivo, esattamente agli stessi orari, mentre il 3 Maggio Calatafimi viene interessata da due processioni. La prima, detta “sacro-allegorica”, inizia alle ore 14:30 e viene seguita dalla banda musicale. La seconda, che ha come protagonisti il simulacro di Maria Ss. di Giubino e quello del Santissimo Crocifisso, ha inizio alle ore 20:00. Durante questa manifestazione sacra intervengono i membri del clero, i fedeli, le autorità istituzionali, i Ceti, ma anche le due bande musicali di Segesta e quella di Castellammare del Golfo. Alle ore 24:00 in punto, la popolazione viene deliziata infine da prolungati e spettacolari giochi d’artificio, gentilmente offerti dal “Comitato Permanente”.

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