Festa di Alfio, Filadelfio e Cirino

    San Fratello, paesino perimetrato da un incantevole bosco incontaminato, si affaccia sulle acque del Mar Tirreno. In questo lembo di terra sicula, dove si parla un antico dialetto gallo-italico, vennero anticamente rinvenute le ossa dei santi Alfio, Cirino e Filadelfio. A loro è attualmente dedicata una kermesse molto sfarzosa, fatta di pellegrinaggi, tridui, sfilate a cavallo, processioni, scampagnate e giochi pirotecnici. I festeggiamenti ufficiali hanno luogo il 10 Maggio e sono preceduti sia da eventi di stampo religioso che da manifestazioni d’impronta folkloristica. Ciò che rende gioviale la festa è però un sontuoso banchetto in campagna, al quale partecipa l’intera comunità.

    Apollonia, le dominazioni ed il culto dei Santi Alfio, Filadelfio e Cirino

    La devozione nei confronti di Alfio, Filadelfio e Cirino, ha origini antichissime, che risalgono al medioevo. Eppure Apollonia, antico nome di San Fratello, suggerisce che il paese possa vantare radici pagane. Tutto vero. La statua di Apollo, qui deposta e venerata dai greci nel periodo precristiano, venne trafugata dai romani, che dominarono il territorio per circa un secolo. Una politica incapace di valorizzare i numerosi pregi di questa terra, finì tuttavia per provocarne l’abbandono, oltre alla conseguente perdita di urbanizzazione. Nonostante sorga in un’area segnata da numerose frane, San Fratello è immersa nell’incantevole panorama offerto del Parco dei Nebrodi, che ha ingolosito le mire espansionistiche normanne. La genesi di questo paese, così come oggi appare, è attribuibile proprio ad un ripopolamento operato dai migranti settentrionali. Le architetture di carattere religioso sono numerose e manifestano i segni di una società plasmata da diverse dominazioni. La chiesa Maria Santissima delle Grazie, ad esempio, è di chiara impronta barocca. Quella dedicata ai Tre Patroni, rivela invece linee normanne. Un secolo fa, la Festa dei Santi Patroni iniziava alle ore 9:00, con due processioni che avvenivano in contemporanea. Una partiva dalla chiesa di San Nicolò mentre l’altra da Santa Maria. L’una terminava la propria corsa sul Monte Vecchio, mentre l’altra sul Monte Nuovo. Tra le due parrocchie, tuttavia, sussisteva un certa lotta interna per il possesso delle ossa dei Santi, reliquie dal valore inestimabile. Il simulacro di San Filadelfio, Re indiscusso della processione devozionale, veniva trasportato a spalla dai devoti, che con coraggio ed invidiabile tenacia risalivano una ripida stradina. Oggi, quelle stesse braccia che sorreggevano la statua, sono state sostituite da una speciale automobile. Ciò non deve però trarre in inganno, poiché la misura adottata mira a rendere la processione più composta, sicura ed organizzata. I partecipanti alla Festa dei Santi Patroni sono infatti migliaia, provenienti dall’intero comprensorio e dalle diverse regioni d’Italia. Più di 60 anni fa, inoltre, alla manifestazione fu aggiunta un’elegante sfilata equestre che, nel corso del tempo, si è trasformata nell’attrazione di punta.

    Dal Triduo di preparazione alla Festa dei Fratelli Martiri

    I Patroni di San Fratello nacquero tutti a Vaste, una piccola frazione di Poggiardo, comune del Leccese. La loro intensa fede li condusse lungo la via dell’evangelizzazione, che si concluse però con un martirio, avvenuto a Lentini nel 253 d.C. Al loro coraggio la popolazione dedica un Triduo di preparazione, che inizia il 7 Maggio alle ore 17:30, con la recita di un Rosario ed una speciale “Coroncina”. Il 9 Maggio, vigilia di festa solenne, i devoti si raccolgono in Piazza Convento, dove ad attenderli vi è un alto prelato. Segue la Messa alle ore 18:00, quindi la processione per le vie del paese, durante la quale vengono trasportati i simulacri dei Santi. L’itinerario si snoda in diversi punti, tra di essi Portella, S. Latteri, Milano e Di Giorgio. Il 10 Maggio, la giornata si apre alle ore 8:30, con la celebrazione di due messe in contemporanea, una presso la Chiesa Madre ed una presso quella di Sant’Antonio. Alle ore 9:30, sia le reliquie dei Santi che il simulacro di San Filadelfio vengono condotti in pellegrinaggio verso il Santuario basiliano, dove prende vita una nuova Celebrazione Eucaristica. Questa volta, i fedeli seguono un percorso più lungo che, pur partendo sempre da Piazza Convento, passa attraverso Telegrafi, Selva, Maurolico, Gioberti, Roma, Normanni e Statale. Ad allietare il cammino dei pellegrini vi sono la banda “San Benedetto il Moro” e la “Fanfara dei Giudei”, un gruppo formato da giovani agghindati tutti con maglie di colore rosso. Si associano poi i cavalieri ed i loro maestosi cavalli, che percorrono al galoppo l’ultimo tratto di salita. Giunti sulla sommità, gli intervenuti prendono parte ad una gigantesca scampagnata, dove sia gli autoctoni che i turisti vengono rifocillati. In questa sede vengono offerti prodotti locali e bevande di ogni tipo, necessari sia al recupero delle energie che al successivo viaggio di ritorno. Le famiglie giunte sul Monte, si riuniscono per degli scatti fotografici ed una passeggiata a cavallo, dopo la quale, alle ore 14:30, si organizzano in una nuova processione. La giornata si conclude infine con la Messa Solenne presso la Chiesa Madre e gli immancabili giochi pirotecnici, che allietano la serata di grandi e piccini. Molte polemiche sono piovute su questa manifestazione, soprattutto negli ultimi anni, poiché la lancetta dell’attenzione sembra spostarsi sempre di più sulla sfilata equestre. Sebbene sia innegabile un’attenzione particolareggiata nei confronti dei cavalli e dei loro fantini, la Festa dei Fratelli Martiri rimane una manifestazione dal forte carattere religioso, che si concretizza principalmente nel Triduo preparatorio.

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