Festa di li Schietti

    Tra le mete turistiche da sogno, capaci di coniugare pluralità etnica, bellezza del territorio e rispetto delle antiche tradizioni, Terrasini, piccolo comune del Palermitano, primeggia indisturbato. Questa landa viva e soleggiata, contraddistinta da spiagge paradisiache e fermento culturale, attira da sempre gli amanti delle forti emozioni, che rimangono estasiati nel partecipare alla “Festa di li Schietti”. La suggestiva manifestazione, unica nel suo genere e per questo interessante, è motivo di grande orgoglio per i terrasinesi, che dal 1977 hanno persino deciso di esportarla a Detroit, negli States. L’evento viene rinnovato ogni anno grazie al duro lavoro di uno specifico comitato, quello della “Dubitazione”.

    Riti di passaggio e fusione tra cristianesimo e paganesimo 

    La “Festa di li Schietti”, detta anche Alborata o “Signuri di li schietti”, poiché si tiene il giorno della Resurrezione del Signore, ha origini che risalgono alla fine del 1800. Non si tratta quindi di un rito antichissimo, ma vanta sicuramente delle forti influenze pagane. Analizzando alcuni passaggi, infatti, pare di assistere ad una celebrazione che omaggia il solstizio di primavera, per le sue primizie, la sua fecondità e la ripresa della vita. Protagonista dell’evento, ed al contempo testimone di destrezza, l’albero simboleggia proprio questa fertilità imperitura, che segue cicli prestabiliti. Lo spettacolo si apre con il taglio di un melangolo, cui segue un sontuoso banchetto a base di prodotti tipici locali (sarde, castrato, salsiccia, olive, formaggi, vino, mandarini, arance). La “manciàta”, o mangiata, è un banchetto che unisce non soltanto gli autoctoni ma anche gli abitanti dei comuni limitrofi ed i turisti provenienti da tutto il mondo. Tale momento di convivialità ha un elevato potere aggregante ed è la perfetta parafrasi dell’animo dei terrasinesi: accoglienti, gioviali e festosi. L’arancio amaro non è scelto a caso tra i tanti agrumi coltivati in Sicilia, ad esso la tradizione lega proprietà mediche, fitoterapiche e miracolose, capaci di garantire persino la salute delle gestanti. Dopo aver trasportato l’albero su di un carretto trainato da un cavallo bardato a festa, gli “schietti”, ossia i celibi, devono cimentarsi nella “Alzata”. Con il palmo della mano devono riuscire a trattenere l’albero in aria, senza farlo cadere. Chiaramente, il gesto serve a mostrare vigore, mascolinità, non a caso è riservato a chi non ha ancora conquistato il cuore di una fanciulla. L’Alzata è quindi un vero e proprio rito di passaggio, dalla leggerezza della fase adolescenziale all’entrata nell’età adulta. Almeno simbolicamente, poiché i membri che partecipano alla sfida sono uomini di tutte le età. In tempi più remoti, le fronde degli aranci venivano adornate di piccoli formaggi a forma di agnelli, detti “ainèddi”. Ciò non stupisce, visto che la festa avviene durante la Domenica di Pasqua, che è proprio il giorno dell’Agnello. Il cristianesimo, perciò, con questa manifestazione dal sentore pagano ha un legame innegabile: il gesto eroico di Gesù, infatti, induce ad un cambio emotivo, dall’inverno della Passione alla primavera della Pasqua. L’Alzata alla Zita, che si esegue durante il giro domenicale, anticamente prediceva ai futuri suoceri che un giovane aveva intenzione di sposare la figlia. Il gesto, così bello e significativo, è rimasto inalterato nei tempi e rappresenta il cuore pulsante della stessa sfilata. 

    Cronaca di un evento unico nel suo genere

    Come premesso, “Lu Signuri di li Schietti” si snoda in due giornate, il Sabato Santo e la domenica di Pasqua. Durante la prima giornata, gli “Schietti”, facenti parte del comitato della “Dubitazione”, si dirigono verso il giardino di Contrada Paternella, “comodamente” seduti sul retro di un autocarro. Durante il breve tragitto gli uomini scherzano, ridono e, quando finalmente giungono a destinazione, scendono dal mezzo per correre a scegliere il loro melangolo. Dopo aver serrato la pianta gradita, dal peso di circa 50 kg, in aperta campagna i terrasinesi allestiscono un particolare banchetto, la mangiata, nel quale vengono servite prelibatezze di ogni tipo. La folla intervenuta viene deliziata anche dall’esibizione di gruppi folkloristici locali, con balli e canti che rallegrano la festa e chiudono la giornata in bellezza. La domenica, l’arancio precedentemente serrato viene rivestito di tessuti colorati, fiocchi vaporosi e “ciancianèddi” (sonagli), quindi portato in piazza davanti la Chiesa Madre. Alle 8:30 del mattino, sul sagrato del Duomo Maria SS delle Grazie, il prete benedice i devoti e l’albero vestito a festa viene caricato su di un carretto siciliano, così da farlo sfilare per le vie del paese. Durante il suo giro, avviene la cosiddetta “Alzata alla Zita” (saluto alla fidanzata), mentre sui balconi si riversano numerosi spettatori. Alla parata partecipano danzatori, figuranti in abiti nobiliari, trombettieri e l’immancabile banda musicale, che per l’occasione mostra tutto l’estro possibile. Alle 15, invece, in Piazza Duomo ha inizio l’evento centrale della manifestazione, ossia la famosa gara di resistenza che vede coinvolti gli scapoli. Uno alla volta, gli uomini afferrano l’arancio, portano la base del tronco sul palmo della propria mano e tentano di tenerlo fermo in aria il più a lungo possibile. Com’è intuibile, l’albero cade giù più e più volte, ma non perde vigore, poiché caratterizzato da una struttura forte e robusta. Inoltre, secondo il rigido copione dell’evento, prima di essere infiocchettata, la pianta subisce “L’Innesto”, un avvolgimento del tronco fatto con chiodi e fasce metalliche, che di fatto lo rendono indistruttibile. Grazie a tale espediente, non si corre il rischio di trasformare la parata in una scena dell’orrore, con schegge di tronco che potrebbero ferire alle mani i concorrenti. A fine competizione, comunque, vengono premiate soltanto tre persone, quelle che hanno totalizzato il punteggio più alto. Terminata la prova di virilità, alle ore 22 circa inizia l’immancabile spettacolo in piazza, fatto di musica, cabaret ed intrattenimento variegato. Allo scoccare della mezzanotte, la popolazione viene infine deliziata con elaborati fuochi pirotecnici, che vivacizzano il limpido cielo con bagliori di luci colorate.

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