Sinagra è un piccolo comune di origini medievali, appartenente alla provincia di Messina e immerso del parco dei monti Nebrodi. Ricca di storia e tradizioni, Sinagra dedica al santo patrono, San Leone, diversi momenti dell’anno, occasioni per rinnovare l’invocazione del santo al fine di ottenere la sua protezione e l’intercessione per la guarigione dei malati. San Leone è, infatti, noto nella storia come santo taumaturgo. I vari giorni dell’anno dedicati al santo patrono sono in parte legati alle festività liturgiche dettate dalla tradizione cattolica, altri alla rievocazione di eventi e tradizioni che testimoniano la grande devozione e l’attaccamento del popolo di Sinagra alla figura del santo. Il primo appuntamento dell’anno è il 20 febbraio, data in cui ricorre la festività liturgica: la chiesa celebra il santo vescovo di Catania nella data della sua morte, avvenuta il 20 febbraio del 785 d.C.. Il secondo evento ricorre nel periodo pasquale, la sera di Pasqua e il lunedì di Pasquetta la statua di San Leone viene portata in processione, una tradizione resa caratteristica dalla cosiddetta Cursa ‘i Santu Liu (corsa di San Leone). La festa patronale è, invece, celebrata l’8 maggio mentre l’ultimo appuntamento dell’anno, in cui Sinagra rinnova la devozione al santo, è la prima domenica di Novembre, quando la statua del santo fa rientro nella chiesa si campagna ad egli dedicata. Numerosi i fedeli che accorrono per partecipare alle manifestazioni religiose, l’evento più sentito e che richiama anche molti emigrati e gente dai paesi vicini è quello che si svolge tra la sera di Pasqua e il Lunedì dell’Angelo.
Storia e tradizione intorno alla figura del santo
San Leone è nativo di Ravenna, la sua nascita si colloca nel lontano 709 d.C.; egli giunse in Sicilia quando fu nominato vescovo di Catania, nel 765. Sull’isola del Sud Italia si dedicò a combattere l’eresia. La tradizione racconta che trascorse l’ultimo periodo della sua vita da eremita in una grotta nel territorio di Sinagra, si conservano, in questa cittadina alcune sue reliquie. Queste vengono portate in solenne processione per le vie del paese, il 20 febbraio, giorno in cui ricorre la data della sua morte. Il santo è noto per aver compiuto numerosi miracoli, infatti l’appellativo con cui è conosciuto e invocato è il Taumaturgo. La scelta di rifugiarsi a Sinagra è uno degli episodi che viene rievocato da centinaia di anni, in alcuni gesti compiuti dai devoti nel corso delle celebrazioni: si riscontra l’incedere incerto della processione, due passi avanti e uno indietro, quasi a simboleggiare l’indecisione del santo di lasciare Catania, fino al proseguire di corsa quando sceglie di recarsi a Sinagra. Altro episodio narrato dalla tradizione siciliana che si ritrova rievocato nelle manifestazioni di Sinagra, è il vano tentativo di trafugare le spoglie ad opera di alcuni catanesi. Ciò si racconta che avvenne la sera di Pasqua, quando dei ladri camminarono per tutta la notte fino all’alba per ritrovarsi inutilmente allo stesso punto di partenza e così, spaventati dalla curiosa circostanza, si diedero alla fuga. Il ricordo del fatto leggendario, noto alla tradizione locale, si ritrova nella processione della sera di Pasqua.
La corsa e i miracoli di Santu Liu
Come già accennato, sono diversi i momenti dell’anno in cui il popolo di Sinagra esprime la sua devozione al santo patrono. Ma la tradizione più partecipata è quella che si svolge ogni anno la sera di Pasqua e il lunedì successivo, quando, ormai da centinaia di anni, si ripete la cosiddetta Cursa ‘i Santu Liu. La domenica di Pasqua, infatti, il simulacro del santo viene condotto a spalla, in processione, dalla Chiesa di San Leone, situata in contrada Forte, nelle campagne di Sinagra, fino alla chiesa madre, nel cuore del centro storico. Questa processione ha un incedere caratteristico e vario: prima lento, per circa quattro ore, quando i portatori avanzano compiendo due passi avanti e uno indietro, poi, giunti sul ponte all’ingresso del paese, la statua viene condotta di corsa e tutti i devoti vi corrono dietro. I gesti così descritti, vogliono rievocare il momento in cui si immagina il santo indeciso ad abbandonare il vescovado di Catania per ritirarsi a Sinagra. La vista del paese, già dal ponte, e la corsa verso di esso rappresenta il momento in cui San Leone sceglie di andare incontro al suo popolo correndo. Che la manifestazione si svolga la sera di Pasqua, una curiosa scelta, dato che le celebrazioni liturgiche sono dedicate alla Resurrezione di Cristo, è dovuto ai fatti narrati dalla tradizione secondo cui la sera di Pasqua un gruppo di catanesi tentarono invano di rubare le spoglie del santo.
Il lunedì si svolge, invece, la processione con la statua di San Leone per le vie del paese, accompagnata dalla banda musicale e da una folla di fedeli che di tanto in tanto invoca “viva Santu Liu”. A codesto grido, i portatori accelerano il passo, conducendo la pesantre statua lignea di corsa tra la folla. Il gesto è associato ai cosidetti Miracoli di Santu Liu; il momento della corsa, simboleggia, infatti, l’intenzione del santo di correre in soccorso dei malati, viene invocata quindi la sua intercessione.
A Sinagra la Pasquetta è, in un certo senso, spostata al martedì, perché per i sinagresi le scampagnate, come da tradizione, possono aspettare, mentre il Lunedì dell’Angelo, oltre a celebrare il loro santo patrono, sono impegnati nella tradizionale Fiera del lunedì di Pasqua.
Ulteriori giornate dell’anno dedicate alla devozione per San Leone sono: il 20 febbraio, quando vengono portate in processione per le vie del paese le reliquie del santo; il giorno 8 maggio, quando ricorre la festa patronale vera e propria, durante la quale si svolgono sfilate di bande musicali e la processione si conclude con lo sparo dei fuchi d’artificio; la prima domenica di novembre quando la statua viene riportata nella chiesetta campestre di San Leone.