Santa Lucia nacque e morì a Siracusa nel corso delle persecuzioni cristiane di Diocleziano. Il legame tra la Santa e la città è pressoché indissolubile, come testimoniano storia, archeologia e letteratura, nonché la devozione dei suoi fedeli siracusani. Quest’ultimi, infatti, le hanno dedicato ben due feste: non solo la più nota di dicembre, ma anche la cosiddetta Festa delle Quaglie a maggio. La devozione per la giovane Lucia martire tuttavia è altrettanto sentita e diffusa nel resto dell’Europa, non a caso la città di Siracusa e di Stoccolma, in Svezia, sono gemellate nel nome della loro patrona, Santa Lucia.
La radici della devozione
La storia di Santa Lucia è intrinsecamente legata a Siracusa. Come acclarato da alcuni reperti archeologici, la giovane martire nacque e morì proprio a Siracusa, città di cui oggi è la Santa Patrona. La sua stessa esistenza è testimoniata innanzitutto da una iscrizione greca rinvenuta nel 1894 dal professore emerito Paolo Orsi nel corso di alcuni scavi compiuti nella catacomba di San Giovanni. La devozione a Santa Lucia risale a tempi antichissimi ed è cresciuta nel tempo grazie ai numerosi eventi storici che hanno legato la Santa alla città: ad esempio la fine della carestia del 1646. Proprio il 13 dicembre di quell’anno (data dedicata alla commemorazione del martirio della Santa) si narra che una quaglia entrò in volo in chiesa nel corso della Santa Messa, mentre i fedeli rivolgevano le proprie preghiere a Lucia; quando questa si posò, venne annunciato l’attracco di una nave carica di cereali, che pose così fine alla stagione di stenti che aveva piegato la popolazione.
Già nel 1625 d’altronde le fonti attestano il fervore della comunità siracusana per la Santa: Pietro della Valle nel corso di uno dei suoi viaggi a Siracusa, scrive di aver assistito ai festeggiamenti e li descrive con minuzia di dettagli. Dai suoi racconti emerge chiaramente come la celebrazione in favore di Santa Lucia non sia sostanzialmente mutata negli anni, rimanendo fedele a se stessa sia nel rito, che nell’entusiasmo della comunità. Stando al racconto dello scrittore romano, sono ben poche le usanze dell’epoca cadute in desuetudine: ad esempio, in origine la processione era inaugurata dal lancio di un uomo, legato ad una fune, dal campanile del Duomo verso la piazza gremita di fedeli; la festa inoltre proseguiva con banchetti e pali, che oggi non hanno più luogo. Nella celebrazione moderna infine parrebbero mancare anche due reliquie, una scarpa e un abito attribuiti alla Santa.
Una festa lunga un mese
La celebrazione di questa festa per i siracusani è uno dei momenti più importanti e sentiti dell’anno. L’intera comunità cittadina è coinvolta e i festeggiamenti si estendono lungo tutta la città, dalla parte nuova al centro storico di Ortigia. La festa si svolge ufficialmente il 13 di dicembre, tuttavia i preparativi per i festeggiamenti e le manifestazioni in onore della Santa Patrona hanno inizio già il 30 Novembre. Ecco perché il lasso di tempo che intercorre tra queste due date è definito tredicina.
Il pomeriggio del 30 novembre è annualmente allietato dalla banda musicale cittadina, la quale percorre festante le vie del centro storico, inaugurando i preparativi alla Festa di Santa Lucia. Queste prime giornate scorrono tranquille e gli eventi celebrativi si svolgono prettamente in chiesa. Dal nono giorno la statua in argento di Santa Lucia poggiata sulla cassa argentea (entrambi realizzati tra il ‘500 e il ‘600 da artigiani siciliani) viene esposta ai fedeli in una cappella della Cattedrale a Lei dedicata. Le Sante Messe dei giorni seguenti vengono svolte al cospetto della statua e ogni sera questa viene benedetta, prima che i fedeli si accingano a baciarla. Solo alla vigilia della festa, il 12 dicembre, la statua argentea è traslata lentamente fuori dalla cappella dal Campanellaio (colui che al suono della campana scandisce il ritmo della processione) e dal Maestro di Cappella.
Giunto finalmente il giorno della festa, il 13 dicembre, di buon mattino il Cardinale e l’Arcivescovo celebrano la Santa Messa, la quale dà il via alla festa di Santa Lucia. Nel corso del pomeriggio inizia la processione della statua argentea per le vie cittadine. La Santa è tradizionalmente trasportata in spalla dai cosiddetti berretti verdi: centonovantadue uomini scelti a sorte, con indosso il tradizionale berretto verde, i quali, alternandosi in gruppi di quarantotto portatori alla volta, trasportano in processione la Santa fino alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro.
La statua è seguita da un folto stuolo di fedeli, che seguono il simulacro e le reliquie in un devoto pellegrinaggio, anche scalzi. A seguito della Santa vi sono inoltre figuranti in costume settecentesco, nonché dodici candele votive, adornate con fiori colorati. Fino a qualche anno fa era parte della processione anche la Carrozza del Senato Aretuseo del ‘700 trainata da cavalli, oggi, invece, conservata in attesa di lavori di restauro.
Terminata la processione, Santa Lucia è deposta sull’altare maggiore della Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, dove rimane esposta all’adorazione dei fedeli per una settimana.
Il 20 di dicembre ha luogo l’Ottava. In questa giornata il simulacro percorre a ritroso il tragitto compiuto sette giorni prima fermandosi al Santuario della Madonna delle Lacrime, prima, e all’ospedale Umberto I, dopo, fino al ritorno in Cattedrale.