Festa della Madonna della Catena

    Librizzi, cittadina arroccata su una collina, in provincia di Messina, celebra la sua patrona, la Madonna Della Catena, la prima domenica successiva al Ferragosto.
    Principale manifestazione di fede che caratterizza la festa della Madonna Della Catena e di San Michele Arcangelo, è la processione per le vie della città dei due simulacri. La venerazione per la Madonna della catena e il rito processionale, ha origine, a Librizzi, nel Cinquecento. Da allora, si rievoca un evento, considerato miracoloso, che riguarda il momento in cui la statua marmorea della Madonna, appena acquistata a Palermo, viene trasportata in città. Secondo la tradizione, il carro, ad un certo punto, non riesce più ad andare avanti fino a quando un pastore suona la sua ciaramedda. Lo strumento a fiato, caratteristico della tradizione siciliana, da allora in avanti nei secoli, accompagna la processione con il suo particolare suono quasi stridente e tremulo.

    La devozione verso la Madonna della catena

    Il culto della Madonna della Catena deriva dalle devozione a Maria quale protettrice dei prigionieri e degli schiavi, se ne ha maggiore diffusione, soprattutto nell’Italia Meridionale, quando del Cinquecento frequenti incursioni di barbari ridussero molti in schiavitù. In Sicilia, la devozione alla Madonna della Catena si radicò sul finire del Trecento per via di un fatto miracoloso avvenuto a Palermo. Si racconta che qui, nel 1392, furono condannati ingiustamente a morte per impiccagione tre uomini. Quando questi furono condotti in Piazza Marina per dar luogo all’esecuzione si scatenò un temporale che costrinse a interrompere la condanna, quindi le guardie condussero i tre uomini nella chiesa della Madonna del Porto, che sorgeva lì vicino, per ripararsi dalla pioggia e qui li legarono con delle catene sotto l’altare della Madonna. I poveri condannati rivolsero le loro preghiere alla Madonna che li esaudì: si spezzarono miracolosamente le catene, mentre le guardie caddero in un profondo sonno e i prigionieri poterono così fuggire. Si racconta che essi udirono la voce della Madonna pronunciare queste parole: “Andate pure in libertà e non temete cosa alcuna: il divino Infante che tengo tra le braccia ha già accolto le vostre preghiere e vi ha concesso la vita!”. La notizia del miracolo si diffuse presto, non solo a Palermo, ma in tutta la Sicilia, ciò contribuì alla diffusione della venerazione della Madonna quale protettrice dei prigionieri, nota, infatti, con l’appellativo di Madonna Della Catena. Molte furono le località siciliane che elessero la Madonna Della Catena quale loro patrona, come Librizzi.
    Qui, la chiesa intitolata alla patrona si trova in cima al colle intorno a cui si sviluppa la città; il simulacro venne posto sull’altare maggiore nel 1540. La statua marmorea raffigurante la Vergine Maria che tiene in braccio il Bambino Gesù è stata realizzata in quegli anni ed è attribuita ad artisti della scuola del Gagini. Si racconta che per l’acquisto della statua alcuni uomini di Librizzi si recarono a Palermo, dove erano state realizzate tre simili statue in marmo; pare che la più bella e la più desiderata fosse proprio questa che, tirata a sorte tra i contendenti, fu destinata ai librizzesi. Durante la festa della Madonna della Catena, si rievoca l’episodio tramandato dalla tradizione secondo cui il carro, trainato da buoi, giunto in prossimità di contrada Maisale, non andava più avanti: i buoi erano stremati dall’enorme peso della statua. Quando dai campi si udì il suono di una “ciaramedda” (zampogna) i buoi ripresero il cammino.
    La festa della Madonna della Catena, a Librizzi, ha origini antiche, la processione è documentata già nel Cinquecento. Dai documenti conservati in archivio storico si ha testimonianza di una processione del 16 agosto 1573 durante la quale accadde una miracolosa guarigione: una bambina, paralizzata ad un braccio, fu posta dal padre sul fercolo processionale della Madonna, chiedendone l’intercessione per la guarigione; la bambina al termine della processione fu miracolosamente guarita.

    La processione

    La Festa della Madonna della Catena e San Michele Arcangelo, si celebra la prima domenica dopo ferragosto. Nel fine settimana, un serie di eventi, quali spettacoli musicali e teatrali in piazza, momenti di preghiera in chiesa, anticipano i festeggiamenti solenni.
    La domenica, i portatori si dedicano alla preparazione del fercolo processionale (vara): fissano la statue di San Michele e della Madonna alle vare in legno mediante corde e perni in ferro, sul capo della statua della Madonna e del Bambino vengono poste delle preziose corone e un manto azzurro in stoffa è legato sulle spalle della Madonna, quindi al baldacchino della vara sono appesi dei nastri azzurri che serviranno per raccogliere le offerte durante la processione (le banconote vengono fissate ed essi con delle spille).
    La processione si avvia nel tardo pomeriggio, le statue vengono portate fuori dalla chiesa, sul sagrato, quindi i portatori scalzi, conducono a spalla le due statue: sono ben 24 i portatori che sorreggono la pesante statua in marmo della Madonna della Catena.
    La statua di San Michele Arcangelo, precede quella della Madonna, i fedeli alcuni scalzi, seguono i due simulacri, la musica suonata dalla banda accompagna durante il percorso che per tradizione si ripete sempre uguale.
    La processione per le vie del paese fino alla sua estremità periferica è resa particolare dalla rievocazione dell’episodio tramandato dalla tradizione locale e considerato miracoloso: il prodigio della ciaramedda.
    Si racconta, infatti, che la statua bloccata dal suo enorme peso alle porte del paese, in località Maisale, riprende il cammino, trainata dai buoi, solo al suono della ciarammedda. Si tratta di uno strumento musicale a fiato, tipico della tradizione popolare siciliana, assimilabile alla zampogna.
    Quindi, quando la processione giunge nello stesso luogo in cui il carro si arrestò, sotto un secolare albero di noce, i portatori si fermano e poi indietreggiano, ma appena il suonatore della ciarammedda dà fiato al suo strumento, le processione riprende e i fedeli invocano in coro “viva Maria”. Il punto in cui avviene questa rievocazione, oggi è segnalato da un dipinto raffigurante l’immagine della Madonna venerata a Librizzi.
    La processione è quindi accompagnata dal “ciarammiddaru” (suonatore di ciaramedda) che si unisce e si alterna, con la sua particolare sonorità, a quello della banda musicale.
    Al termine del percorso processionale, le statue fanno rientro in chiesa, viene celebrata la messa e la festa si conclude con lo sparo dei fuchi d’artificio.

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