Mastro di Campo

    Sono tante le città italiane che ogni anno organizzano prestigiosi festeggiamenti per Carnevale, tanto da assumere grande rilevanza a livello nazionale e non solo. La particolarità di Mezzojuso è quella di realizzare un Carnevale unico in tutta Italia: uno spettacolo teatrale all’aperto completamente mimato, in cui Mastro di Campo combatte contro il Re per conquistare la mano della Regina.
    Un rituale che si svolge la domenica di Carnevale nella piazza principale del paese, perpetuando un rito che dura ormai da oltre due secoli e che ancora oggi incanta e appassiona folle di spettatori.

    Carnevale di Mezzojuso: tra storia e fantasia

    Mezzojuso è un piccolo paese siciliano in provincia di Palermo. Situato sulla collina Brinja, nella seconda metà del 1500 divenne una colonia degli Albanesi, che si stabilirono nella Sicilia orientale in seguito all’avanzata dei Turchi. Questo paesino, oggi circondato dalla ricca vegetazione del bosco di Ficuzza, ogni anno a Carnevale ripropone un rito che trae le sue origini da un fatto storico, e che ci rimanda al lontano 1400, quando la regina Bianca di Navarra, alla morte del consorte Martino d’Aragona, rifiutò la proposta di matrimonio del conte di Modica Bernardo di Cabrera, che aspirava al possesso dell’isola.
    Questi, non accettando il rifiuto, mise in atto una serie di persecuzioni contro la regina, nonché assalti prima al Palazzo Steri di Palermo e dopo al castello di Solanto, dove la regina Bianca aveva trovato rifugio.
    La pantomima del Mastro di Campo, pur ispirandosi a fatti realmente accaduti, nel corso del tempo e grazie alla fantasia popolare, ha modificato diversi aspetti, per cui l’amore di Mastro di Campo è corrisposto pienamente dalla regina, ma è ostacolato dall’opposizione del Re.
    Inoltre, dalla fine dell’’800, fanno parte della pantomima anche Garibaldi e i Garibaldini.
    Tutto iniziò quando ad una rappresentazione si presentò un figurante mascherato da Garibaldi che destò un tale spirito patriottico tra gli spettatori che si decise di confermare la presenza dell’”Eroe dei due mondi” e del suo seguito in tutte le rappresentazioni future, assegnando loro l’importante compito di combattere contro i Saraceni che proteggono il castello.

    Personaggi e rituali di Mastro di Campo

    La pantomima si svolge nel pomeriggio dell’ultima domenica di Carnevale nello splendido scenario di piazza Umberto I a Mezzojuso. La rappresentazione coinvolge oltre un centinaio di personaggi elegantemente vestiti con abiti quattrocenteschi. Il protagonista è naturalmente il Mastro di Campo che porta una maschera rossa col naso adunco e il labbro inferiore sporgente. Indossa mantello, pantaloni e scarpe rosse, una camicia bianca adornata da nastri di tanti colori ed è armato di spada.
    Lo spettacolo inizia con la sfilata del Corteo Reale guidato dal Foforio, cioè dal Maestro di Cerimonie, e formato dal Re e dalla Regina, dai Dignitari, dagli Artificieri, dalle Dame, dal Segretario, dalle Guardie e dai Mori. Giunti in piazza, il Re, la Regina e la Corte si dispongono sul palco che rappresenta il castello, mentre inizia una festa danzante a cui partecipano i Dignitari e le Dame.
    Intanto si presentano le altre maschere tipiche del Carnevale di Mezzojuso: Giardiniere, Romiti, Maghi, Ingegneri muniti di particolari strumenti con cui misurare la giusta distanza tra il castello e l’artiglieria.
    A questo punto, al suono del tamburo, entra a cavallo Mastro di Campo con il suo corteo composto dall’’Ambasciatore, dal Tammurinaru, dal Capitano d’Artiglieria, da Garibaldi con i Garibaldini, dal Barone e dalla Barunissa a loro volta seguiti da Campieri, Vurdunaru, Suprastanti, Curatulu, accompagnati da asini e muli carichi di legna e attrezzi tipici di contadini e pastori.
    Completano il corteo le Giardiniere agghindate con corone di alloro e, in ultimo, i Cavalieri. Il Mastro di Campo compie il giro della piazza sempre in sella al cavallo, poi scende, confabula con gli Ingegneri e scrive una lettera di sfida al Re, affidando all’Ambasciatore il compito di recapitargliela. Il Re, legge il messaggio, accetta la sfida e gli risponde con un altro messaggio in modo sprezzante. Mastro di Campo, offeso dalla risposta ricevuta, straccia la lettera e, al suono ritmato del tamburo, conduce una bellissima danza di guerra accompagnato dalle Giardiniere che si esibiscono con le loro corone di alloro, e dal Pecoraio, che cerca di ostacolare il suo assalto al castello.
    Gli Ingegneri danno consigli a Mastro di Campo, più volte gli porgono un cannocchiale perché possa ammirare la sua Regina, intanto il Capitano di Artiglieria ordina di fare fuoco e nella piazza echeggiano i colpi di cannone.
    L’atmosfera è fortemente animata da suoni, spari, musiche, mentre i Garibaldini ingaggiano la loro lotta contro i Mori.
    Il Re passeggia trepidante, armato della sua spada.
    Mentre Dame e Cavalieri continuano le loro danze, la Cavalleria lancia confetti al pubblico, il Foforio prende in ostaggio qualcuno tra la folla, che verrà liberato in cambio del riscatto: dei dolci o del liquore.
    Le Giardiniere dalle loro scalette offrono fiori alle ragazze, anche il Barone e la Barunissa, in groppa ai loro asini, offrono confetti e sorrisi alla folla mentre il loro seguito banchetta con salsiccia, pane, formaggio, fichi secchi, bevendo buon vino e invitando la folla a partecipare.
    Al contempo i Maghi, mentre ripetono il ritornello “forio- forio”, con la loro barba lunga e vecchi libroni, girano intorno in cerca della “truvatura”cioè di un “cantaru” pieno di maccheroni al sugo, salsiccia e polpette.
    Intanto Mastro di Campo, dopo due tentativi infruttuosi di rapire la Regina, sale sulla scala centrale e intraprende un duello col Re. Questi però lo ferisce in fronte con un colpo di spada, Mastro di Campo barcolla, allarga le braccia e si lascia cadere nel vuoto.
    Ormai tutti lo credono morto, infatti il Barone e la Barunissa, suoi parenti, si vestono a lutto e percorrono la piazza per mettersi in mostra.
    Così si conclude la prima parte della pantomima.
    A corte si festeggia la vittoria mentre i Maghi trovano la Truvatura e mangiano i maccheroni con le mani.
    In realtà Mastro di Campo non era morto ma era stato soccorso e portato in salvo dai suoi uomini.
    Nella seconda parte della rappresentazione Mastro di Campo ormai guarito, insieme al suo esercito, riprende la lotta per conquistare la sua amata.
    Stavolta qualcuno ha tradito il Re che, accecato dall’ira, uccide l’Artificiere.
    Questo clima di furore e confusione è favorevole a Mastro di Campo che, seguito dai Garibaldini, sale da una scala fausa e insieme incatenano il Re.
    Mastro di Campo ha vinto: si toglie la maschera e abbraccia la sua Regina.
    Il Corteo, con la Regina e Mastro di Campo a braccetto e il Re in catene, sfilerà per le vie del paese e così si conclude la rappresentazione.

    Lascia un commento

    Guarda anche