Settimana Santa di San Cataldo

    I tradizionali riti della Settimana Santa di San Cataldo radunano non solo i fedeli locali, ma anche molti curiosi e turisti che ne rimangono inevitabilmente colpiti e commossi. I momenti più salienti sono concentrati nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì santo e sono preceduti, inoltre, da una serie di appuntamenti, organizzati dalla diocesi e dalle confraternite locali, scanditi nei cosiddetti “Sabatini”. I sei sabati precedenti la domenica delle palme sono dedicati alla Madonna Addolorata e alle processioni del Crocifisso detto “Lassa Lassa la Catina”.
    A San Cataldo la tradizione dei riti della Settimana Santa si ripete da molto tempo e può farsi risalire all’Ottocento. Essa si caratterizza, oltre che per le processioni delle “Misteri”, anche per le sacre rappresentazioni nelle quali degli attori mettono in scena le vicende della Passione di Cristo, creando intensi momenti di commozione e riflessione.
    Il gioioso giorno di Pasqua chiude la Settimana Santa con l’incontro tra il simulacro della Madonna e del Cristo Risorto alla presenza dei “Sanpauluna”.

    Notizie dall’Ottocento

    I riti della settimana Santa di San Cataldo sono da molto tempo legati alla rappresentazione scenica della passione di Cristo. Con lo scopo di avvicinare i fedeli ai temi della Passione del Cristo le prime rappresentazioni del dramma sacro, note come “Mortorio”, venivano organizzate dalle parrocchie locali sulla base di un antico testo in tre atti.
    Alcuni dei momenti della Settimana Santa hanno origine sicuramente nell’Ottocento. Ad esempio, il testo della “Scinnenza”, il dramma sacro che tutt’ora viene messo in scena il venerdì santo, si rappresenta sin dal 1860. Intorno allo stesso periodo, può farsi risalire anche la tradizionale “corsa dei Sampauluna” che caratterizza la domenica di Pasqua. Con tale termine dialettale vengono identificati gli apostoli che, fino al 1852, venivano impersonati da sacerdoti o frati. Intanto, nel 1846 l’artista Michele Butera fu incaricato di creare delle grandi figure cave in cartapesta. La loro realizzazione fu terminata nel 1852. Da allora, questi giganti di cartapesta, con all’interno i portatori, corrono incontro al simulacro del Risorto. 

    Il mercoledì santo

    Il momento che dà inizio alla commemorazione della Passione di Cristo è il corteo storico del mercoledì. Oltre 200 figuranti in costume rappresentano la corte di Erode, i legionari romani, i sacerdoti, Pilato sulla sua biga trainata dai cavalli e con la sua scorta, il popolo ebreo, rievocando eventi e personaggi dell’epoca storica in cui visse Gesù. Il corteo si snoda per le vie della città e ha termine in piazza degli Eroi, dove ha luogo la rappresentazione che rievoca il momento in cui Gesù, portato al cospetto di Pilato, viene condannato a morte. Al termine della rappresentazione segue la cosiddetta salita “sulla via del calvario”. Questa è caratterizzata, secondo la tradizione, da cinque momenti denominati “quadri plastici”, che rappresentano scene della Via Crucis: La presa della Croce, La Prima Caduta, Caifas e Misandro, Giuseppe, Nicodemo e La Maddalena, Gesù incontra le Pie Donne.

    Il giovedì santo

    Il Giovedì Santo ha seguito un altro momento commovente: la processione con le statue dell’Addolorata e di San Giovanni. La tradizione vuole rievocare, in tal modo, il momento in cui la madre di Gesù e il discepolo che, secondo tradizione cristiana, accompagnò la Madonna fin sul calvario, cercano angosciati il Cristo dopo aver appreso la notizia dell’arresto. Le staute sono accompagnate dalla banda musicale che suona il commovente e tradizionale brano noto come “u Chiantu di Maria” (Il Pianto di Maria). Durante la processione per le vie, al passaggio dei simulacri, le porte delle chiese di chiudono: il gesto indica, secondo la tradizione, che Gesù non è lì. La “ricerca”, dunque, prosegue fin verso la Chiesa “du u Ratu”, dove si conclude. Qui è custodito un simulacro del Cristo morto posto su un lettino. Al termine della processione ha inizio una veglia di preghiera innanzi al Cristo morto. 

    Il venerdì santo

    Il venerdì gli appuntamenti cominciano prestissimo. Alle 6 del mattino la Confraternita del Santissimo Sacramento prepara il cosiddetto “cataletto”: il simulacro del Cristo morto è posto su un lettino per essere portato in processione solenne verso il Calvario.
    Il percorso è accompagnato dalla banda musicale che esegue marce funebri e in Piazza San Giuseppe ha luogo “l’incontro” con i simulacri della Madonna Addolorata e San Giovanni; innanzi al Cristo morto, le statue vengono inclinate a simulare un inchino. Quindi, la processione prosegue in silenzio con tutte e tre le statue.
    A metà mattina lungo corso principale del centro, si snoda un’altra processione, quella dei Misteri: gruppi statuari raffiguranti alcuni momenti della Via Crucis. La processione ha inizio da piazza Papa Giovanni XXIII ed è preceduta da uomini incappucciati che portano, su dei cuscini, gli strumenti della Passione: la corona di spine, i chiodi e il martello.
    Tra le “vare”, quella raffigurante il Cristo caricato della croce, la Vara del Nazareno, è portata a spalla. Nella pressi della Chiesa Santa Maria del Rosario, questa statua incontra quelle dell’Addolorata e di San Giovanni e proseguono insieme. Intorno alle ore 13, la processione giunge al Calvario, qui il simulacro del Corpo del Cristo, che era stato portato precedentemente sul “cataletto”, viene alzato sulla croce.
    Il momento della Deposizione, in serata, è preceduto da una rappresentazione sacra nota come “A’ Scinnenza”. Il dramma è opera di Francesco Medico ed è rappresentato fin dal 1860. Esso rievoca i momenti della crocifissione, della morte e deposizione di Gesù Cristo. Al termine, gli attori nei panni di Maria, San Giovanni e Giuseppe D’Arimatea accompagnano, in solenne processione, il simulacro del Cristo morto e lo consegnano ai membri della Confraternita, i quali hanno il compito di deporlo dell’Urna (simboleggiante il sepolcro). Un silenzioso e commosso corteo, insieme alle autorità civili e religiose della città, conduce l’Urna fino alla Chiesa Madre. 

    La domenica di Pasqua

    La gioiosa domenica pasquale è segnata da momenti che ricordano l’annuncio della Resurrezione di Cristo. Caratteristica e unica nel suo genere è la corsa dei “Sanpauluna”. Si tratta di figure con il corpo cavo e la testa in cartapesta che rappresentano gli apostoli. La cavità, consente ai portatori di collocarsi all’interno. Attraverso questi e con i simulacri rappresentati Maria Maddalena e la Madonna vengono rievocati vari momenti dell’annuncio della Resurrezione di Gesù tratti dai Vangeli e dalla tradizione popolare: la Maddalena, per prima, e poi gli Apostoli Pietro e Giovanni che si recano al sepolcro e lo trovano vuoto, l’incontro della Madonna con il Risorto, l’incontro degli Apostoli e l’incredulità di San Tommaso.

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