Cosa vedere a Palermo: la guida definitiva

Cosa vedere a Palermo? Per rispondere a questa domanda è ovviamente fondamentale sapere quanto tempo si ha a disposizione. Visitare ogni singolo luogo di interesse di questa città straordinaria richiederebbe mesi oppure, soluzione più facile, tornarci spesso. In questa pagina c’è la guida più completa su tutto ciò che Palermo ha da offrirti per aiutarti a scegliere e selezionare cosa ti interessa includere nel tuo viaggio.

Cosa vedere a Palermo: i monumenti Arabo-Normanni

I mosaici dell'abside della Cappella Palatina dentro il Palazzo Reale di Palermo

Tra le prime cose da vedere a Palermo ci sono sicuramente i monumenti che fanno parte del sito seriale dell’Unesco: Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale.
Si tratta di sette monumenti presenti in città tra cui la Cattedrale di Palermo e il Palazzo dei Normanni con la sua Cappella Palatina che dal 2015 sono stati riconosciuti patrimonio dell’Umanità. Oltre quelli presenti a Palermo rientrano anche il Duomo di Cefalù e il Duomo di Monreale, facilmente raggiungibili sia in macchina che in treno. Si tratta di chiese palazzi e ponti accomunate da uno stile unico frutto del susseguirsi delle diverse dominazioni che si sono alternate in Sicilia e della la convivenza nella stessa città di maestranze dalle competenze molto diverse tra di loro.

Oltre ai monumenti inseriti nell’itinerario Unesco ci sono anche altre testimonianze dell’arte arabo normanna a Palermo come ad esempio La Cuba, la Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi o la Chiesa della Magione, una delle più antiche della città di Palermo.

Cosa vedere a Palermo: cripte, mummie e culto dei morti

Se non sei di animo facilmente impressionabile allora tra le cose da vedere a Palermo ci sono sicuramente le catacombe dei frati Cappuccini nei cui sotterranei sono esposte circa 8.000 salme di frati e membri di nobili famiglie di Palermo. Tra le salme presenti c’è anche una bambina morta a soli due anni, Rosalia Lombardo, definita la “mummia più bella del mondo” per l’incredibile stato di conservazione del corpo.
Palermo è anche ricca di cripte dal fascino misterioso. La prima è quella che si trova sotto la Chiesa dI San Matteo, dove, secondo la tradizione, si incontravano segretamente i Beati Paoli, la setta protagonista dell’omonimo libro All’interno della cripta si trovano le reliquie di Giacomo Serpotta.
Sotto la chiesa di San Mamiliano si trova la cripta della famiglia Lanza dove si trova un sarcofago con una scultura di una giovane donna che secondo alcuni sarebbe Laura Lanza, la baronessa di Carini, uno dei delitti siciliani più famosi della storia.
All’interno della Chiesa di Sant’Orsola si trova la suggestiva Cripta dell’Oratorio della Morte utilizzata per seppellire i defunti del quartiere dell’Albergheria. L’interno è decorato da stucchi di Giacomo Serpotta che per l’occasione sperimenta nuove forme e temi nelle sue decorazioni utilizzando macabri scheletri e ossa pencolanti.
Altre cripte da non perdere sono quella presente nella Chiesa di Santa Maruzza dei Canceddi, la Cripta delle Repentine, le Catacombe di Porta d’Ossuna, le Catacombe di San Michele Arcangelo e la Necropoli punica che si trova tra piazza Indipendenza, corso Pisani, via Pindemonte e via Danisinni.

Cosa vedere a Palermo: la città gotica-chiaramontana

L’architettura del Trecento a Palermo e in tutta la Sicilia assunse caratteristiche peculiari adattando la nuove tendenza del gotico con i richiami dell’arte normanna. A Palermo la spinta costruttiva avvenne ad opera della potente della famiglia dei Chiaramonte che furono promotori di uno stile molto particolare dove gli elementi stilistici tipici del gotico come gli archi acuti, le trine decorative di rosoni e finestre e gli andamenti ascensionali si uniscono
a motivi decorativi di origine normanna come le linee spezzate e a zig-zag. Per questo motivo si parla di stile gotico-chiaramontano.

Chiesa di San Francesco

Nella basilica di San Francesco d’Assisi si trovano dei primi esempi di scultura siciliana chiaramontana sono nel suo splendido portale che presenta decorazioni a zig-zag intagliati nella pietra con due formelle con l’Annunciazione e i Simboli degli Evangelisti. L’interno è suddiviso in tre navate con ampie arcate e gotiche e custodisce diverse importanti opere. Nella cappella Mastrantonio si può ammirare un prezioso portale realizzato da Francesco Laurana e Pietro de Bonitate e sono presenti anche due opere di Antonello Gagini: un monumento ad Attanasio Speciale e una scultura della “Madonna del Soccorso”. La Cappella dell’Immacolata è decorata con marmi policromi seicenteschi e le volte sono decorate a stucchi e affreschi di Pietro Novelli. Nella navata centrale si trova un ciclo di dieci statue raffiguranti le Virtù francescane realizzate nel 1723 da Giacomo Serpotta.

Palazzo Chiaramonte – Steri e le sue carceri

La lista delle cose da vedere a Palermo continua con Palazzo Chiaramonte, chiamato anche Steri (da hosterium, palazzo fortificato). Il palazzo è uno splendido esempio di edificio in stile chiaramontano a pianta quadrata e con atrio centrale. I lavori di costruzione iniziarono nel 1307 per volere di Giovanni Chiaramonte e fu completato nel 1380 da Manfredi III. Dal 1601 al 1782 il palazzo è stato la sede palermitana della Santa Inquisizione, come testimoniano anche i ritrovamenti effettuati nei locali delle Carceri dei penitenti, che appartengono allo stesso complesso. Nelle mura delle piccole celle i lavori di restauro hanno fatto emergere i graffiti realizzati dai prigionieri, incredibili testimonianze dei loro stati d’animo e condizioni. All’interno del palazzo si trova il celebre quadro di Renato Guttuso “La Vucciria”.

Palazzo Sclàfani

In piazza S. Giovanni Decollato si trova Palazzo Sclàfani, uno degli esempi più belli di architettura di epoca aragonese a Palermo. L’edificio fu costruito nel 1330 per volere del nobile Matteo Sclafàni pare per una scommessa con il cognato Manfredi Chiaramonte conte di Modica. Il palazzo è a pianta quadrata e si sviluppa attorno a un vasto atrio porticato.
La facciata presenta alte arcate intrecciate con eleganti bifore di derivazione normanna che creano un raffinato disegno prodotto dall’alternarsi di tarsie bicrome: conci di tufo e tessere di lava. All’interno del palazzo si trovava il celebre affresco “Il Trionfo della Morte”, oggi esposto all’interno del Museo di Palazzo Abatellis. Il palazzo è visitabile su richiesta e oggi ospita eventi e mostre.

Chiesa di Sant’Agostino

Tra le opere realizzate a Palermo con i finanziamenti delle famiglie Sclafani e Chiaramonte c’è anche la Chiesa di Sant’Agostino (conosciuta anche come Chiesa di Santa Rita). L’edificio presenta un portale gotico formato da una sovrapposizione di archi a sesto acuto.
Di grande ricchezza decorativa è il rosone che decora la facciata formato da dodici archi con al centro un tondo raffigurante l’Agnus Dei. All’interno ci sono i lavori di come Ignazio Marabitti, lo Zoppo di Gangi e Antonio Grano oltre ad alcuni stucchi di Giacomo Serpotta. Da un piccolo portale sul fianco sinistro della Chiesa, si accede al Convento, più volte trasformato, in particolare il chiostro, che solo nel 1560 ottenne la sua attuale conformazione rinascimentale.

Cosa vedere a Palermo: la città gotico-catalana

Con l’annientamento della famiglia Chiaramonte nel 1392 e il ritorno della Sicilia sotto il governo della Spagna, anche lo stile e il gusto delle nuove costruzioni cambia e si impone così il cosiddetto gotico-catalano. Le opere di maggior pregio sono attribuite a Matteo Carnalivari, personalità chiave dell’ultimo Quattrocento, progettista e costruttore dei più importanti palazzi cittadini, artefici di un’autonoma rinascenza siciliana, che seppe realizzare dimore per quell’epoca autenticamente moderne, introducendo nuovi elementi formali nell’imperante gusto gotico-catalano. Alcuni splendidi esempi a Palermo sono Palazzo Abatellis, sede della Galleria Regionale della Sicilia e Palazzo Bonet, fatto costruire dall’omonima famiglia di origine catalana e che insieme al convento di Sant’Anna e Palazzo Ziino costituisce il complesso dove oggi è ospitata la collezione della Galleria d’arte moderna Sant’Anna (GAM).

Palazzo Ajutamicristo

L’altra grande opera realizzata a Palermo da Matteo Carnilivari è il Palazzo Ajutamicristo costruito tra il 1495 ed il 1501. Il committente, il banchiere Guglielmo Ajutamicristo, volle far costruire questo palazzo perché desideroso di avere “domus magna” che rappresentasse bene la sua ricchezza, stanco di abitare nel castello arabo di Misilmeri. Tuttavia i lavori furono compiuti solo in parte visto l’eccessivo costo dell’opera. In una parte dell’edificio è allestita l’esposizione di una ricca collezione di sculture tra cui opere di Domenico Gagini, Ignazio Marabitti e due stele commissionate ad Antonio Canova. Mentre in un’altra sala espositive sono custodite le carrozze della collezione Martorana Genuardi. La parte sicuramente più affascinante del palazzo è la sala da ballo con un soffitto interamente affrescato da Giuseppe Crestadoro, raffigurante “La Gloria del Principe Virtuoso”.

Palazzo Alliata di Pietratagliata

Al numero 14 di Via Bandiera si trova un palazzo straordinaria che è il risultato di cinque secoli di storia dell’arte in Sicilia: Palazzo Alliata di Pietratagliata. L’edificio fu costruito nel 1473 in stile gotico catalano con torri e merli a coda di rondine. Nel 1748 il palazzo gotico viene acquistato dalla famiglia Marassi duchi di Pietratagliata che decidono dapprima di restaurarlo e poi di modificarlo secondo le moda del tempo. Vieni così commissionato un significativo intervento decorativo a Giovanni Del Frago, architetto di spicco del Rococò palermitano, e a Vito D’Anna che realizza gli affreschi dei soffitti. Nei primi decenni del Novecento ulteriori interventi modificano le facciate esterne, liberandole dai balconi d’epoca barocca e aggiungono in alcuni ambienti interni eleganti decorazioni neo medievaliste. Alle decorazioni interne del Palazzo hanno lavorato anche Ernesto Basile e Vincenzo Palazzotto rendendo il Palazzo Alliata di Pietratagliata uno dei capolavori del Neogotico siciliano.

Chiesa di Santa Maria della Catena

All’architetto Carnivalari viene attribuita anche la realizzazione della Chiesa di Santa Maria della Catena, così chiamata perché all’edificio era agganciata la catena che serviva a chiudere l’antico porto della Cala. La chiesa si trova al culmine di un’alta scalinata e l’ingresso è preceduto da un portico a tre archi ribassati sotto il quale sono presenti tre portali con bassorilievi di Vincenzo Gagini. All’interno sono custoditi statue di scuola gaginesca e un un sarcofago romano del I secolo d. C. Gli affreschi della controfacciata, della volta e di alcune cappelle sono opere di Olivio Sozzi.

Palazzo Speciale Raffadali

Alcune tracce dello stile gotico catalano si conservate nelle splendide bifore presenti nella facciata di Palazzo Speciale Raffadali. L’edificio fu costruito dal vicerè Pietro Speciale nel 1468 su quella che era la cinta meridionale delle mura punico-romane. Dal portale seicentesco si accede ad una corte interna dove poi uno scalone settecentesco conduce ai piani superiori. Il Palazzo acquistò l’attuale configurazione nella seconda metà del XVII quando il primo principe di Raffadali, Don Nicolò Giuseppe Montaperto, unificò questo palazzo a quello Valguarnera, facendone “un complesso organico e monumentale”.

Palazzo Marchesi

Anche Palazzo Marchesi, nonostante le continue trasformazioni apportate nel corso dei secoli, è riuscito a mantenere alcuni tratti dello stile gotico catalano con cui fu costruito verso la fine del Quattrocento come il patio d’ingresso con un bel loggiato e la magnifica torre merlata. Anche nello spazioso atrio interno sono rimasti alcuni elementi architettonici dell’originaria costruzione: arcate a sesto acuto sorrette da pilastri ottagonali, una finestra gotica, una bella cornice a piccoli archi inflessi e una elegante “escalera escubierta” a doppia rampa. Dall’atrio del palazzo si accede anche ad un’area sotterranea dove si trovava un Miqveh, un bagno rituale utilizzato per celebrare i riti di purificazione previsti dalla religione ebraica.

Cosa vedere a Palermo: la città rinascimentale

Fontana Pretoria

Al centro di Piazza Pretoria si trova uno splendido esempio di arte rinascimentale: la Fontana Pretoria. L’opera, che occupa la quasi totalità della piazza, fu realizzata da Francesco Camilliani a Firenze nel 1554 per il giardino del viceré spagnolo don Luigi Álvarez de Toledo y Osorio.Nel 1573 fu acquistata dal senato palermitano ma arrivò in città soltanto un anno dopo smontata in 644 pezzi. L’opera che in origine comprendeva 48 statue giunse incompleta e per questo furono necessari lavori di adattamento portati avanti da Camillo Camilliani, figlio dell’autore. Le statue che rappresentano divinità pagane, allegorie e teste di animali, generarono all’epoca scalpore per le nudità, facendo nascere l’appellativo di fontana delle vergogne, com’è chiamata ancora oggi.

Chiesa di San Giorgio dei Genovesi

Prospetto della chiesa di San Giorgio dei Genovesi a Palermo

Uno dei più importanti esempi di architettura rinascimentale palermitana è la Chiesa di San Giorgio dei Genovesi. Costruita tra il 1576 e il 1581 dalla colonia dei genovesi a Palermo, la chiesa, che oggi è sconsacrata, ospita mostre ed eventi. La slanciata facciata è in stile rinascimentale suddivisa in due ordini e ha un coronamento di cornicioni decorati. L’interno, a pianta basilicale, è a croce latina ripartita in tre navate, con transetto sormontato e completato da una cupola ottagonale. Il pavimento è coperto in buona parte da belle lapidi sepolcrali del XVI e XVII secolo.

Complesso di Santa Maria dello Spasimo

Chiesa di Santa Maria dello Spasimo a Palermo

Il complesso conventuale intitolato a Santa Maria dello Spasimo fu voluto nei primi anni del XVI secolo da Jacopo de Basilicò che, per onorare le ultime volontà della moglie, decise di donare un terreno all’ordine dei padri Olivetani di Santa Maria del Bosco e di finanziare la realizzazione di un progetto che prevedeva la costruzione di una chiesa e di un monastero annesso. Per celebrare l’inaugurazione di questa grandiosa opera fu commissionata una tela a Raffaello da Urbino, conosciuta oggi con il nome di “Spasimo di Palermo” ed esposta al museo del Prado di Madrid. La realizzazione del convento si rivelò comunque troppo dispendiosa e l’opera non fu mai completata. Oggi viene utilizzata per eventi e concerti all’aperto.

Cosa vedere a Palermo: la città barocca

È nelle chiese che a Palermo il barocco raggiunge la sua massima potenza espressiva. Gli ordini religiosi committenti iniziarono una sorta di competizione nel realizzare opere dalla maggiore opulenza e magnificenza. Il tratto distintivo di questa corrente artistica è, come in altre città d’Italia, l’utilizzo dei marmi mischi che in Sicilia però assume caratteristiche proprie e inconfondibili. Bianchi puttini, statue, simboli religiosi e motivi floreali policromi si affollano su un fondo nero, spesso alternato a specchiature in rosso. Ovviamente elencare tutte le chiese costruite in quest’epoca o che presentano decorazioni barocche è impossibile. Quelle sicuramente da non perdere sono la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, Chiesa del Gesù e Chiesa di Santa Caterina.

Piazza Villena (Quattro Canti)

Piazza Villena o i “Quattro Canti” come viene chiamata più comunemente, è una pizza che si trova in pieno centro all’incrocio tra Via Maqueda e il “Càssaro”, la strada più antica di Palermo, oggi chiamata Via Vittorio Emanuele. I lavori per la realizzazione iniziarono nel 1608 in ragione delle nuove esigenze urbanistiche della città e la necessità di far spazio proprio alla nuova via Maqueda. I palazzi che costituiscono il prospetto segnano la suddivisione dei quattro rioni storici della città: Albergheria, Capo, La Loggia o Castellamare e Kalsa e le loro decorazioni sono articolate su quattro diversi livelli. In quello più in basso troviamo la rappresentazione dei quattro fiumi della città antica: Oreto, Kemomia, Pannaria e Papireto. Nei livelli superiori troviamo prima le quattro stagioni personificate da Eolo, Venere, Cerere e Bacco e salendo ancora le raffigurazioni di Carlo V, Filippo II, Filippo III e Filippo IV. Nell’ordine superiore troviamo infine le quattro sante palermitane: Cristina, Oliva, Ninfa e Agata protettrici dei quattro quartieri retrostanti.

Palazzo Gangi-Valguarnera

Palazzo Gangi Valguarnera è uno degli esempi più sfarzosi esempi di barocco settecentesco a Palermo, diventato celebre per aver fatto da ambientazione alla scena del ballo nel film di Luchino Visconti “Il Gattopardo”. Di origine probabilmente cinquecentesca l’attuale aspetto del palazzo è il risultato di un’importante opera di ristrutturazione voluta nella seconda metà del Settecento dal principe Pietro Valguarnera. Il cantiere venne avviato nel 1742 con il coinvolgimento dell’architetto Filippo Juvarra, che passò poi la mano ad Andrea Gigante, cui si devono l’ala che prospetta sulla piazza, le cavallerizze,il monumentale scalone che porta al piano nobile e la grande galleria degli specchi. Quest’ultima presenta quattro antiche specchiere in oro zecchino e uno scenografico doppio soffitto ligneo traforato. Oggi il palazzo è di proprietà dei discendenti diretti di Pietro e Marianna Valguarnera ed è visitabile solo su prenotazione.

Palazzo Santa Croce Sant’Elia

Al numero 81 di Via Maqueda si trova una delle dimore barocche più grandi e prestigiose di Palermo: il Palazzo Sant’Elia. Il prospetto di oltre 75 metri è abbellito da eleganti balconi a petto d’oca e grandi finestre a timpano. L’ingresso nel palazzo è preceduto da una magnifica corte interna e da uno scalone doppio di marmo. L’interno presenta un elegante atrio e sontuosi saloni affrescati, con pavimento maiolicato. Dal 2013 è concesso in uso alla Fondazione Sant’Elia che lo usa eventi culturali ed allestire importanti mostre d’arte combinazione con loggiato di San Bartolomeo.

Chiesa di San Giuseppe dei Teatini

In pieno centro storico si trova un primo splendido esempio di architettura barocca a Palermo: la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini. Costruita tra il 1612 è il 1645 per l’ordine dei Padri Teatini l’edificio occupa uno dei “quattro canti” di Piazza Villena. L’interno è maestoso e decorato da splendidi stucchi, affreschi e intarsi di marmi mischi. L’impianto dell’edificio è a croce latina con tre navate divise da 14 colonne di marmo. La volta della navata centrale è decorata di Paolo Corso e affreschi di Filippo Tancredi mentre la cupola centrale è affrescata da Guglielmo Borremans e nei pennacchi da Giuseppe Velasquez.

Chiesa del Gesù (Casa professa)

La Chiesa del Gesù, conosciuta anche come Casa Professa, è la prima chiesa che l’ordine dei gesuiti fece costruire in Sicilia. I primi lavori iniziarono nel 1564 e furono finalizzati ad incorporate le cinque chiese che occupavano l’area realizzando un edificio dallo stile severo in linea con il rigore dell’ordine. Appena 13 anni dopo i gesuiti decisero di modificare l’assetto della chiesa per renderlo un simbolo della potenze religiosa e politica dell’ordine. Furono così aggiunte le splendide decorazioni interne fatte da stucchi, marmi intarsiati e dipinti tra cui spiccano i bassorilievi scultorei dell’Adorazione dei pastori e l’Adorazione dei magi di Gioacchino Vitaliano su disegno di Procopio Serpotta.

Chiesa di Santa Caterina

Costruita tra il 1580 e il 1596 e annessa al grandissimo convento delle suore domenicane del 1310, la Chiesa di Santa Caterina è un’altro incredibile esempio di arte barocca a Palermo. La facciata è in stile tardo rinascimentale mentre l’interno, a una navata con tre cappelle per lato, è interamente decorato da intarsi marmorei policromi, affreschi, sculture e pale d’altare. Utilizzando anche qui la tecnica dei marmi mischi, le maestranze dell’epoca crearono un “tappeto di decorazioni” fatto di motivi vegetali, umani, animali o astratti per ricoprire ogni superficie possibile.

Cosa vedere a Palermo: gli stucchi di Giacomo Serpotta

Tra gli interpreti del barocco a Palermo una menzione particolare spetta sicuramente a Giacomo Serpotta e alla sua famiglia. Tra le cose da vedere a Palermo ci sono le incredibili decorazioni di Giacomo Serpotta, uno dei più grande stuccatura d’Europa e primo ad utilizzare la tecnica della allustratura. Nelle sue decorazioni lo stile barocco viene reinterpretato in una chiave nuova e personale che prelude già chiaramente allo stile rococò. E’ possibile ammirare la sua ricca produzione nell’Oratorio di San Lorenzo (dove è custodita anche la riproduzione del quadro rubato di Caravaggio), nell’Oratorio del Rosario di San Domenico, di Santa Cita, di San Mercurio e nell’Oratorio dei Bianchi. Gli stucchi di Serpotta decorano anche diverse chiese come quella di Sant’Orsola (che custodisce alcune tele di Pietro Novelli) o quella di San Matteo e si trovano anche nel Museo Diocesano (MUDIPA).

Cosa vedere a Palermo: gli antichi mercati

Tra le cose da vedere a Palermo sicuramente non può mancare un giro per gli antichi di mercati di Palermo: Ballarò, Vucciria, il Mercato del Capo, il Mercato delle Pulci e il Mercato Lattarini. Oltre a poter acquistare spezie di vario tipo questi mercati sono anche uno dei posti migliori dove iniziare a familiarizzare con lo street food palermitano. È possibile quindi assaggiare le panelle (frittelle di farina di ceci), crocchè o cazzilli (crocchette di patate), cipolle bollite o al forno, verdure lesse, polpo, quarume (interiora di vitello), panino con la meusa (milza). I mercati di Ballarò, la Vucciria e il Mercato del Capo sono anche tra le aree in cui si concentrano la maggior parte degli interventi di street art a Palermo.

Antica Rosticceria San Francesco

È il tempio dello cucina palermitana più vera e verace. Il locale risale al 1834, quando Salvatore Alaimo, dopo 25 anni passati come maestro di cucina al servizio dei Principi di Cattolica, riceve in dono la cappella sconsacrata di un antico palazzo nel cuore di Palermo. All’interno è possibile provare tutti i piatti tipici della cucina popolare palermitana: pane e panelle, cazzilli, pani ca’ meusa, sfincione, pasta con le sarde.

Cosa vedere a Palermo: i Musei storico-artistici

Palazzo Abatellis

Palazzo Abatellis, splendido esempio di architettura gotico-catalana a Palermo, ospita la Galleria Regionale della Sicilia. Nel museo sono raccolte sculture e pitture principalmente del XIV e XVI secolo. Tra le opere esposte ci sono grandi capolavori come L’Annunciata di Antonello da Messina, il celebre affresco il Trionfo della Morte e il busto di Eleonora d’Aragona di Antonello Gagini.

Museo Regionale d’Arte contemporanea e moderna

All’interno di Palazzo Belmonte Riso si trova il Museo Regionale d’Arte contemporanea e moderna con opere di artisti siciliani a partire dalla seconda metà del XX secolo, come Carla Accardi, Pietro Consagra, Antonio Sanfilippo, Emilio Isgrò, Croce Tavarella, Alessandro Bazan e opere di artisti che hanno lavorato nell’isola da Jannis Kounellis a Richard Long e Christian Boltanski.

Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo (GAM)

La Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo (GAM) è ospitata all’interno di un complesso museale formato da due edifici: l’ex convento francescano della chiesa di Sant’Anna la Misericordia in stile barocco e l’attiguo gotico catalano Palazzo Bonet. Le oltre 200 opere esposte illustrano il percorso delle arti figurative in Italia tra Ottocento e Novecento. Tra le opere più importanti presenti ci sono le tele monumentali di Giuseppe Sciuti, i paesaggi di Giuseppe Lojacono e le testimonianze dell’arte del Novecento di Felice Casorati, Renato Guttuso e Mario Sironi.

Museo Archeologico Regionale Salinas

Nell’ex convento dell’Olivella dei padri filippini si trova il Museo Archeologico Regionale Antonio Salinas che possiede una delle più ricche collezioni archeologiche d’Italia. All’interno del museo sono raccolti ed esposti reperti archeologici del periodo preistorico, fenicio, etrusco, greco e romano, che documentano così le diverse fasi dell’arte e della civiltà della Sicilia occidentale.Tra i vari reperti spiccano le metope e la maschera di Gorgone provenienti da Selinunte e le grondaie a testa leonina del tempio della Vittorio di Himera.

Palazzo Branciforte

Nel pieno centro storico di Palermo si trova Palazzo Branciforte, sede dal 2012 della Fondazione Sicilia. L’edificio costruito alla fine del XVI secolo fu ampliato e modificato nel secolo successivo e divenne nell’Ottocento la sede del Monte di Pietà di Santa Rosalia. Nel 2012, grazie a un progetto di restauro di Gae Aulenti, il palazzo è diventato un importante polo espositivo e sede di mostre. Al piano terra sono esposti la collezione archeologica e quella delle maioliche con pezzi della produzione in ceramica sei – settecentesca dell’Isola, cui si aggiungono autentici capolavori della maiolica italiana, europea ed anche pezzi provenienti dall’Oriente. In una sala al primo piano è possibile ammirare una collezioni di 55 sculture realizzate tra artisti dell’Ottocento e del Novecento come Antonio Ugo, Giacomo Manzù e Lucio Fontana. In quelli che erano i locali del vecchio Monte di Pietà, dove è rimasto ancora l’intero apparato architettonico in legno è esposta la collezione di pupi siciliani della famiglia Cuticchio.

Villa Zito

All’interno della dimora settecentesca di Villa Zito si trova esposta la pinacoteca della Fondazione Sicilia. La raccolte comprende oltre 1000 dipinti e opere grafiche che vanno dai primi del Seicento al Novecento. Tra gli autori rappresentati Mattia Preti, Bernardo Strozzi, Luca Giordano, Salvator Rosa per il 600, i protagonisti dell’800 della pittura di paesaggio, maestri moderni come Mario Sironi, Filippo De Pisis, Ottone Rosai, Carlo Carrà, Arturo Tosi Fausto Pirandello e opere di Renato Guttuso, Mario Schifano e del pittore futurista corleonese Pippo Rizzo.

Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino

In una traversa di via Butera e all’interno di un palazzo storico si trova il Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino. Custodisce circa 4.000 pezzi, fra marionette, pupi, burattini, ombre, attrezzature sceniche e cartelloni provenienti da tutto il mondo. Tra questi, il Museo conserva la più vasta e completa collezione di pupi di tipo palermitano, catanese e napoletano, e numerosi materiali utilizzati nelle altre tradizioni del teatro di figura che sono state dichiarate dall’UNESCO Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità: il Ningyo Johruri Bunraku giapponese, il Wayang Kulit indonesiano e lo Sbek Thom cambogiano.

Museo delle Maioliche Stanze al Genio

In una parte del piano nobile di Palazzo Pirajno, palazzo costruito tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVII secolo, si trova il Museo delle Museo delle Maioliche Stanze al Genio. La collezione conta quasi 5.000 pezzi suddivisi in otto sale espositive ed è composta principalmente da mattonelle maiolicate siciliane e campane utilizzate come pavimenti e rivestimenti e realizzate tra il XV ed il XX secolo.

Museo Diocesano di Palermo

All’interno di un palazzo di origine quattrocentesca è possibile visitare il Museo Diocesano di Palermo. L’edificio, voluto dall’arcivescovo Simone Beccadelli di Bologna, conserva ancora un’elegante trifora gotico-fiammeggiante ed un portale gotico-catalano. Il museo si sviluppa attorno a 15 sale che ripercorrono attraverso le opere esposte un periodo di tempo che va dal XII al XIX secolo. Sono presenti circa 200 opere tra pitture, sculture e opere d’arte decorativa tra cui spiccano il “Ruolo dei Confrati defunti”, unica opera datata (1338) e firmata Antonio Veneziano, e la “Pietra tombale di cavaliere” realizzata da Francesco Laurana.

Palazzo Asmundo

A pochi passi dalla Cattedrale di Palermo si trova lo splendido Palazzo Asmundo, oggi diventato una casa museo. L’edificio costruito nel Settecento, presenta all’interno splendidi affreschi realizzati da Gioacchino Martorana, pittore molto noto all’epoca per aver affrescato anche Palazzo Comitini, Palazzo D’Orleans e Palazzo Reale. All’interno sono esposte diverse collezioni che vanno dalle maioliche del XVIII secolo, alle armi, alle ceramiche dell’Ottocento e poi cartoline e stampe d’epoca e persino carrozze.

Museo Etnografico siciliano Pitrè

Nei locali attigui la Palazzina Cinese è allestito il Museo Etnografico siciliano Pitrè, che attraverso i 4.000 oggetti esposti documenta vita, usi e costumi del popolo siciliano. Nel 2007 è stata inaugurata una seconda sede del museo, nello storico Palazzo Tarallo dove sono esposti il Teatrino dell’Opera dei Pupi, un laboratorio di restauro e la “stanza della memoria” di Giuseppe Pitrè.

Museo del Risorgimento Vittorio Emanuele Orlando

In una parte dell’ex convento di San Domenico è allestito il Museo del Risorgimento Vittorio Emanuele Orlando suddiviso in tre sale espositive: il “Grande Salone”, la ” Sala Crispi” e la “Sala Meli”. Le collezioni esposte sono incentrate principalmente sulla rivoluzione siciliana del 1848 e sulle fasi della spedizione dei Mille avvenute in Sicilia e comprendono dipinti, divise militari, fotografie, incisioni, armi, oggetti di uso comune e busti di gesso e di marmo raffiguranti i protagonisti del periodo risorgimentale.

Museo Falcone e Borsellino

Nelle tre stanze del bunker del Palazzo di Giustizia dove lavorarono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è stato allestito con gli oggetti che erano contenuti li il Museo Falcone e Borsellino.

Cosa vedere a Palermo: i Musei Scientifici

Museo di Zoologia Doderlein

Il Museo Zoologico “P. Doderlein” raccoglie collezioni che contengono alcune migliaia di esemplari di Invertebrati e Vertebrati. Il museo, risalente alla seconda metà del XIX secolo, ospita oltre 5.000 esemplari molti dei quali appartenenti a specie ormai estinte in Italia ed in Sicilia, come ad esempio lo storione, il gufo reale ed il lupo siciliano ed esemplari puri di specie reintrodotte come il pollo sultano e il grifone. Per la conservazione degli esemplari, Doderlein e suoi collaboratori, intervennero con un trattamento chimico segreto la cui formula è oggi perduta.

Museo Gemmellaro

Al numero 131 di corso Tukory c’è il Museo di paleontologia e geologia Gaetano Giorgio Gemmellaro. Il patrimonio del Museo è costituito da oltre 600.000 reperti che raccontano un periodo di oltre 270 milioni di anni. Tra i reperti esposti spiccano un cristallo di gesso che contiene una goccia d’acqua del Mediterraneo di 6 milioni di anni fa, i resti fossili di esemplari di elefanti nani e lo scheletro umano più antico finora trovato in Sicilia datato Paleolitico Superiore.

Museo della Radiologia

Inaugurato nel 1995 durante le celebrazioni per il centenario della scoperta dei raggi X da parte di Wilhelm Conrad Röntgen, il Museo della Radiologia di Palermo illustra attraverso libri, articoli e strumenti di uso comune e non, lo sviluppo di questa disciplina nel corso del tempo. La collezione comprende antiche macchine elettrostatiche usate per produrre elettricità dagli studiosi del XVIII e XIX secolo, i primi tubi a raggi catodici e una raccolta di tubi, tavoli di comando, criptoscopi e ortoscopi.

Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi

Un altro interessante museo da vedere a Palermo è il Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi che contiene una vasta collezione di motori – industriali, aeronautici, navali, automobilistici -, di meccanismi didattici e di apparecchiature scientifiche impiegate nelle attività di ricerca sperimentale nel campo delle Macchine e della Meccanica Applicata. Tra i pezzi che si trovano esposti ci sono alcuni motori aeronautici in dotazione a diversi aerei italiani e tedeschi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, due motori a vapore della fine del XIX secolo ed una turbina a vapore della antica centrale elettrica di via che alimentava la città di Palermo all’inizio del secolo scorso. Nel 2017 il Museo ha ricevuto – primo in Italia – il prestigioso riconoscimento internazionale “Mechanical Engineerig Heritage Collection” assegnato dall’American Society of Mechanical Engineers (ASME).

Museo di Mineralogia

All’interno del Dipartimento di Scienza della Terra e del Mare si trova il Museo di Mineralogia di Palermo. All’interno è custodita una delle più ricche ed antiche collezioni di minerali in Sicilia, come gli splendidi reperti della serie gessoso – solfifera siciliana, le diverse collezioni di minerali, spesso rari e provenienti da tutti i continenti, le rocce e i materiali lapidei decorativi, la pregiata ambra siciliana, i preziosi ed antichi strumenti di studio e ricerca.Il museo è visitabile solo su prenotazione dal lunedì al venerdì.

Arsenale di Palermo – Museo del Mare

Nei locali del vecchio Arsenale Borbonico di Palermo è stato allestito nel 1999 il polo Arsenale di Palermo – Museo del mare. Gli spazi interni sono divisi in cinque sezioni: una storica nella quale si possono ammirare due cannoni di epoca borbonica, una sezione fotografica che documenta la storia dell’antica Via del Molo; una sezione delle tradizioni marittime e oggettistica marinara, una sezione dei motori marini e una per la sezione modellistica navale.

Museo dell’Osservatorio Astronomico di Palermo

Per gli appassionati dello spazio all’interno della Torre del Palazzo dei Normanni si trova il Museo della Specola che comprende una ricca collezione di strumenti astronomici, cui si affiancano orologi, strumenti meteorologici e topografici, apparati di fisica e di geomagnetismo.

Planetario di Palermo – Museo della Terra e dello Spazio

Nella splendida cornice di Villa Filippini è ospitato il Planetario di Palermo – Museo della Terra e dello Spazio: uno spazio museale ed espositivo di circa 300 metri quadrati dedicato all’Astronomia e alle Scienze della Terra. Il planetario ha un sistema di proiezione digitale con sistema ottico fisheye in 3d Colours con il software Stellarium gestito da una Console di comando, completato da spazi espositivi e percorsi museali. All’interno della sala è presente una mostra permanente sul Sistema Solare, la Via Lattea e le Galassie, e la Storia della Terra, schermi di proiezione con filmati tematici e postazioni per la visualizzazione on line di siti astronomici dedicati ai corpi celesti e alle missioni spaziali attualmente in corso.

Cosa vedere a Palermo: i Teatri

Teatro Massimo

Tra le cose da vedere a Palermo ci sono anche i suoi splendidi teatri come il Teatro Massimo, il più grande d’Italia e il terzo in Europa dopo dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. La realizzazione dell’edificio iniziò nel 1875 ad opera di Giovanni Battista Filippo Basile e fu completata nel 1897 dal figlio Ernesto. Il teatro, di gusto classico-ecclettico riprende forme e geometrie tipiche dell’arte greca e romana. L’interno presenta ricche decorazioni e dipinti di Rocco Lentini, Ettore De Maria Bergler, Michele Cortegiani e Luigi Di Giovanni.

Teatro Politeama

In piazza Ruggero Settimo si trova il Teatro Politeama, costruito su progetto di Giuseppe Damiani Almeyda e inaugurato nel 1874 anche se incompleto. L’edificio ha una pianta circolare e forme che richiamano molto il Pantheon romano. L’ingresso ricorda un arco di trionfo ed è sormontato da una quadriga in bronzo con Apollo opera di Mario Rutelli affiancata da due geni a cavallo realizzati da Benedetto Civiletti.

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