Il quartiere ellenistico-romano è una straordinaria testimonianza dell’antico tessuto urbano della città di Agrigento. Gli edifici rinvenuti, durante gli scavi degli anni ’50, raccontano come era organizzata la vita nell’antica città di Akragas. Inoltre ci dicono anche quali erano gli schemi seguiti nella progettazione dell’assetto urbano. Oltre a ventisette abitazioni con splendidi mosaici e decorazioni, possiamo ammirare anche altri tipi di edifici come banchi di vendita, magazzini e pozzi.
Storia e struttura del Quartiere ellenistico-romano di Agrigento
L’area archeologica del quartiere ellenistico-romano di Agrigento si estende per circa 15 mila metri quadrati all’interno del parco della Valle dei Templi. Questo settore urbano è tornato alla luce in seguito a scavi archeologici finalizzati ad identificare l’antica Agrigento (Akragas). I primi insediamenti urbani risalgono al periodo ellenistico, intorno al IV secolo a.C.. A questo impianto urbano si sovrappone il quartiere romano, nato dall’ampliamento e dalle modifiche apportate alle abitazioni esistenti intorno al II e III secolo d.C. L’impianto del quartiere riflette i dettami di Ippodamo di Mileto, urbanista greco del V secolo a.C.. Il suo modello prevedeva una rete stradale ortogonale, fatta di strade principali (platêiai) e strade secondarie (stenōpói), che dividevano lo spazio in isolati quadrangolari regolari. Il quartiere ellenistico-romano di Agrigento è composto da ventisette abitazioni (domus), inserite in tre isolati (insulae) e delimitate da quattro assi stradali nord–sud, indicati con il nome di cardines.
Le abitazioni del quartiere
Le abitazioni del quartiere ellenistico-romano di Agrigento sono di vario tipo. Alcune a peristilio, secondo una tradizione prettamente ellenistica, altre invece hanno un atrio caratterizzato da impluvio di tipo italico, sia con peristilio che semplicemente circondate da vani. Durante l’età imperiale sono state apportate alle abitazioni ellenistiche diverse modifiche o aggiunte. Sono così stati realizzati mosaici nei pavimenti e affreschi e decorazioni in stucco alle pareti. Nella Casa delle Svastiche, nella Casa della Gazzella e in quella del Maestro Astrattista sono visibili dei veri e propri tappeti musivi, con motivi geometrici, vegetali e zoomorfi. Oltre agli edifici, ad uso abitativo, gli scavi hanno portato alla luce anche tabernae con dei banchi di vendita, magazzini e pozzi. Il quartiere inoltre disponeva di un sistema di tubature in terracotta che garantiva il rifornimento idrico e riscaldamento alle abitazioni. Inoltre erano presenti anche infrastrutture fognarie per lo smaltimento delle acque piovane e dei liquami.
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