Palazzo degli Elefanti

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Il Palazzo degli Elefanti, così chiamato per via dei frontoni dei balconi adornati con questi animali, è la sede del municipio di Catania. I lavori di costruzione dell’edificio iniziarono nel 1696 dopo che il terremoto del 1693 aveva distrutto la sede precedente.
Il 14 dicembre 1944, in seguito ad alcune rivolte popolari per protestare contro la coscrizione obbligatoria, il municipio fu incendiato e andarono persi i preziosi archivi storici del comune. Le sale interne furono nuovamente arredate nello stile originario e il palazzo fu riaperto a un anno esatto di distanza il 14 dicembre del 1952.

Alla realizzazione del palazzo contribuirono diversi artisti. Il progetto originale fu realizzato da Giovan Battista Longobardo nel 1696, le facciate est, sud e ovest furono progettate da Giovanni Battista Vaccarini mentre quella nord fu realizzata da Carmelo Battaglia. Infine lo scalone d’onore che si apre sulla corte interna fu inserito infine nel XIX secolo da Stefano Ittar.

Interno
L’edificio ha pianta rettangolare con corte centrale porticata su due lati. Nella corte interna si trovano le due cosiddette Carrozze del Senato, che sono utilizzate dalle autorità cittadine in occasione della festa di Sant’Agata del 3 febbraio per raggiungere in processione la Chiesa di San Biagio.
Sempre nella corte interna si trova anche, una scultura raffigurante Santa Agata, che poggia il piede destro sul collo dell’imperatore Federico II, accompagnata dalla frase ammonitrice destinata al sovrano “Noli offendere patriam Agathae” (Non Offendere la Patria di Agata).
Secondo la leggenda, infatti, la frase comparve sul messale (un libro con le informazioni per celebrare la messa) dell’imperatore svevo spingendolo ad abbandonare la sua idea di distruggere la città ribelle di Catania.
Nel salone d’onore al primo piano sono conservati dipinti del pittore catanese Giuseppe Sciuti.

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