Galleria Regionale Palazzo Abatellis

Particolare del quadro Il Trionfo della Morte
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Il Palazzo Abatellis è conosciuto anche come Palazzo Patella. Si tratta di un’antica struttura della nobiltà palermitana ed è sito nell’antico quartiere della Kalsa, in via Alloro. Dal 1954 ospita la Galleria Regionale della Sicilia. Fu costruito da Matteo Carnilivari per essere la residenza di Francesco Abbatellis, successivamente ”storpiato” in Abatellis. Egli ricoprì la carica di Gran Siniscalco dopo essere stato nominato Capitano da Ferdinando II d’Aragona e successivamente trasferito a Palermo da Lucca.

Sposatosi con una donna palermitana, Abbatellis non ebbe figli e dispose quindi la successione del palazzo alla moglie, dopo la morte della quale, sarebbe dovuto diventare un monastero di suore. Il palazzo passò inizialmente alle religiose di San Girolamo e successivamente a quelle di San Domenico, per poi essere intitolato a Santa Maria della Pietà passando a quelle dell’Ordine benedettino nel 1509.

Le disposizioni di Abbatellis tuttavia, non prevedevano o specificavano quale ordine avrebbe dovuto occupare il palazzo, ragione per la quale se ne successero diversi, durante ognuno dei quali vennero apportate piccole e grandi modifiche per adattarlo alla vita monastica. La planimetria del palazzo venne completamente riconfigurata, infatti, rispetto all’originale progetto di Carnilivari, l’area di molte zone venne frazionata, opera che servì alla realizzazione di celle, dormitori e corridoi. Dalla parte esterna furono rimosse diverse colonne intermedie e perfino alcune decorazioni.

L’opera di modifica più importante fu certamente la realizzazione di una cappella per soddisfare le necessità delle comunità religiose che occuparono il palazzo. La sua costruzione a opera dell’architetto Antonio Belguardo, realizzata tra il 1535 e il 1541, occultò il prospetto sinistro del palazzo. Nel XVII secolo la realizzazione di una chiesa più grande determinò l’abolizione della cappella originaria, che venne divisa in diverse stanze, l’altare venne rimosso e divenne un magazzino, sul retro venne costruita una porta che conduceva al muro dell’abside e la parte anteriore che era il vecchio ingresso su Via Alloro, divenne un parlatorio. L’ingresso della nuova chiesa fu posto sul lato di Via Butera. La nuova struttura era l’attua chiesa di Santa Maria della Pietà.

Nel 1943, durante i bombardamenti di Palermo, il palazzo venne colpito, ma fortunatamente si verifico solo il crollo di una parete della torre ovest e di una parte dell’ala sud-ovest. Alla fine del conflitto bellico, furono iniziati i lavori di restauro e fu deciso di adibire il palazzo a galleria d’arte nella quale esporre collezioni di opere medievali. Prima di essere portate a Palazzo Abatellis, le opere erano parte della collezione della Pinacoteca della Regia Università.

I lavori di ripristino del palazzo furono assegnati a Mario Guiotto, attraverso i quali furono ricostruiti il soffitto del salone centrale crollato per i bombardamenti, la loggia e il portico, mentre vennero rimosse le superfetazioni. Per l’arredamento e l’allestimento della galleria, fu incaricato Carlo Scarpa e nel 1954, Palazzo Abatellis venne aperto al pubblico. La galleria divenne Regionale nel 1977, anno in cui la gestione passò per l’appunto alla Regione Sicilia.

Un’importante e recente opera di restauro, venne eseguita nel 2008, che determinò la chiusura del palazzo per un anno. I lavori servirono a rideterminare alcune zone, gran parte del lavoro di Scarpa venne mantenuto, ma vennero anche create le cosiddette sala verde e rossa e venne anche realizzata una terrazza sul tetto.

L’esterno di Palazzo Abatellis

La pianta del palazzo è rettangolare e dispone di un cortile interno. È realizzato con pietre d’intaglio e si sviluppa in verticale su due piani collegati da due scale una di fronte all’altra. Centralmente si trova il loggiato a due ordini, al piano terra vi sono archi a sesto ribassato, mentre al primo piano gli archi sono a tutto sesto.

Il portale principale ha uno stile lineare, maestoso ed è racchiuso tra due torri arricchite con merlature molto evidenti. Tutt’intorno al portale vi è una cornice in pietra, sopra la quale si trovano gli stemmi raffiguranti le armi della famiglia Abatellis.

L’interno di Palazzo Abatellis

L’attrattiva maggiore di Palazzo Abatellis è rappresentata sicuramente dalle sale interne, le quali ospitano le opere d’arte acquisite attraverso donazioni o semplicemente recuperate dai vari ordini religiosi che vi si sono succeduti al suo interno. La collezione contiene opere come la Madonna del latte, il Ritratto di giovinetto, l’Annunciazione di Domenico Gagini, sculture trecentesche e quattrocentesche, intagli su legno e dipinti a soffitto, il busto di Eleonora d’Aragona e le pregiate maioliche del XIV e XVII secolo.

Palazzo Abatellis è particolarmente noto per un’opera, un affresco di dimensioni considerevoli (600 x 642cm) occupante un’intera parete della sala II. Si tratta del Trionfo della Morte, originariamente ospitato presso Palazzo Sclafani. È ubicato nella ex cappella e dei fari lo illuminano dall’alto creando un impressionante impatto visivo. L’affresco mostra la morte, raffigurata semplicemente come uno scheletro, che cavalca un cavallo anch’esso scheletrico, mentre miete vittime tra giovani uomini e donne della nobiltà, alte figure della chiesa, sovrani, laici, dei quali i corpi riversano al suolo privi di vita, mentre i derelitti e i miserabili, che invece la desiderano, vengono lasciati in vita.

Al primo piano del palazzo è possibile ammirare il dipinto di Antonello da Messina, l’Annunziata, considerato un’opera iconica del rinascimento. La sala nella quale l’opera viene esposta è conosciuta proprio come sala Antonello. L’opera raffigura la Vergine nel momento dell’annunciazione. Prima di giungere nella sala, è possibile ammirare l’Ultima Cena di Jaume Serra, la Madonna dell’Umiltà, le opere di Antonello Crescenzo, l’Incoronazione della Vergine e il Salone delle Croci.

La più recente attrattiva è rappresentata invece dalle nuove sala rossa e sala verde. Ospitano opere risalenti al realismo, al manierismo e altre opere seicentesche. Nella sala verde vi sono lavori di Filippo Paladini, quali l’Estasi di Santa Caterina e San Francesco e inoltre, si trova la famosa Sfera d’Oro.

La sala rossa ospita opere che richiamano lo stile di Caravaggio, come Sant’Agata in carcere visitata da San Pietro e una versione della Cena in Emmaus di autore ignoto. Le opere più famose della sala rossa sono certamente la Madonna col bambino, Santa Rosalia incoronata dagli angeli e il Compianto di Antoon Van Dych.

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