Il Museo Archeologico Salinas di Palermo custodisce una delle collezioni archeologiche più ricche d’Italia. Riesce a raccontare praticamente tutta la storia della Sicilia dalla Preistoria al Medioevo. Sono presenti testimonianze del neolitico e dell’età del rame, mosaici provenienti da Solunto, Palermo e Marsala e importanti reperti fenici, greci e romani. Tra le cose da non perdere ci sono: le Metope provenienti dai Templi di Selinunte, la “Pietra di Palermo” e un frammento del fregio del Partenone.
La storia del Museo Archeologico Salinas
Il Museo Archeologico Salinas di Palermo ha sede nel cinquecentesco Convento dei Padri Filippini. Nel 1866, il nuovo Regno d’Italia acquisisce questa struttura in seguito alla soppressione delle congregazioni religiose e alla confisca dei loro beni. Il nucleo originario della collezione era composto dai reperti dei musei dell’ordine gesuitico, benedettino e dell’Università di Palermo. A partire dal 1823 si sono aggiunti i reperti recuperati duranti gli scavi di Selinunte, di Solunto e di Tindari, nonché le numerose donazioni dai re borbonici e altre reperti acquistati. Tra le varie collezioni, che nel corso degli anni sono confluite nel Museo Salinas, c’è quella del console inglese Robert Fagan, che comprendeva anche un frammento del fregio del Partenone di Atene. Una seconda importante collezione è quella Astuto che contiene materiali archeologici provenienti prevalentemente dal mercato antiquario romano. Degna di nota è anche la Collezione etrusca dei conti Casuccini da Chiusi. Nel corso degli anni Cinquanta le collezioni medievali e moderne furono trasferite al Museo Regionale di Palazzo Abatellis. Il Museo Salinas divenne così esclusivamente archeologico.
Piano terra: Metope di Selinunte e la Pietra di Palermo
Il percorso espositivo del Museo Archeologico Salinas inizia al piano terra e si articola attorno a due chiostri. Nel Chiostro Maggiore e nelle celle, che si aprono lungo il suo portico, sono esposti reperti provenienti da scavi condotti a Tindari, Termini Imerese, Halaesa, Taormina, Centuripe, Randazzo e Agrigento. Tra le cose più interessanti di questa prima parte del Museo Salinas c’è la Sala delle Epigrafi, con importanti iscrizioni greche e latine. Molto bella è anche la grande sala che ospita le famose metope dei Templi di Selinunte e la “Pietra di Palermo”.
Curiosità: La “Pietra di Palermo” è un insieme di frammenti in diorite nera con delle iscrizioni su entrambi i lati. Ci sono incise la cronaca di circa 700 anni di vita egiziana in varie lingue antiche e gli annali delle prime cinque dinastie (3100-2300 a.C.).
Con la riapertura del museo nel 2018 è stato inaugurato un nuovo spazio espositivo. Un terzo cortile è stato trasformato in una sorta di agorà aggiungendo una copertura in vetro e acciaio. Qui si ci sono le 17 gronde leonine provenienti da Himera e il grande gorgoneion che decorava il frontone del Tempio C di Selinunte.
Primo piano: Collezione etrusca Casuccini, Medagliere e Ariete bronzeo
Nel primo piano del Museo Archeologico Salinas sono esposti i reperti provenienti da diverse collezioni: quella etrusca dei Casuccini, la Collezione Astuto, la collezione del Museo di San Martino e quella del Museo Salnitriano. Tra queste molto importante è la Collezione Casuccini, considerata la più importante collezione etrusca al di fuori della Toscana. Comprende tra le altre cose: sarcofagi, urne e ceramiche attiche a figure rosse e nere. Nelle sale della scultura greca e romana meritano attenzione la statua di Eracle che uccide una cerva e l’Ariete di bronzo che in origine era collocato nel Castello Maniace di Siracusa. È anche presente una sezione interamente dedicata alle oreficerie e alle ricche collezioni numismatiche del Medagliere.
Secondo piano: Preistoria, Fenici e Collezione subacquea
La visita al Museo Archeologico Salinas termina al secondo piano, interamente dedicato all’esposizione di materiali provenienti da scavi archeologici effettuati nella Sicilia centro-occidentale. È possibile così ripercorrere tutta la storia della Sicilia, dai più antichi periodi preistorici e protostorici alla colonizzazione fenicia, dal periodo romano e bizantino fino all’età medievale. Nel loggiato, che oggi è chiuso da una moderna vetrata, si trova la sezione subacquea che comprende una selezione di ancore e anfore da trasporto.
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