La Chiesa del Calvario di Savoca, anche se ormai sconsacrata da diversi anni, rimane un luogo molto speciale. Posta in cima ad uno dei colli del borgo è la stazione finale della Via Crucis che, ogni anno, si svolge a Savoca. È anche uno dei punti di osservazione migliore per ammirare il panorama anche se, per raggiungerlo, la fatica non manca.
La storia della Chiesa del Calvario di Savoca
La piccola chiesetta del Calvario si trova in cima ad uno dei colli di Savoca. In questo punto esisteva già prima dell’anno Mille un eremo abitato da monaci basiliani provenienti dalla vicina abbazia della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò. Nel XVIII secolo però l’edificio era completamente abbandonato e per questo affidato ai Gesuiti. Questi si occuparono del restauro della chiesa che dedicarono alla Beata Vergine dei Sette Dolori e della Santa Croce. Nel 1948 è stato realizzato un lavoro di restauro che però ha stravolto l’aspetto originario della chiesa. L’unico elemento sopravvissuto nel tempo è un antico arco in pietra.
Il Monte Calvario e la Via Crucis di Savoca
Ogni anno a Savoca il giorno del Venerdì Santo si celebra il rito della Via Crucis. Questa tradizione ha origini antichissime e risale al XV secolo quando furono scavate nella roccia le 14 stazioni della Via Crucis. Nel 1735 i padri Gesuiti si occuparono del loro restauro mentre più recentemente sono state sostituite con pannelli in terracotta. Il percorso è lo stesso da secoli e parte dal Convento dei Cappuccini per terminare sul Monte Calvario di Savoca. La processione coinvolge i fedeli guidati dai cosiddetti “incappucciati” e cioè gli appartenenti alla Confraternita di Santa Lucia. Durante il percorso vengono intonati antichi canti tradizionali accompagnati dal suono della “troccola”. Questo è uno strumento musicale diffuso in diverse parti del sud Italia, formato da una tavola in legno su cui sono installate delle maniglie in metallo.
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