Museo Archeologico Paolo Orsi

Museo Archeologico Paolo Orsi
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Il Museo Archeologico Paolo Orsi è uno dei più importanti e prestigiosi musei d’Europa. La sede attuale è Villa Andolina, uno splendido edificio di fine Ottocento, circondato da un grande parco con alberi secolari e dove sono stati ritrovati reperti di epoca greca e romana. Il museo conta più di 18.000 mila pezzi ed è suddiviso in sei diversi settori. Tra i reperti più famosi che è possibile ammirare ci sono: l’Efebo di Adrano, la Venere Landolina e il Sarcofago di Adelfia. Di straordinaria importanza è anche il Medagliere, che documenta l’emissione delle zecche delle colonie greche in Sicilia.

Il settore A del Museo Paolo Orsi – Preistoria e protostoria

La prima sezione del Museo Paolo Orsi copre un vasto periodo di tempo che arriva fino all’Età del Bronzo. Nelle prime vetrine viene presentato l’assetto geomorfologico dell’area dei Monti Iblei come premessa alla preistoria e protostoria siciliana. Una raccolta di rocce e fossili testimonia invece la fauna presente in Sicilia nel Quaternario. Tra questi ci sono anche due esemplari di elefanti nani. Gli altri reperti arrivano dai più importanti siti archeologici siciliani come Pantalica, Megara Hyblea e Castelluccio. Il periodo dal Paleolitico Superiore al Neolitico è testimoniato da utensili vari come asce, macine e pestelli, realizzati con la lava solidificata. L’Età del Rame o Eneolitico è documentata da scodelle, ciotole e varie ceramiche dipinte. Appartengono all’Età del Bronzo le armi in selce, i primi oggetti in metallo, idoletti in bronzo, pithoi e vari corredi funerari.

Il settore B del Museo Paolo Orsi – Colonie greche. Siracusa in età arcaica e classica

Il secondo settore del Museo Paolo Orsi è focalizzato sulle colonie greche della Sicilia, divise in ioniche e doriche. I manufatti provengono sia dalle aree urbane che dalle loro necropoli. Tra i manufatti che è possibile ammirare ci sono una maschera di Gorgoneion e una statua funeraria in marmo di kouros, a cui manca la testa. Sulla sua gamba destra è incisa un’iscrizione riferita al medico Sombrotidas, figlio di Mandrocles. Un’altra statua molto interessante è quella di una kourotrophos, cioè di una divinità protettrice di bambini, ritratta mentre allatta due gemelli. Sempre in questa zona si trova il simbolo del Museo Paolo Orsi. Si tratta di una statua in bronzo di un cavalluccio che risale probabilmente al 710 a.C. e ritrovata all’interno della tomba di un bambino. Sono presenti inoltre alcune ricostruzioni del tempio di Athena (l’attuale duomo di Siracusa), dell’Olympeion e le grondaie a testa leonina del Castello Eurialo.

Il settore C del Museo Paolo Orsi – Subcolonie di Siracusa, Gela ed Agrigento

Il settore C del Museo Paolo Orsi racconta la politica di espansione e di controllo del territorio da parte di Siracusa. Sono presenti reperti provenienti dalle subcolonie di Eloro, Akrai, Kasmenai e Kamarina. Da non perdere è il cratere attico a figure rosse del Pittore di Agrigento. Da un lato presenta scene di preparazione di un banchetto mentre, nell’altro un colloquio tra tre giovani. Molto bello anche un acroterio quasi completo, cioè un elemento decorativo del frontone dei templi greci. Rappresenta un cavaliere a cavallo e risale al VI secolo a.C. Proseguendo con la visita, si incontrano altri reperti che testimoniano l’ellenizzazione dei centri interni della Sicilia. Tra questi c’è il cosiddetto Efebo di Adrano, una statuetta in bronzo che raffigura un atleta nudo. Secondo alcuni sarebbe una imitazione di un’opera di Pitagora di Reghion, considerato il miglior bronzista del periodo classico.

Il settore D del Museo Paolo Orsi – Siracusa in età ellenistico romana

Nel 2006 è stata inaugurata una nuova sezione del Museo Paolo Orsi per documentare l’importante ruolo politico-culturale avuto da Siracusa a partire dal IV secolo a.C. sotto il governo del tiranno Ierone II. In quest’area si trovano alcuni dei pezzi più famosi di tutto il museo. La prima è la piccola statua in marmo di Eracle a riposo, realizzata agli inizi del III secolo a.C. Segue una statua a grandezza naturale del dio Priapo e la famosa Venere Landolina. Quest’ultima, realizzata nel II secolo d.C. è in realtà la copia di una statua rodio-cretese del II secolo a.C. È chiamata così perché a ritrovarla, nel 1804, fu l’archeologo siracusano Saverio Landolina. In questa zona del museo è presente inoltre il “museo tattile” con scritte in Braille per ipovedenti e un plastico del vasto territorio di Siracusa.

Il settore F – Rotonda Adelfia

Il settore F, inaugurato nel 2014, è dedicato all’età cristiana e a quella bizantina. I manufatti esposti provengono dalle Catacombe di San Giovanni e tra questi spiccano il sarcofago di Adelfia e l‘epigrafe di Euskia. Il sarcofago, che fu ritrovato nel 1872, è stato attribuito alla nobildonna Adelfia, grazie ad una iscrizione presente sulla lastra di copertura. L’epigrafe in latino recita così:  “Qui è deposta Adelfia, famosissima donna, moglie del conte Valerio”. Sono presenti inoltre scene scolpite dell’Antico e del Nuovo Testamento e un medaglione dove sono ritratti probabilmente Adelfia e il marito. Il sarcofago è inserito all’interno di una riproduzione fotografica del luogo in cui è stato trovato: la cosiddetta Rotonda di Adelfia. È una cisterna greca all’interno delle Catacombe di San Giovanni, trasformata in lucernaio durante l’epoca cristiana. Di fronte il sarcofago si trova un’iscrizione in greco dedicata ad Euskia, molto importante perché attesta, già nel V secolo d.C, l’esistenza a Siracusa del culto di Santa Lucia.

Il settore N – Il medagliere

Al piano seminterrato del Museo Paolo Orsi si trova una ricchissima collezione numismatica che arriva fino all’epoca dei Borbone. Il nucleo più importante riguarda le monete delle colonie greche a partire dalla fine del VI a.C. Sono presenti, ad esempio, esemplari della zecca di Naxos, Katane (Catania), Zancle (Messina) e Akragas (Agrigento). Molto belle le monete realizzate dai maestri incisori Myron e Polykrates che presentano: Nike che guida una quadriga da un lato e Coppie di aquile che afferrano una lepre dall’altra. Molto interessanti sono anche le monete emesse dalla zecca di Siracusa. Tra queste abbiamo i lavori dei maestri incisori Kimon, Euanetos Eumenes e Frigillo tra cui spicca la rappresentazione di Eracle che strozza il leone. Nelle ultime vetrine di questa sezione sono esposti gioielli e monili preziosi di epoca preistorica, protostorica e greca.

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