Alcuni resti del Castello di Pietrarossa di Caltnissetta

Il Castello di Pietrarossa di Caltanissetta è uno degli edifici più antichi della città. Anche se oggi è possibile vedere solo alcuni resti dell’imponente edificio resta un’importantissima testimonianza del passato. Nel corso dei secoli, infatti, questo castello è stata la sede di molti eventi importanti per la storia della Sicilia. È anche un luogo legato a diverse leggende ed in particolare a due: una legata alla Contessa Adelasia e l’altra alla nascita del cannolo. 

Le origini del nome del Castello di Pietrarossa

Il Castello di Pietrarossa sorge in un punto molto strategico per l’antica città di Caltanissetta. Dalla sua posizione la fortezza dominava la Valle del Salso, un’importante via di comunicazione verso sud ed era in collegamento visivo con il Castello di Pietraperzia, che si trovava in una zona ricca di produzione di frumento. Nel linguaggio popolare il castello è chiamato murra di l’Anciuli. Murra deriva dalla parola araba mnra, che indica sia il colore rosso ma anche la sua imponenza. In dialetto siciliano si utilizza ancora il termine murra per indicare la sabbia o la pietra rossa. La parola Anciuli, cioè Angeli, si riferisce al nome dell’antico quartiere arabo, chiamato anche oggi “Quartiere Angeli” e che dà il nome alla vicina Chiesa di Santa Maria degli Angeli e al Cimitero degli Angeli

La storia del Castello di Pietrarossa

Le origini del Castello di Pietrarossa di Caltanissetta sono molto incerte. È probabile che il primo nucleo fu costruito dai Bizantini tra il 750 e l’800 d.C. per poi diventare una roccaforte araba. Le prima notizie certe risalgono al 1087, anni in cui il Conte Ruggero libera Caltanissetta dai Saraceni ed occupa la fortezza. Durante il periodo aragonese, il Castello di Pietrarossa raggiunse il suo massimo prestigio. Fu scelto infatti come sede per tre diversi Parlamenti generali siciliani. Nel 1295, i Baroni siciliani si riunirono per proclamare Federico d’Aragona nuovo Re di Sicilia. Nel 1378, dopo la morte di Federico III, vengono eletti i quattro Vicari che reggeranno temporaneamente l’isola, divisa in altrettante province. Il Castello di Pietrarossa di Caltanissetta è stato al centro anche di altri importanti eventi storici siciliani. Durante la Guerra del Vespro del 1282 il castello fu saccheggiato mentre nel 1361, durante l’assalto delle famiglie nobili ribelli dei Chiaramonte e dei Ventimiglia, le mura della fortezza offrirono riparo a Federico III e alla Regina Costanza. Nella notte del 27 febbraio 1567, il castello crollò a causa di un violento terremoto. Rimasero in piedi solo un muro diroccato, una torre di guardia in pietra viva, terrapieni, bastioni ed un ponte di comunicazione. Inizia così la fase di lento declino per il Castello di Pietrarossa, che verrà utilizzato come cava per la costruzione di altri edifici in città.

Curiosità: È possibile farsi un’idea di come doveva essere il Castello di Pietrarossa in due modi. Il primo è attraverso una carta geografica dei Castelli d’Italia del 1500 conservata nei Musei Vaticani. Il secondo è attraverso un plastico dell’edificio conservato a Siviglia.

Il Castello di Pietrarossa e la Contessa Adelasia

A Caltanissetta si tramanda una storia secondo la quale tra le macerie del castello di Pietrarossa furono trovati i resti della Contessa Adelasia, nipote di Ruggero I d’Altavilla, morta a Caltanissetta nel 1150. Sembra che il corpo della donna avesse in testa una corona di rame con una medaglia dove erano incisi il suo nome e la progenie. La Contessa Luisa Moncada ordinò di trasferire il corpo nella Chiesa di San Domenico che all’epoca era il pantheon della nobile famiglia siciliana. Con la soppressione degli ordini religiosi però l’edificio, nel 1886, fu convertito in deposito militare. Quando la chiesa fu riaperta al culto nel 1924 non c’erano più tracce della sepoltura della contessa. Una leggenda racconta che il fantasma di Adelasia vaghi ancora oggi tra le macerie del Castello di Pietrarossa.

Il Castello di Pietrarossa e la nascita del cannolo siciliano

Sulle origini del cannolo siciliano esistono diverse versioni. Due di queste portano a Caltanissetta e una proprio al Castello di Pietrarossa. Pare infatti che durante la dominazione araba nel forte ci fosse l’harem dell’emiro. Il nome Caltanissetta deriva dall’arabo Qal’at an-nisah che significa proprio Castello delle donne. Secondo la leggenda le concubine, per ingannare il tempo durante l’assenza dello sposo, si cimentavano nella preparazione di diverse ricette tra cui proprio quella dei cannoli. La forma particolare di questo dolce, ormai conosciuto in tutto il mondo, sarebbe un chiaro richiamo fallico.

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