Chiesa di Sant’Agata al Collegio

La Chiesa di Sant’Agata e il relativo collegio furono costruiti a Caltanissetta per volere della famiglia Moncada verso la fine del Cinquecento. I lavori di costruzione dei due edifici iniziarono nel 1589 e durarono fino al 1605, anche se negli anni successivi continuarono interventi di abbellimento. La Chiesa di Sant’Agata custodisce diverse opere tra cui uno splendido bassorilievo, realizzato da Ignazio Marabitti con una insolita rappresentazione dei continenti allora conosciuti. Il Collegio dei Gesuiti oggi è la sede della Biblioteca Comunale “Luciano Scarabelli” e dell’istituto superiore di studi musicali “Vincenzo Bellini”. 

La storia del Collegio e della Chiesa di Sant’Agata di Caltanissetta

La fondazione della Chiesa di Sant’Agata e del suo Collegio risale alla fine del 1500. In quegli anni Luisa Moncada e suo figlio Francesco II invitarono a Caltanissetta l’ordine dei gesuiti, per dare una spinta culturale alla città. Il primo edificio ad essere costruito fu il collegio, i cui lavori durarono dal 1589 al 1600. Nel 1602 l’architetto gesuita Natale Masuccio, si occupò del rifacimento della facciata. Il collegio dei Gesuiti oggi è la sede della Biblioteca Comunale “Luciano Scarabelli” e dell’istituto superiore di studi musicali “Vincenzo Bellini”.  La costruzione della Chiesa di Sant’Agata iniziò invece nel 1600 e terminò nel 1610. Negli anni successivi non mancarono, comunque, lavori di di abbellimento e infatti nel 1890 lo scalone di accesso fu sostituito con quello attuale. 

Curiosità: Nella costruzione dello scalone originario la decorazione dei pilastri fu adattata a quella delle finestre del palazzo del Principe di Paternò, che si trova di fianco. Nel contratto stipulato tra il Rettore del Collegio e gli intagliatori si legge infatti che nei pilastri devono essere presenti le mustazzole, cioè decorazioni romboidali, “conformi alle finestre del Palazzo di sua Eccellenza Padrone”.

Nel 1950, dato il cattivo stato di conservazione degli affreschi della chiesa, l’artista nisseno Luigi Garbato si occupò di sostituirli. Ridipinse gli affreschi della volta centrale, del transetto, del presbiterio, della navata e quelli delle cappelle laterali. I nuovi affreschi trattano soggetti eucaristici e sono accompagnati da una decorazione illusionistica in finto marmo.

L’architettura e le opere della Chiesa di Sant’Agata al Collegio

La facciata della Chiesa di Sant’Agata di Caltanissetta si presenta divisa in tre livelli e risale al Seicento tranne il portale d’ingresso. Questo è un’opera dello scultore Ignazio Marabitti che lo realizzò nel Settecento. L’utilizzo della pietra bianca ha permesso di ottenere un interessante contrasto con il resto della facciata che è, invece, in arenaria rossa. Sul portale spiccano il timpano curvilineo spezzato e i due putti che reggono uno scudo. La pianta è a croce greca con quattro bracci di uguale lunghezza e quattro cappelle laterali. La pianta a croce greca richiederebbe anche la presenza di una cupola centrale su tamburo. In effetti questa fu effettivamente costruita ma crollò a causa della sua affrettata esecuzione, lasciando il posto ad una cupola semisferica.

L’interno della chiesa e le opere

L’interno della Chiesa di Sant’Agata al Collegio è rivestita da stucchi, realizzati dai fratelli Serpotta nel 1647 e da lastre di marmo. Dietro l’altare maggiore si trova il quadro del pittore Agostino Scilla che ritrae Sant’Agata durante il martirio. Nelle pareti laterali sono esposte due tele di Vincenzo Roggeri: Santa Rosalia e le sante vergini e Santa Rosalia e le sante monache. Il capolavoro della Chiesa di Sant’Agata è però il bassorilievo di Ignazio Marabitti che si trova nella cappella dedicata a Sant’Ignazio di Loyola. Nella parte superiore possiamo ammirare la rappresentazione del santo nel momento di estasi e circondato da raggi dorati. Nella parte inferiore sono presenti le allegorie dei continenti conosciuti nel Seicento (tutti tranne l’Oceania). Una donna con il cammello rappresenta l’Asia mentre un’altra donna, questa volta con la testa di leone, simboleggia l’Africa. Per l’Europa Marabitti ha scelto una donna seduta con la tiara papale e infine per l’America una donna con la faretra.

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