Caltanissetta

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Addentrandosi nell’interno della Sicilia, si possono incontrare borghi e città davvero interessanti, come Caltanissetta. Il nome forse deriva da Nissa, un antico centro abitato dai Sicani, unito al termine arabo Qalʿat che significa castello. Secondo un’altra versione il nome deriva invece da Qalʿat an-nisā, cioè “castello delle donne”. Pare infatti che, durante la dominazione araba, nel Castello di Pietrarossa ci fosse l’harem dell’Emiro. E proprio le sue mogli, secondo la leggenda, avrebbero inventato il dolce siciliano più famoso al mondo: il cannolo. Girando per le vie della città, vi imbatterete nelle opere dello scultore Michele Tripisciano, vissuto a Caltanissetta tra l’Ottocento e il Novecento. Sua è la Fontana del Tritone che si trova nella piazza principale, la statua di Umberto I di fronte la Chiesa di Sant’Agata al Collegio e il Crocifisso in bronzo nella Chiesa di Santa Lucia. Le altre creazioni dell’artista le potete ammirare nel Museo Tripisciano all’interno di Palazzo Moncada. Caltanissetta mostra il suo lato più affascinante e misterioso durante i riti pasquali della Settimana Santa. Questi iniziano la Domenica delle Palme con la rievocazione dell’ingresso a Gerusalemme di Gesù. Il mercoledì si prosegue con la processione della “Real maestranza” e con quella delle varicedde. Le celebrazioni raggiungono il momento più intenso e suggestivo la sera del Giovedì Santo con la sfilata, per le vie cittadine, dei Misteri della Via Crucis. Si tratta di sedici gruppi statuari a grandezza naturale, realizzati nell’Ottocento in legno, tela e cartapesta. Il Venerdì Santo, infine, viene portato in processione il Cristo nero, comunemente detto il “Signore della Città”.

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