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Storia

Il castello fu edificato fra il 1239 ed il 1250 per volere di Federico II nell’ambito di un più ampio sistema difensivo costiero voluto per la Sicilia orientale, in cui rientrava anche il castello Maniace di Siracusa e quello di Augusta.
Il progetto e la direzione dei lavori furono affidati all’architetto militare Riccardo da Lentini che lo realizzò su quello che allora era un promontorio di roccia sul mare. Il nome “Ursino”, infatti, deriverebbe da Castrum Sinus ovvero il “castello del golfo”.
La realizzazione di un bastione, detto di San Giorgio prima e della piattaforma di Santa Croce poi lo allontanarono dal mare. Il definitivo allontanamento fu causato dall’innalzamento del livello del terreno circostante in seguito alla colata lavica del 1669 che lo cinse quasi totalmente e sommerse i bastioni
Il castello Ursino è stato teatro di alcuni dei momenti più importanti della guerra del Vespro. Nel 1295 si riunì il Parlamento Siciliano, che dichiarò decaduto Giacomo II ed elesse Federico III a re di Sicilia, un anno dopo invece fu preso da Roberto d’Angiò e successivamente espugnato nuovamente dagli aragonesi.
Il terremoto del 1693 provocò una serie di danni alle strutture, compromettendo definitivamente il ruolo militare del castello. Ristrutturato, continuò ad ospitare le guarnigioni militari prima piemontesi e quindi borboniche, assumendo anche il nome di Forte Ferdinandeo.
Acquisito nel 1932 dal comune di Catania e sottoposto a restauri, il castello oggi è la sede del Museo civico di Catania, dove si trovano opere provenienti principalmente dalle collezioni di Palazzo Bischeri e dei Benedettini.

La struttura del Castello Ursino

La costruzione, è a pianta quadrata, ogni lato misura circa 50 metri. I quattro angoli sono dotati di torrioni circolari con diametro poco superiore ai 10 metri e altezza massima di 30, mentre le due torri mediane sopravvissute (in origine erano quattro) hanno un diametro di circa 7 metri. Le mura sono realizzate in opus incertum di pietrame lavico e presentano uno spessore di 2.50 metri. Originariamente il castello presentava alle basi delle scarpate che lo slanciavano dandogli un aspetto decisamente imponente. Esse sono visibili nel fossato del lato sud del castello grazie agli ultimi scavi effettuati.
Il lato settentrionale è quello principale ed è ben conservato con quattro finestre anche se originariamente non presentava aperture per renderlo meno vulnerabile agli attacchi nemici, qui l’entrata del castello era difesa da un ponte levatoio e da mura difensive i cui resti sono ancora visibili nel fossato di fronte all’entrata.
Nel lato sud si trova una porta secondaria detta “porta falsa” che, per mezzo di uno scivolo (che probabilmente era in legno e pietra), conduceva all’imbarcadero a mare ricavato oltre il bastione.
I graffiti dei carcerati
All’interno del castello è possibile ammirare i graffiti realizzati dai prigionieri per tutto il periodo in cui il castello fu utilizzato anche come carcere, come nel caso del Palazzo Chiaramonte Steri di Palermo.

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