Convento dei Cappuccini e Mummie di Savoca

Prospetto del Convento dei Cappuccini di Savoca

Il Convento dei Cappuccini di Savoca è uno dei luoghi di culto più importanti di tutto il borgo. Oggi è conosciuto in tutto il mondo perché, nei sotterranei della sua chiesa, sono custodite le cosiddette Mummie di Savoca. Si tratta delle salme perfettamente imbalsamate di 37 personaggi, vissuti a Savoca tra l’Ottocento e il Novecento. Questi erano alti prelati o appartenenti all’aristocrazia del paese.

Il Convento dei Cappuccini di Savoca

La fondazione dell’attuale convento dei Cappuccini di Savoca risale al periodo tra il 1603 ed il 1614. Il convento è composto da due piani ed è gestito da un’associazione religiosa che lo mette a disposizione di gruppi e di villeggianti. Al piano terra ci sono: la biblioteca, il refettorio, la cucina e altri servizi, più due grandiose cisterne per raccogliere le acque piovane. Al secondo piano si trovano invece le celle dei frati. All’interno del convento si possono ammirare diverse opere d’arte come una grande tela che raffigura il Cenacolo e un affresco del Seicento che rappresenta S. Francesco che riceve le sacre stimmate sul monte Verna. Altri affreschi rappresentano la Vergine che raccoglie dei cappuccini sotto il suo manto e S. Antonio che cura un devoto a cui era stata tagliata una gamba.

La chiesa del Convento di Savoca: architettura e opere d’arte

Annesso all’edificio del Convento dei Cappuccini di Savoca c’è anche una chiesa dedicata a San Francesco. L’interno, che è ad una sola navata, custodisce diverse opere d’arte. Tra queste risaltano una Madonna del Loreto del XVI secolo e la tela della Madonna e il Bambino tra gli angeli con San Francesco e Santa Chiara realizzata nel 1661. La prima è chiamata dagli abitanti di Savoca anche “Madonna dell’acqua”. In passato infatti, durante i periodi di siccità, era portata in processione per le strade del paese per invocare la pioggia. Nel secondo quadro, che si trova nell’altare maggiore, si può vedere nel paesaggio dietro la Vergine, una veduta settecentesca di Savoca arroccata sul suo Castello Pentefur.

Il velo e la leggenda dei bachi da seta

All’interno della chiesa del Convento dei Cappuccini di Savoca è visibile, sulla parete destra, un cimelio molto particolare conosciuto come il “Velo del miracolo”. Secondo la tradizione, nel XVII secolo una donna di Savoca, che aveva accumulato diversi debiti, chiese alla Madonna del Loreto di fare in modo che i suoi bachi producessero una quantità maggiore di seta. In cambio avrebbe fatto dono alla chiesa di un sopracalice. La particolare richiesta fu esaudita e la produzione di seta, da parte dei bachi, fu abbondante come non si era mai vista. La donna però si dimenticò della sua promessa e non mantenne l’impegno assunto. L’anno successivo i bachi, nel corso dell’allevamento, erano talmente grossi da far pensare ad una produzione ancora maggiore rispetto l’anno precedente. Nel momento in cui finirono di produrre la seta, però, i bachi si unirono e crearono con la loro bava un velo di forma quadrata per poi morire tutti. La donna sconvolta abbandonò per sempre Savoca.

La Cripta e le Mummie di Savoca

Nei locali sotterranei della chiesa del Convento dei Cappuccini è possibile visitare le cosiddette Mummie di Savoca. Si tratta dei corpi mummificati di 37 personaggi dell’aristocrazia di Savoca vissuti tra Ottocento e Novecento. Il sistema di mummificazione utilizzato è stato quello naturale, come per la maggior parte delle mummie presenti nelle Catacombe dei Cappuccini di Palermo. Le salme erano prima private dei loro organi interni e poi riempite con della paglia o altre fibre vegetali, per dare alla mummia uno spessore naturale. Successivamente venivano cosparse di aceto e ricoperte di sale e stese in un apposito locale della Chiesa Madre di Savoca, chiamato colatoio o putridarium. Qui un sistema di aerazione ben studiato favoriva un costante ed uniforme essiccamento che garantiva la conservazione delle salme. Nel 1985, nel corso di un atto vandalico, 15 mummie sono state imbrattate con della vernice verde. Per questo motivo è stato necessario un lavoro di restauro che si è completato nel 2012.

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