Catacombe dei Cappuccini

Catacombe dei Cappuccini di Palermo
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Le Catacombe dei Cappuccini sono uno dei luoghi più famosi ma anche più inquietanti di Palermo. Questo “museo della morte” ha attirato curiosi da tutto il mondo già dal Settecento, quando divenne una meta imprescindibile per i viaggiatori del Grand Tour. Di tutte le mummie presenti in Sicilia queste sono le più numerose e le meglio conservate.

Storia e origine delle Catacombe dei Cappuccini

Le Catacombe dei Cappuccini in una stampa d epoca

La realizzazione delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo risale al 1599, quando i frati decisero di realizzare un cimitero più adatto alle loro esigenze. Fino a quell’anno, infatti, seppellirono i loro confratelli in una fossa comune, calando i corpi dall’alto con un lenzuolo. Nel 1597 i frati decisero di creare un cimitero sotterraneo più grande, scavando un ambiente dietro l’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria della Pace. Al momento di traslare le salme si accorsero che 45 corpi erano rimasti praticamente intatti, mummificati naturalmente. I frati decisero quindi di non seppellirli ma di esporli in piedi dentro delle nicchie ricavate nel corridoio appena scavato. Col passare degli anni, l’interesse nei confronti di queste mummie divenne sempre più grande e nel 1783 i Cappuccini decisero di concedere la sepoltura anche a tutti coloro che fossero in grado di permettersi i costi delle pratica di imbalsamazione.

Il percorso delle Catacombe dei Cappuccini

L’assetto attuale delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo è il risultato di un processo di ampliamento durato fino al 1823. Per venire incontro alle sempre maggiori richieste dei ceti più ricchi di Palermo furono scavate nuove gallerie. Oggi le catacombe si presentano come quattro corridoi che formano un rettangolo intersecato da un quinto. Ad ogni corridoio corrisponde un settore diverso che ospita mummie classificate per sesso, categoria ed età.

Il quadro "Tre scheletri nel convento dei cappucini di Palermo dell'artista Laurits Andersen Ring

Il corridoio dei frati cappuccini

Il percorso di visita alle Catacombe dei Cappuccini inizia dalla parte più antica di questo cimitero sotterraneo. Dopo alcune rampe di scale, si arriva al primo corridoio dove riposano i frati cappuccini. Indossano il loro saio e hanno un cordone attorno al collo, simbolo di penitenza o una corona fatta con materiale vegetale. Sulla sinistra appena entrati si può vedere la mummia di Silvestro da Gubbio, frate laico che fu il primo ad essere deposto nel nuovo cimitero nel 1599. Percorrendo il corridoio verso sinistra, si arriva alla Cappella di S. Rosalia, dove un tempo era presente la salma della piccola Rosalia Lombardo.

Il corridoio dei prelati

Lasciandosi alle spalle la porta di ingresso e proseguendo dritto inizia il corridoio degli uomini che interseca quasi subito quello dei prelati. Questi si distinguono nettamente dai frati cappuccini per i loro ricchi abiti sacerdotali. Sempre in questa zona si trova la salma di Giovanni Paterniti, vice console americano tumulato nel 1911 che, con i suoi folti baffi, mantiene ancora un aspetto distinto. Una parte di questo corridoio, sicuramente quella più toccante, è riservata ai bambini. Sono stati vestiti con i loro cappellini e le cuffie e due di loro sono stati anche disposti su una sedia.

Il corridoio degli uomini

Riprendendo il percorso nel corridoio degli uomini si incontrano alcune tra le mummie più celebri tra quelle presenti nelle Catacombe dei Cappuccini. Tra questi c’ è quella di Antonino Prestigiacomo, morto nel 1844 e sottoposto molto probabilmente ad un trattamento prima di essere esposto. La salma infatti presenta un colorito rossastro e i resti di quelli che probabilmente erano occhi di vetro. Poco più avanti sulla destra, si trova invece la mummia che è soprannominata, per la sua stazza, “il gigante”.

Il corridoio delle donne

Poco prima di arrivare in fondo al corridoio degli uomini, sulla sinistra parte quello delle donne. I vestiti che indossano danno preziose informazioni sullo stile di vita e la moda seguita quando queste donne erano in vita. Le salme infatti indossano eleganti abiti alla francese in seta e dai colori vivaci. Una porzione di questo corridoio ospita le donne nubili. Queste sono solitamente supine e si riconoscono perché indossano corone metalliche o rami di palma. Sempre in questo corridoio riposa, all’interno di una cassa, Angela Lojacono. La ragazza morta nel 1876 ha con sé una foto di quando era in vita. Nella cappella del Crocifisso ci sono invece le donne morte prima del matrimonio ed indossano un abito bianco.

Il corridoio dei professori

L’ultimo corridoio che si incontra è quello dei “professori”. Con questo termine ci si riferiva a chiunque avesse competenze specifiche in determinate discipline o attività pratiche. Qui si trovano le mummie di medici, avvocati, pittori, ufficiali e soldati. Tra quelle più famose ci sono quelle degli scultori Filippo Pennino, allievo di Ignazio Marabitti e quella del chirurgo Salvatore Manzella che indossa una tunica bianca. Le ultime due mummie presenti in questo settore sono quelle dei cosiddetti “pittori”. Nel 1980 il fotografo cubano Jesse Fernández ne rimase colpito e si fece scattare una foto con i due corpi sullo sfondo.

Le tecniche di imbalsamazione delle mummie di Palermo

All’interno delle Catacombe dei Cappuccini sono presenti almeno 1284 mummie esposte a cui si aggiungono quelle presenti in 665 casse o urne per un totale di 1949 soggetti. Molte di queste salme sono il risultato di un processo di essiccazione naturale. Esistono però anche alcune mummie ottenute attraverso tecniche artificiali che si sono diffuse a partire dall’Ottocento.

La mummificazione naturale

La mummificazione naturale è un processo che si basa sulla disidratazione del corpo in modo da bloccare la proliferazione dei batteri e quindi la sua putrefazione. Questa tecnica si diffuse a partire dal XII secolo tra i sovrani francesi e inglesi per poi diffondersi in tutta Europa. Questa tecnica inizialmente fu utilizzata per preservare i corpi dei frati e poi proseguita anche nel corso dell’Ottocento. I corpi venivano riposti in posizione orizzontale in ambienti sotterranei, chiamati colatoi e lasciati lì per circa un anno. Successivamente venivano trasferiti all’aria aperta e puliti con l’aceto. Infine venivano vestiti con il loro abito migliore e posti nella nicchia che era stata loro riservata.

La mummificazione artificiale

La mummificazione artificiale ha invece origine alla fine del XVII secolo quando iniziano a diffondersi sistemi per preservare parti anatomiche a scopo di studio. La metodologia iniziò ad essere applicata anche al trattamento dei cadaveri che venivano immersi in liquidi conservativi con proprietà disinfettanti e disseccanti. Successivamente si procedeva ad una iniezione intravascolare di soluzioni imbalsamatorie. Nel 1835 il medico palermitano Giuseppe Tranchina rende noto il metodo da lui sviluppato e che diventerà quello più diffuso. Questo si basava su una semplice iniezione nell’arteria carotide di una soluzione acquosa o alcolica di deutossido di arsenico e deutosolfuro di mercurio. Un altro personaggio decisivo nella storia della conservazione dei corpi a Palermo è stato Alfredo Salafia. Questi era un tassidermista e imbalsamatore attivo nel primo quarto del Novecento e che aveva messo a punto un suo metodo personale rimasto sconosciuto fino al 2007. In quell’anno l’esperto Dario Piombino Mascali, scoprì che la tecnica prevedeva il passaggio da soluzioni contenenti derivati mercuriali e arsenicali, ad altre meno tossiche.

La mummia di Rosalia Lombardo, la bella addormentata di Palermo

La mummia della piccola Rosalia Lombardo a sinistra e quella dell'imbalsamotore Alfredo Salafia a destra

La mummia sicuramente più famosa, tra quelle presenti nelle Catacombe dei Cappuccini, è quella di Rosalia Lombardo. Si tratta di una bambina nata nel 1918 e morta soltanto due anni dopo a causa di una polmonite. La piccola Rosalia è stata una delle ultime ad essere ammesse alla sepoltura nel cimitero dei Frati Cappuccini. La sua salma è una delle tre presenti nelle catacombe ad essere stata stata trattata da Alfredo Salafia. Le altre due sono quelle del fratello Ernesto e quella del vice console americano Giovanni Paterniti. I risultati del metodo sperimentato da Salafia sono ancora visibili a tutti: lunghe ciglia, un viso paffuto e colorito con una folta chioma di ciocche dorate raccolta da un fiocco giallo. Per questo motivo è chiamata anche “la mummia più bella del mondo” o “la bella addormentata di Palermo”.

Visitare le Catacombe dei Cappuccini: orari, prezzi e come arrivare

Le Catacombe dei Cappuccini si trovano nel quartiere della Cuba e fanno parte della Chiesa della Madonna della Pace. Sono relativamente vicine al centro e possono essere raggiunte a piedi. Da Palazzo dei Normanni il tempo di percorrenza a piedi è di circa 20 minuti. Le Catacombe dei Cappuccini sono aperte tutti i giorni dalle 9:00 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 17:30. Il costo del biglietto è di € 3,00 ma è gratuito per i bambini fino a 12 anni. Allo scopo di preservare lo stato di conservazione delle mummie è fatto divieto ai visitatori di scattare fotografie, effettuare riprese e toccare i reperti.

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