Tempio di Zeus Olimpio

Resti di alcuni capitelli del Tempio di Zeus Olimpio o Tempio di Giove nella Valle dei Templi di Agrigento
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Il Tempio di Zeus Olimpio fu costruito, come forma di ringraziamento al padre di tutti gli Dei, dopo la vittoria ottenuta dalla città di Akragas nella Battaglia di Imera. Aveva dimensioni fuori dal comune e, infatti, gli storici dell’epoca lo descrivono come il più grande tempio dorico dell’Occidente. La costruzione di un simile monumento ha spinto gli architetti greci a trovare soluzioni architettoniche creative per conferire stabilità alla struttura. Quella sicuramente più interessante è quella dell’utilizzo dei Telamoni, imponenti statue maschili utilizzate come pilastri di sostegno.

Storia e origine del nome del Tempio Zeus Olimpio

Dopo la vittoria nella battaglia di Imera del 480 d.C., gli Agrigentini decisero di costruire il Tempio di Zeus in segno di ringraziamento. Lo scontro vide contrapporsi l’esercito di Akragas (Agrigento) alleato con quello di Siracusa contro l’esercito cartaginese comandato da Amilcare I. Il tempio, come racconta lo storico Diodoro Siculo, non sarà mai terminato perché nel 406 a.C. arriva la rivincita dei Cartaginesi che conquisteranno la città di Agrigento. Nella mitologia greca Zeus, (Giove per i Romani) era il padre di tutti gli Dei dell’Olimpo ed, infatti, questo tempio è conosciuto anche come Olympieion. Dell’antico Tempio di Zeus oggi è possibile vedere solo alcuni resti. È crollato in seguito a diversi terremoti del passato e successivamente utilizzato come cava a partire dal Medioevo. Nel corso del Settecento le pietre del Santuario furono addirittura utilizzate per la costruzione del molo di Porto Empedocle.

Il Tempio di Giove tra innovazione e sperimentazione

La costruzione del Tempio di Zeus di Agrigento ha rappresentato un momento di sperimentazione architettonica sotto vari punti di vista. Il primo è quello delle dimensioni: misurava, infatti, 113 metri di lunghezza e 56,30 di larghezza. Secondo varie fonti storiche il Tempio di Zeus era il più grande santuario in stile dorico dell’Occidente. La realizzazione di un’opera così impegnativa ha reso necessario l’adozione di alcune soluzioni ingegneristiche innovative. Una di questa fu il fatto di ricavare alcuni elementi della costruzione da un unico blocco di materiale per agevolare la messa in opera. Anche nell’impostazione strutturale gli architetti greci sperimentarono nuove soluzioni. Il Tempio infatti, a differenza degli altri presenti nella Valle dei Templi, è pseudo-periptero, questo vuol dire che il colonnato non segue interamente il perimetro dell’edificio. Tra tutte le soluzioni adottate spicca però quella dell’aggiunta dei cosiddetti Telamoni.

I Telamoni del Tempio di Zeus

I Telamoni erano delle enormi statue che rappresentavano una figura maschile, utilizzate al posto di colonne o come pilastri di sostegno. Erano quindi il corrispondente maschile delle Cariatidi, cioè statue con la stessa funzione di sostegno ma che raffiguravano figure femminili. I Greci chiamavano i telamoni “atlanti”, perché nella loro mitologia Atlante era il gigante che sosteneva il mondo con le sue spalle. Queste enormi statue erano inserite tra le colonne del Tempio di Zeus ed erano alte circa otto metri. All’interno della cella del tempio si può vedere un calco di un telamone ricostruito nell’Ottocento dall’artista Raffaello Politi. La ricostruzione di una delle statue originali si trova invece al Museo Archeologico di Agrigento. Alcuni studi recenti hanno dimostrato che i Telamoni avevano le gambe divaricate a differenza di come appare il calco di Politi.

Architettura del Tempio di Zeus

Il Tempio di Zeus sorge su una piattaforma rettangolare con un basamento di cinque gradini (krepidoma). Era chiuso da un muraglione di recinzione e aveva all’esterno sette semi colonne sui lati corti e quattordici in quelli lunghi, tutte in stile dorico. All’interno il tempio di Giove aveva una  doppia fila di pilastri che dividevano l’area in tre navate. Secondo quanto riportato dallo storico Diodoro Siculo, il Tempio di Zeus aveva delle ricche decorazioni su entrambe le fronti. In quella a est erano presenti delle sculture che raffiguravano la Gigantomachia, un episodio tratto dalla mitologia greca in cui si narra lo scontro tra i Giganti e gli Dei dell’Olimpo. Nella fronte ovest si trovavano alcune scene di un antico poema epico greco, l’Iliou persis, in cui si raccontava la caduta della città di Troia.

L’altare del Tempio di Giove

A poca distanza dalla fronte orientale del Tempio di Giove si possono vedere i resti del suo altare monumentale. Anche questo elemento stupiva per le sue dimensioni e infatti al momento della sua costruzione era l’altare più grande di tutto il mondo greco. Nel corso dei secoli anche l’altare del Tempio di Zeus, come altri monumenti della Valle dei Templi, è stato utilizzato come cava per la costruzione di altri edifici di Agrigento. L‘unica parte sopravvissuta è la struttura di blocchi in pietra necessaria a reggere la scalinata che portava alla sommità dell’altare. Nella religione greca i sacrifici in onore alle divinità svolgevano un ruolo molto importante. Gli altari avevano forme e dimensioni diverse a seconda della divinità a cui erano dedicati. I sacrifici per gli dei dell’Olimpo solitamente si svolgevano di giorno. Gli animali utilizzati erano principalmente pecore e buoi e venivano sgozzati con il capo rivolto verso l’alto. La carne era poi arrostita e consumata dai fedeli durante i banchetti sacri

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