Lavatoio medievale di Cefalù

Antico lavatoio medievale di Cefalù

Il lavatoio di Cefalù è un antico lavatoio pubblico che risale al periodo medievale. È uno dei monumenti simboli di questo fantastico borgo e la sua storia è legata ad una leggenda antichissima. Ad alimentarlo infatti è il fiume Cefalino che pare si sia formato dalle lacrime di una ninfa delusa in amore.

Il lavatoio medievale di Cefalù

L’antico lavatoio medievale di Cefalù si incontra passeggiando per Via Vittorio Emanuele, ed è oggi inglobato in un edificio tardo rinascimentale: Palazzo Martino. Lo si raggiunge percorrendo una scalinata realizzata nella pietra locale tipica e chiamata “lumachella”. Questa porta ad uno spazio parzialmente coperto dove si trovano le vasche utilizzate in passato per lavare i panni. Qui, attraverso ventidue bocche di ghisa, sgorga l’acqua del fiume Cefalino che poi termina il suo corso in mare. Il lavatoio fu demolito nel 1514 e ricostruito in una posizione più arretrata rispetto alle mura cittadine. Successivamente, intorno al 1600, fu realizzata la copertura del fiume che prima invece scorreva a cielo aperto. 

Il lavatoio di Cefalù e il fiume Cefalino

Sul lato destro del lavatoio medievale di Cefalù è presente una lapide in latino che tradotta recita così: «Qui scorre Cefalino, più salubre di qualunque altro fiume, più puro dell’argento, più freddo della neve». Il nome Cefalino si riferisce al corso d’acqua sfruttato dal lavatoio ed è legato ad un’antica leggenda.

Curiosità: il primo a chiamare questo corso d’acqua con il nome di Cefalino è stato Giovanni Boccaccio nel “Libro dei monti e dei fiumi del mondo”.

La leggenda di Dafni e Naide

Nella mitologia siciliana, Dafni è l’eroe dei pastori e l’inventore del canto bucolico, figlio del dio Ermes e della ninfa Dafnide. Il suo luogo di nascita in alcune versioni è la valle del fiume Irminio, nel territorio di Ragusa, mentre in altre è rappresentato dai Monti Erei, nel territorio di Enna. Fu allevato dalle ninfe e dal dio Pan che gli insegnò l’arte della musica e del canto con la zampogna e, una volta cresciuto, divenne un pastore. Dafni sposò la ninfa Naide figlia della divinità Hera, moglie di Zeus. La fama del pastore di splendido ragazzo e magnifico cantore arrivò fino alla corte del Re Zeno, che decise di invitarlo ad una una festa, per esibirsi davanti ai suoi invitati. Durante l’evento, la regina Climene si innamorò del ragazzo e, per questo, lo fece ubriacare dandogli vino con succo di alloro. A quel punto Dafni, non più cosciente, tradì Naide con la regina.

La leggenda, Cefalino e la Rocca di Cefalù

Di questa leggenda esistono diverse versioni che differiscono sul modo in cui è raccontata la morte di Dafni. In alcune Hera, la madre di Naide, resasi conto del tradimento, si vendica accecando Dafni. Il pastore, disperato, fugge per la campagna, cantando tutto il suo dolore fin quando non si uccide gettandosi da una rocca. Ma a quel punto Ermes, il padre di Dafni, commosso, lo trasformò in una rupe, che corrisponderebbe alla Rocca di Cefalù. In un’altra versione invece è Naide che decide di punire con la morte il tradimento del suo amato, per poi pentirsene. Saranno così le sue lacrime a formare il fiume Cefalino che alimenta il lavatoio di Cefalù. 

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