Basilica del Santissimo Salvatore (Noto)

la facciata della Basilica del Santissimo Salvatore di Noto
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La Basilica del Santissimo Salvatore è uno splendido esempio che testimonia il passaggio a Noto tra tardo barocco e neoclassicismo. È uno dei monumenti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco all’interno del sito seriale Città tardo barocche del Val di Noto. Dalla chiesa è possibile accedere alla torre campanaria, uno dei punti di osservazione migliori per godersi il panorama su Noto.

La storia della Basilica del Santissimo Salvatore di Noto

I lavori di costruzione della Basilica del Santissimo Salvatore di Noto iniziarono nel 1767. Questa chiesa fu voluta fortemente dalla Madre badessa Suor Maria Isabella Rau della Ferla, proveniente da una delle famiglie nobili più influenti di Noto. Il progetto fu affidato all’architetto Andrea Gigante ma alla sua morte, nel 1787, l’edificio non era stato ancora completato. I lavori furono affidati al canonico D. Antonio Mazza, a cui è attribuito il progetto della facciata e quello del pronao. 

Architettura opere d’arte della Basilica del Santissimo Salvatore di Noto

Il prospetto della Basilica del Santissimo Salvatore di Noto è diviso in due ordini sovrapposti da un cornicione. Sopra il portale d’ingresso spicca un elemento molto particolare. Si tratta di una gelosia, una grata dalla forma ricurva che permetteva alle monache di clausura di guardare senza essere viste. Le decorazioni interne della chiesa sono una straordinaria testimonianza della fase di transizione culturale siciliana tra tardo barocco e neoclassicismo. Degni di nota sono sicuramente gli affreschi della volta e i dipinti che si trovano sugli altari laterali. Sul lato destro ci sono: L’adorazione dei Magi, attribuita a Giuseppe Patania e La Crocifissione attribuita a Giuseppe Velasco. Sul lato sinistro ci sono invece: La presentazione dei Santi Mauro e Placido a San Benedetto, firmata da Giuseppe Velasco e La Madonna del Rosario attribuita allo stesso pittore. Altre importanti opere d’arte sono: una scultura in legno della Madonna col Bambino e l’urna d’argento che custodisce le reliquie di S. Restituto Martire.

Il complesso del Santissimo Salvatore

La Basilica del Santissimo Salvatore costituisce, insieme all’ex convento e al seminario, un unico complesso monumentale. Si estende per quasi 11 mila metri quadrati ed è l’edificio più grande di Noto. È una perfetta fusione tra diversi stili architettonici. La basilica infatti è neoclassica, il monastero barocco mentre il seminario risale al Novecento.  

L’ex Monastero del Santissimo Salvatore di Noto

L’ex Monastero del Santissimo Salvatore di Noto è stato costruito in stile barocco agli inizi del Settecento su progetto dell’architetto Vincenzo Sinatra. Presenta due facciate che colpiscono per la forza creativa e l’alta concentrazione dello spazi. In quella sud, che dà sul Corso Vittorio Emanuele, si possono vedere tredici splendide finestre con gelosie. Il prospetto est, dove ci sono altre cinque finestre, si affaccia invece sulla Chiesa di San Francesco all’Immacolata con cui costituisce uno dei migliori angoli scenografici della città. La torre campanaria cuspidata del monastero, progettata molto probabilmente da Rosario Gagliardi, ha quattro ordini con logge e un andamento curvilineo. Il monastero è stato abitato dalle monache di clausura fino al 1934 quando un incendio distrusse l’ala nord-occidentale. Oggi nella parte bassa del Monastero del Santissimo Salvatore è allestito il Museo Archeologico Civico di Noto

Curiosità: Nel Monastero del Santissimo Salvatore di Noto sono state girate diverse scene del film Storia di una capinera diretto dal regista Franco Zeffirelli.

La domestica e il cavaliere nella cassa di zucchero

La storia del Monastero del Santissimo Salvatore è legata ad un episodio molto particolare che risale all’Ottocento e tramandato fino ad oggi. Pare che un giovane cavaliere si introducesse di nascosto nell’edificio per incontrarsi con una domestica laica. Gli appuntamenti avvenivano sempre nella zona della dispensa ma qualcuno lo raccontò alla superiora del monastero. Un giorno, quando gli informatori avvisarono la superiore che il giovane era dentro, andò in dispensa seguita dalle altre monache. Quando trovò il giovane nascosto in una cassa semivuota di zucchero gli chiese: “Chi faciti vui ca cavalieri?” (cosa ci fate qui cavaliere?). Quello rispose con voce supplichevole: “sugnu matri badissa ‘nta ‘sta cascia ri zuccuru” (madre badessa, sono in questa cassa di zucchero). Questa espressione è usata ancora oggi a Noto per dire “sono in questo mondo di guai”.

Il Seminario del Santissimo Salvatore

Il seminario del Santissimo Salvatore occupa un’area di circa seimila metri quadri ed è stato costruito tra il 1945 e il 1955. Il progetto di Corrado Carpano ha permesso di creare un edificio perfettamente in armonia sia con la Chiesa che con il Monastero del Santissimo Salvatore. Il piano terreno si sviluppa attorno ad un cortile, coperto a nord da un porticato. Qui ci sono: portineria, parlatorio, aula magna, refettorio e cucina. Al primo piano sono distribuiti gli alloggi per i seminaristi, le aule scolastiche, locali di ricreazione, verande e terrazze.

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