In questa guida su cosa vedere a Ragusa vi spieghiamo tutto quello che non potete perdervi sia nella città antica, cioè Ibla, che nella città nuova. Un itinerario tra chiese e palazzi barocchi dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco ma che comprende anche molto altro. Dimore nobiliari che mantengono ancora arredi originali dell’Ottocento, antiche botteghe, musei e fantastiche installazioni di street art.
Come organizzare la visita a Ragusa
Nel 1693 un terremoto ha distrutto la città di Ragusa e altri centri abitati della Sicilia Orientale. Nella ricostruzione di chiese e palazzi nobiliari si è scelto di seguire l’orientamento artistico dominante di quel periodo in Europa e cioè il barocco. La borghesia ragusana scelse però di non ricostruire i propri palazzi nel luogo in cui si trovano prima del terremoto ma si spostarono in un vicino pianoro. Questa scelta ha portato a una forte espansione della città in questa nuova zona. Di fatto si vennero a creare due diversi nuclei urbani. Il primo, quello di Ragusa Ibla, corrisponde alla parte più antica e dove sono state ricostruite tutte le dimore delle famiglie nobili ragusane. Il secondo è la cosiddetta “città nuova” o Ragusa Superiore che ha visto una fortissima espansione anche del corso dell’Ottocento e del Novecento. Potete scegliere di dedicare un giorno alla visita di Ibla e uno alla parte nuova.
Cosa vedere a Ragusa: la città nuova
Nella cosiddetta “città nuova” o Ragusa Superiore, convivono chiese e palazzi barocchi, con costruzioni più moderne. Sono presenti inoltre diverse testimonianze dell’architettura fascista come il Palazzo del Governo, il Palazzo delle Poste e il cosiddetto Ponte Nuovo. In questa parte di Ragusa si trovano anche tutte le installazioni di street art che sono state realizzate durante le cinque edizioni del festival internazionale chiamato Festiwall.
Cattedrale di San Giovanni Battista
Se deciderete di iniziare il vostro tour alla scoperta delle cose da vedere a Ragusa dalla città nuova allora la prima tappa può essere la Cattedrale di San Giovanni. La chiesa, dalle imponenti dimensioni, è stata costruita agli inizi del XVII per diventare il duomo della nuova città nata dopo il terremoto del 1693. La facciata è divisa in cinque campate da sei colonne corinzie e si sviluppa su due ordini. Nel secondo c’è una grande finestra posta al centro tra due meridiane. Quella di sinistra misura il tempo in ore italiche (da tramonto a tramonto), mentre invece quella di destra misura il tempo in ore francesi (da mezzanotte a mezzanotte). Una volta entrati si rimane subito colpiti dal pavimento in pietra pece con intarsi geometrici in pietra calcarea bianca. Gli stucchi che si vedono nella navata centrale e nelle campate laterali sono del 1731 e realizzati dai fratelli Gianforma, allievi di Giacomo Serpotta. È possibile visitare anche il Museo della Cattedrale di San Giovanni di Ragusa dove, all’interno di sette sale espositive, sono raccolti reliquiari salvati dal terremoto e diverse donazioni effettuate nel corso dei secoli.
Chiesa del Collegio di Maria Addolorata
Proprio di fronte la Cattedrale di San Giovanni si trova la Chiesa del Collegio di Maria Addolorata. La sua costruzione risale al 1795 per volere della nobildonna Felicia Schininà, intenzionata a regalare alla città un’istituzione educativa destinata alle giovani ragusane. L’interno ha una caratteristica pianta ovale e un bellissimo pavimento in pietra pece a motivi geometrici. Tra le varie opere d’arte conservate all’interno spiccano la Presentazione al Tempio di Gesù Bambino e una Pietà del pittore Tommaso Pollace.
Palazzo Vescovile-Schininà
Uscita dalla chiesa percorrete Corso Italia in su e al primo incrocio svoltate a destra su Via Roma. Qui troverete il secondo monumento dell’itinerario Unesco: il Palazzo Vescovile Schininà. Costruito alla fine del XVIII secolo da don Mario Schininà Cosentini, il palazzo è stato successivamente diviso in due ali dai figli. Una di queste è ancora di proprietà degli eredi della famiglia mentre nell’altra hanno sede il Seminario, il Vescovato e gli uffici della Curia Diocesana. Il palazzo non è liberamente visitabile ma se varcate il portone di ingresso potrete ammirare una splendida scalinata delimitata da eleganti balaustre in pietra. Questa porta a quello che era il giardino del palazzo dove il barone Giuseppe Schininà, grande esperto di scienze botaniche, aveva fatto piantare diverse specie vegetali molto rare.
Chiesa dell’Ecce Homo
Usciti dal Palazzo Vescovile riprendete Via Roma e svoltate a sinistra alla prima traversa. Vi ritroverete su Via Ecce Homo, percorretela tutta e arriverete all’omonima chiesa. La Chiesa dell’Ecce Homo è stata costruita nella prima metà dell’Ottocento. Presenta una maestosa facciata in stile barocco ispirata per alcuni aspetti a quella del Duomo di San Giorgio che si trova nella città vecchia. All’interno della chiesa ci sono splendide decorazioni in stucco di colore blu lungo tutte le pareti. Le vetrate artistiche che ci sono sopra il portale di ingresso e le due presenti sui due lati del transetto sono state progettate dall’artista Duilio Cambellotti. Rappresentano: Cristo coronato, la Nascita di Gesù e la Pentecoste.
Museo Italia in Africa
Proseguiamo l’itinerario alla scoperta delle cose da vedere a Ragusa e ripercorriamo tutta la strada al contrario fino a ritornare alla Cattedrale di San Giovanni. Da qui prendiamo Corso Italia questa volta percorrendolo in giù finchè non troverete sulla destra Via San Giuseppe. Qui si trova il piccolo Museo Civico L’Italia in Africa. Si tratta di una raccolta di cimeli che risalgono al periodo in cui l’Italia occupò gli stati africani di Eritrea, Somalia, Libia ed Etiopia. Il Museo non affronta dal punto di vista storico questa pagine molto triste della storia italiana. Non vengono infatti documentate tutte le violenze e i crimini che gli occupanti italiani hanno perpetrato nei confronti delle popolazioni locali. Si tratta invece di una semplice esposizione di oggetti d’epoca: uniformi, foto d’epoca, documenti e oggetti vari raccolti dal collezionista Mario Nobile.
Palazzo Bertini
A questo punto ritornate su Corso Italia e poco più avanti sulla sinistra troverete davanti a voi Palazzo Bertini. È una dimora nobiliare di fine Settecento inserita dall’Unesco tra i beni patrimonio dell’Umanità. Oggi ospita un bed & breakfast e quindi non è liberamente visitabile all’interno. Ma osservate la facciata, noterete tre mascheroni molto bizzarri conosciuti anche come “i tre potenti”. Rappresentano un nobile, un mercante e un povero e da più di trecento anni si prendono gioco di tutti i passanti che passeggiano per questa strada di Ragusa.
Palazzo Zacco
Dopo aver finito di ammirare Palazzo Bertini svoltate a destra su Via S. Vito. Qui troverete Palazzo Zacco, un’altra dimora nobiliare che fa parte del sito seriale Unesco. Anche in questo caso sono presenti decorazioni e mascheroni grotteschi. Sul prospetto principale ci sono tre balconi che presentano grandi mensole con raffigurazioni di musici che sovrastano volti grotteschi e raffigurazioni antropomorfe. Particolarmente originale è la mensola centrale del balcone laterale destro, con il musico che suona le maracas ed il sottostante mascherone che si rivolge ai passanti con una smorfia burlesca. Anche sul prospetto laterale sono presenti tre balconi, tra cui spicca quello centrale. Le cinque mensole su cui poggia raffigurano una sirena e suonatori di flauto e di tromba. All’interno di Palazzo Zacco è allestito il Museo del Tempo Contadino ed è esposta anche la “Raccolta Civica Carmelo Cappello”, composta da 15 sculture e 20 opere grafiche dell’artista ragusano.
Ponte Vecchio
Usciti da Palazzo Zacco andate a sinistra e percorrete Via San Vito fino in fondo. Quello che incontrerete è il Ponte Papa Giovanni XXIII. Una delle caratteristiche di Ragusa è quella di essere costruita su tre colline separate da profonde vallate. Una di queste, la Valla di Santa Domenica, divide in due la parte bassa di Ragusa superiore. Nel corso degli anni sono stati costruiti tre diversi ponti che collegano queste due zone della città. Il Ponte dei cappuccini o Ponte vecchio, è stato inaugurato alla fine del XIX secolo. Nel 1937 si è aggiunto il Ponte Nuovo o Ponte Pennavaria e nel 1964 il Ponte Giovanni XXIII o Ponte San Vito. Allungate un po’ la strada andando a destra e percorrete il Ponte Vecchio godendovi il panorama. Andando sempre dritto fino a Via Risorgimento e girate a sinistra fino ad incontrare l’ingresso della Cava Gonfalone.
Cava Gonfalone
Prima di spostarsi a Ibla c’è ancora un luogo molto interessante da visitare nella città nuova: la Cava Gonfalone. È uno dei punti da cui sono stati prelevati i blocchi di calcare utilizzati per la ricostruzione della città dopo il terremoto del 1693. Durante la Seconda Guerra Mondiale questo ambiente sotterraneo è stato utilizzato come rifugio antiaereo. Questa rete di cunicoli si estende per oltre 15 mila metri quadrati sotto la città. Se siete dei fan del Commissario Montalbano probabilmente avete già visto l’interno della cava negli episodi Par condicio e Come voleva la prassi. Per visitarla è necessario prenotare visitando il sito dedicato.
Cosa vedere a Ragusa: il giro di Ibla
Una volta terminata la visita alla città nuova l’itinerario su cosa vedere a Ragusa prosegue tra le viuzze di Ibla. Questo è il nucleo più antico dove nel Settecento la nobiltà ha deciso di rimanere e ricostruire le proprie sfarzose dimore.
Cosa vedere a Ragusa Ibla: la Salita Commendatore
Il modo più tipico per raggiungere Ragusa Ibla partendo da Ragusa Superiore è percorrere la Salita Commendatore. È una scalinata molto pittoresca di oltre 300 gradini che collega direttamente con il nucleo più antico della città. Lungo il percorso si incontrano quattro splendidi monumenti tutti inseriti dall’Unesco tra i patrimoni dell’Umanità.
Chiesa di Santa Maria delle Scale
Percorsi pochi gradini della Salita Commendatore si arriva subito alla Chiesa di Santa Maria delle Scale. La sua torre campanaria crea uno scorcio ormai diventato famosissimo grazie alle tante inquadrature presenti in diversi episodi del Commissario Montalbano. La chiesa è stata inizialmente costruita durante il periodo normanno e poi rivista in chiave gotica nel XIV secolo. Il terremoto ha parzialmente distrutto l’edificio che è stato ricostruito in stile barocco. All’interno si possono però ancora vedere due arcate in stile gotico catalano ed una in stile rinascimentale. Una delle opere d’arte più interessanti tra quelle presenti nella chiesa è sicuramente una pala policroma in terracotta di Caltagirone che riproduce Il Transito della Vergine ed è stata data al 1538.
Palazzo Nicastro
Proseguendo la discesa verso Iba si incontra il Palazzo Nicastro, costruito nel Settecento sfruttando un’antica dimora nobiliare preesistente. L’edificio è conosciuto anche con il nome di Palazzo della Vecchia Cancelleria perché nella seconda metà del XIX secolo, fu acquistato dal Comune di Ragusa e trasformato nella sede della Cancelleria comunale. Su entrambi i prospetti del palazzo si possono ammirare splendidi balconi con ringhiere panciute e sorretti ognuno da cinque mensole. Il portale di ingresso ha un aspetto monumentale e immette nella ex stalla del palazzo. Proprio per le sue dimensioni imponenti è molto probabile che quella che vediamo oggi è solo una parte dell’edificio originario.
Chiesa di Santa Maria dell’Itria
Continuando il percorso si arriva alla Chiesa di Santa Maria dell’Itria, famosa per la cupola del suo campanile blu decorata con piastrelle di Caltagirone. Il nome è probabilmente una storpiatura della Madonna dell’Odigitria che nel medioevo indicava l’iconografia bizantina della Madonna con bambino. La costruzione della chiesa risale al 1626 e apparteneva all’Ordine dei Cavalieri di Malta. Qua e là noterete infatti la presenza della croce ottagonale, simbolo dell’ordine. Si vede nel portone d’ingresso, nella cantoria dell’organo e nell’altare maggiore. Lungo le pareti della chiesa sono presenti cinque altari ricchi di sculture ed intagli, realizzati tra il 1741 e il 1758 dagli scultori ragusani della famiglia Cultraro. In origine il palazzo era collegato direttamente al vicino palazzo della famiglia Cosentini che qui aveva fatto costruire a proprie spese la Cappella del Crocifisso.
Palazzo Cosentini
Alla fine del percorso della Salita Commendatore si incontra Palazzo Cosentini. La prima cosa che salta l’occhio è la presenza sulla facciata di una statua di San Francesco di Paolo. Il palazzo si trova infatti in un punto in cui confluivano due importanti vie di comunicazione della città antica. La Salita Commendatore e la strada di campagna che portavano a Comiso e Chiaramonte. Per questo sul prospetto sono state inserite le statue di due protettori dei viandanti: San Francesco di Paolo e quella non più visibile di San Cristoforo o S. Rocco. L’altra particolarità del palazzo sono i suoi balconi dove si alternano volti umani con in bocca animali, suonatori di strumenti e figure femminili con simboli di abbondanza come la frutta e la cornucopia.
Cosa vedere a Ragusa Ibla: quartieri degli Archi e di Sant’Agnese
Arrivati nel cuore della vecchia città, l’itinerario alla scoperta delle cose da vedere a Ragusa prosegue con l’esplorazione degli antichi quartieri degli Archi e di Sant’Agnese.
Chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio
Proseguiamo l’itinerario alla scoperta di cosa vedere a Ragusa Ibla con la Chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio. È una delle chiese più antiche della città e la sua storia è legata ad una leggenda. Pare infatti che nel punto in cui si trova un tempo ci fosse un palazzo nobiliare abitato da due giovani sposi. Un prete si innamorò della donna e dopo i suoi continui rifiuti accusò di eresia entrambi facendoli condannare a morte. Quando però il senso di colpa divenne troppo forte, il prete acquistò il palazzo, lo fece demolire e in quel punto fece costruire una chiesa dedicata alle anime del Purgatorio. All’interno sono presenti diverse tele e splendidi altari in marmo policromo. Sul cornicione delle navate laterali si possono vedere inoltre si trovano le caratteristiche sculture di teschi con le insegne di re, papi, cardinali e vescovi, a simboleggiare la caducità della ricchezza e del potere terreno.
Chiesa di San Filippo Neri
Una volta fuori dalla chiesa facciamo una piccola deviazione per andare a visitare la Chiesa di San Filippo Neri, anche se non sempre è aperta. Prendete Via Giusti e percorretela finchè non la incontrerete alla vostra sinistra. La sua costruzione risale al periodo tra il 1621 ed il 1654 ma è stata più volte modificata negli anni successivi. Nel corso dell’Ottocento l’interno della chiesa è stato completamente modificato. Nella cappella che si trova sul lato destro è però possibile vedere il pavimento originario del Settecento in pietra calcarea bianca con intarsi geometrici in pietra pece. Qui si trovano anche un dipinto della Presentazione al Tempio della Vergine Maria del XVII secolo e un altare rivestito di vetri dipinti ad imitazione del marmo.
Palazzo Sortino-Trono
A questo punto ritornate in Piazza della Repubblica, dove si trova la Chiesa delle Anime del Purgatorio e prendete Via del Mercato, la strada che la costeggia a sinistra. Dopo qualche metro sulla destra vedrete una rampa di scale che conduce ad un grande palazzo dalla facciata gialla. È il Palazzo Sortino-Trono un’altra delle dimore nobiliari di Ragusa dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Purtroppo al momento non è visitabile e potete quindi apprezzare la sua splendida facciata solo dall’esterno.
Palazzo La Rocca
A questo punto l’itinerario alla scoperta di cosa vedere a Ragusa prosegue spostandosi verso Piazza Duomo. Continuate su Via Mercato e al primo bivio prendete la prima a destra cioè Via XI febbraio. Al bivio successivo prendete Via Sant’Agnese, che poi diventa Via Tenente di Stefano che poi diventa Via Capitano Bocchieri. Percorrendo la strada fino in fondo arriverete dritti a Piazza Duomo. Prima però c’è un’altra tappa da fare: Palazzo La Rocca. Lo riconoscerete alla vostra sinistra per i suoi balconi stravaganti. Anche in questo ci sono rappresentate varie figure: nobili in costume, suonatori di flauto e mandola, una domestica e cherubini. Se siete degli appassionati gourmand questa è una tappa obbligata per voi. Nei locali del piano terra del palazzo si trova infatti il ristorante Duomo dello chef, due stelle Michelin, Ciccio Sultano.
Cosa vedere a Ragusa Ibla: Piazza Duomo
Ed eccoci arrivati a Piazza Duomo, sicuramente l’angolo più bello e caratteristico di tutta Ragusa Ibla. Su questo spazio si affacciano l’imponente Duomo con la sua scenografica scalinata ma anche diversi palazzi nobiliari. Se questo luogo vi sembra familiare probabilmente è perché compare in tante scene degli episodi del Commissario Montalbano.
Il Duomo di San Giorgio
Il Duomo di San Giorgio è sicuramente uno dei capolavori assoluti tra le cose da vedere a Ragusa. Costruito dopo il terremoto del 1693 è sicuramente uno dei migliori esempi di architettura barocca presente in città. Sono tantissimi i dettagli da notare a cominciare dalla splendida cancellata che circonda la scalinata d’accesso. Una volta dentro è impossibile non rimanere colpiti dalle dimensioni della chiesa e dalla bellezza delle sue decorazioni. Lungo le navate sono presenti diverse tele e la statua di San Giorgio che ogni anno viene portata in processione per le strada di Ibla. Bellissime anche le vetrate artistiche realizzate negli anni Venti sulla base dei disegni di Amalia Panigati. A fianco all’ingresso della chiese si accede al Museo del Duomo dove sono esposti statue, dipinti, gioielli, arredi sacri sopravvissuti al terremoto del 1693.
Il Circolo di Conversazione
Usciti dalla chiesa dirigetevi verso la parte opposta della piazza. Alla vostra sinistra c’è il Circolo di Conversazione dove i nobili si riunivano per conversare e trascorrere il tempo lontani dalla gente comune. La facciata esterna è in stile neoclassico con dei bassorilievi dove sono rappresentate due donne alate che reggono una lampada e due sfingi alate con corpi di leone e facce di donna. All’interno ci sono sette sale che conservano ancora gli arredi originali dell’Ottocento. L’ambiente più importante è sicuramente il Salone degli Specchi così chiamato per la presenza di quattro grandi specchiere con cornici dorate. Il soffitto è interamente ricoperto da un affresco dedicato alle Allegorie delle arti e delle scienze mentre Nei quattro angoli ci sono quattro medaglioni dove sono raffigurati i busti di Dante Alighieri, Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei e Vincenzo Bellini. La visita al Circolo di Conversazione è possibile solo in occasione di eventi speciali o di visite guidate organizzate.
Palazzo Arezzo di Trifiletti
Il palazzo che si trova proprio di fronte al Circolo di Conversazione è un’altra delle cose assolutamente da vedere a Ragusa. Palazzo Arezzo di Trifiletti è una dimora nobiliare costruita nel Settecento e acquistata nel 1850 da Carmelo Arezzo. Oggi è abitato ancora dai discendenti e la vita è possibile solo su prenotazione. A condurla in prima persona sarà proprio Domenico Arezzo. Negli ambienti interni si possono ammirare un pavimento di fine Settecento realizzato con maioliche napoletane dipinte a mano, affreschi originali dell’Ottocento e arredi oltre a mobilio e oggetti di famiglia. Nel cosiddetto salotto rosso si può invece ammirare la cappella di famiglia. Dal balcone del palazzo si può godere di una splendida vista sul Duomo di Ragusa.
Palazzo Arezzo di Donnafugata
Un altro palazzo da non perdere è quello che si trova poco più avanti su Corso XXV aprile. È il Palazzo Arezzo di Donnafugata, appartenuto allo stesso barone a cui si deve anche l’aspetto attuale del Castello di Donnafugata. Potete facilmente riconoscere l’edificio perché nella facciata presenta un “gallarijas”, il balcone colorato tipico dell’isola di Malta. Gli ambienti interni sono arricchiti anche da numerose opere d’arte acquistate dal barone Corrado Arezzo de Spuches durante i suoi viaggi in Italia e all’estero. I dipinti hanno prevalentemente oggetto sacro e comprendono un quadro del Cinquecento e varie opere del XVII e XVIII secolo. Su via Pietro Novelli si accede al Teatro Donnafugata che con i suoi 100 posti a sedere è uno dei più piccoli d’Europa. In origine era era un luogo di intrattenimento privato per il barone e i suoi ospiti e si accedeva da una botola presente nel giardino.
Chiesa di San Giuseppe e Museo Obsculta
Arrivando alla fine di Corso XXV aprile si incontra la Chiesa di San Giuseppe, un’altro dei monumenti di Ragusa che fa parte della World Heritage List dell’Unesco. Il prospetto presenta una facciata convessa ed è arricchito da colonne in stile corinzio e statue di santi. L’interno è a pianta ellittica e presenta uno splendido pavimento. È realizzato con un contrasto tra il nero della pietra pece e il bianco di quella calcarea uniti a piastrelle policrome. I cinque altari sono realizzati in pietra e decorati con vetro dipinto che creano un effetto cromatico simile al marmo. In quello che era il monastero delle benedettine della chiesa è allestito il Museo Obsculta. In questo spazio espositivo viene raccontata la storia e la vita della comunità benedettina attraverso una raccolta di documenti, oggetti, opere d’arte e immagini.
Cosa vedere a Ragusa Ibla: i monumenti su Via Orfanotrofio
Finito di esplorare Piazza Duomo e i suoi dintorni è arrivato il momento di fare una passeggiata per Via Orfanotrofio e poi su Via Chiaramonte. Tra chiese, palazzi e botteghe scoprirete una parte di Ibla ricca di fascino.
Bottega Rosso Cinabro
Dalla piazza in cui si trova la Chiesa di San Giuseppe prendete la prima strada a sinistra e dopo pochi metri sulla sinistra troverete la prima tappa di questo nuovo percorso. Si tratta della Bottega Rosso Cinabro di Biagio Castilletti e Damiano Rotella. Qui i due artisti siciliani si occupano di pittura e restauro di carretti siciliani. Nel corso degli anni Rosso Cinabro ha collaborato con diversi brand come dolce e Gabbana, Smeg e Ammìa. Nel 2017 la sartoria Attolini chiede di usare la bottega come set fotografico e la stessa cosa ha fatto anche il fotografo Steve McCurry. I due artisti sono sempre disponibili ad effettuare visite guidate della bottega e spiegare la storia del carretto siciliano.
Ex Chiesa dell’Annunziata
Proseguendo nella passeggiata si incontra l’ex Chiesa dell’Annunziata. Costruita inizialmente nel Cinquecento, la chiesa è stata ricostruita nel Settecento a causa dei danni subiti dal terremoto. I lavori furono interamente finanziati dal barone Battaglia di Torrevecchia la cui famiglia aveva una cappella privata all’interno della chiesa. Ancora oggi è possibile vedere un ponte ad arco che collega la Chiesa dell’Annunziata con il vicino Palazzo Battaglia Giampiccolo. L’interno è ad una sola navata ha uno splendido altare maggiore realizzato in pietra locale e gesso. È decorato con colonne in stile barocco e statue e al centro c’è un gruppo scultoreo con l’Annunciazione della Vergine e un Angelo del del XVI secolo. La chiesa oggi è sconsacrata e al suo interno è allestito il Museo delle Confraternite, che racconta la vita della comunità religiosa di Ragusa.
Palazzo Battaglia
Poco più avanti potrete ammirare il primo dei due prospetti di Palazzo Battaglia. È una dimora nobiliare costruita nella prima metà del Settecento e inserita dall’Unesco tra i Beni Patrimonio dell’Umanità. La particolarità del palazzo è proprio quella di avere due prospetti principali realizzati in due stili diversi. Il secondo si trova su Via Chiaramonte e potete raggiungerlo facilmente passando sotto l’arco che collega il palazzo con l’ex Chiesa dell’Annunziata. Al momento non è possibile visitare l’interno del palazzo.
Chiesa di San Francesco all’Immacolata
Continuando la camminata su via Chiaramonte si incontra la Chiesa di San Francesco all’Immacolata, altro monumento dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. La chiesa è stata costruita inizialmente nel Trecento ma modificata tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo. I danni provocati dal terremoto del 1693 hanno poi reso necessari nuovi interventi di ricostruzione e consolidamento. Dell’edificio originale è rimasto il bel portale gotico e la torre e la base della torre campanaria. All’interno della chiesa si nota un largo utilizzo della pietra pece. Con questo materiale sono stati infatti realizzati il pavimento, un’acquasantiera del Cinquecento e una lapide tombale molto particolare. Vi è rappresentato un cavaliere in costume spagnolo, sdraiato su un lettino mentre indica con una mano un castello. Ai suoi piedi c’è inciso l’anno 1577.
Cosa vedere a Ragusa Ibla: il Giardino Ibleo
Per completare questa guida su cosa vedere a Ragusa resta da esplorare il Giardino Ibleo. Per raggiungerlo basta percorrere la Discesa Peschiera, la strada che costeggia la Chiesa di San Francesco. Arrivati ad un bivio prendete la prima a destra, Via Caporale Giovanni Bellina e poi la prima a sinistra cioè Via Sergente Scribano Giuseppe.
Il Giardino Ibleo
Il Giardino Ibleo è nato nel 1858 su iniziative di tre nobili ragusano e di tanti abitanti che decisero di partecipare all’iniziativa offrendo il proprio contributo. Il giardino si compone di tre diverse parti che corrispondono alle diverse fasi della sua realizzazione. La zona che va dall’ingresso alla Chiesa dei Cappuccini costituisce il nucleo originario. Dalla chiesa ci si inoltra nella seconda parte del giardino, realizzata in stile più rigorosamente formale, con aiuole di forma geometrica disposte intorno ad una vasca circolare. L’ultima parte è il cosiddetto Boschetto della “Boschetto della Rimembranza” realizzato negli anni ‘30 in onore dei Caduti della Prima Guerra Mondiale.
Auditorium di San Vincenzo Ferreri
All’interno del giardino Ibleo è possibile visitare anche tre diverse chiese. La prima che si incontra subito a sinistra era dedicata a San Vincenzo e Ferreri e oggi è diventato un Auditorium. La facciata è molto semplice anche se impreziosita da una meridiana solare presente nel suo angolo destro. Il campanile ha una una cupola con inconsueta forma a pagoda, ricoperta da marmi policromi. L’interno della chiesa è ad una sola navata e presenta un pavimento a rombi bianchi e neri. Tra il 1731 ed il 1734 Onofrio Russo, un allievo di Giacomo Serpotta, ha realizzato tutte le decorazioni in stucco presenti all’interno della chiesa. Sono una sua opera le splendide colonne tortili presenti sulle pareti laterali e le decorazioni dell’altare maggiore.
Chiesa di San Giacomo
A poca distanza dall’Auditorium San Vincenzo Ferreri c’è la Chiesa di San Giacomo. Costruita nel Trecento a tre navate, il terremoto del 1693 l’ha privata delle due laterali. L’interno è abbellito da diverse tele e opere d’arte presenti negli altari laterali. Nella parte sinistra si possono ammirare un Crocifisso del Cinquecento, un organo realizzato nel 1888 e un confessionale in stile gotico. Nell’altare centrale si trova invece un’aquila scolpita in pietra pece, forse un simbolo del periodo di dominazione Normanna della Sicilia. Splendido è anche il soffitto in legno decorato dall’artista Matteo Battaglia nel 1754 e indorato da Giovanni Cannì nel 1786. Qui ci sono rappresentati i quattro evangelisti e altri santi, e sopra il presbiterio un fuga di colonne.
Chiesa dei Cappuccini
L’ultima chiesa presente all’interno del Giardino Ibleo è la Chiesa di Sant’Agata ai Cappuccini. Esternamente si presenta con un portone molto semplice sovrastato da una finestra. L’interno, ad una sola navata, ha un bel tetto in legno a capriate. L’elemento di spicco è sicuramente il trittico presente sull’altare maggiore realizzato da Pietro Novelli. Le tre tele sono inserite all’interno di una splendida cornice in legno intarsiata e scolpita. Il vicino convento della chiesa, dopo essere stato restaurato negli anni Ottanta, ospita oggi un piccolo albergo, la Scuola d’Arte Culinaria Nosco e il Ristorante Cenobio.
Il Portale di San Giorgio
A questo punto potete tornare tornare indietro e uscire dal Giardino Ibleo. Andando a sinistra troverete un altro piccolo gioiello di Ragusa Ibla: il portale del vecchio Duomo di San Giorgio. Costruito in blocchi di tenera pietra calcarea locale, è in stile gotico-catalano. È composto da un fascio di sei colonne per lato che culminano con dei capitelli con decorazioni a forma di foglie. Nella parte superiore si vedono splendidi archi decorati con figure che rappresentano arti, mestieri e figure mostruose. Una lunetta dove è rappresentato San Giorgio che uccide il drago arricchisce ulteriormente il portale. Sopra l’arco, all’interno di rombi, sono rappresentate due aquile, simbolo degli Aragonesi. Dalla piazzetta che si trova davanti l’ingresso al Giardino Ibleo passano gli autobus che vi riporteranno a Ragusa superiore, se è lì che dormite. In alternativa potete anche rifare il percorso a piedi.
Cosa vedere a Ragusa: gli altri monumenti di Ibla
In questa guida su cosa vedere a Ragusa non abbiamo inseriti alcune chiese o perché o visibili solo esternamente o perché aperte al pubblico solo in occasioni speciali, come ad esempio il Festival delle Vie dei Tesori. Nel caso della Chiesa e del Monastero del Gesù c’è in corso un lavoro di restauro che dura da diversi anni. Una volta terminato potrebbe diventare la nuova sede del Museo Archeologico Ibleo che attualmente è chiuso alle visite. Questo monumento, insieme alla Chiesa di Santa Maria dei Miracoli fanno anche parte dell’itinerario Unesco del barocco. Nelle vicinanze della Chiesa del Gesù ci sono anche la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo e l’antica Porta Walter. Se dalla Chiesa di San Giuseppe anziché andare a sinistra su Via Orfanotrofio percorrete Corso XXV aprile incontrerete la Chiesa della Maddalena e la Chiesa di Santa Maria in Valverde. In posizione un po’ periferica c’è invece la Chiesa del Santissimo Trovato.
Cosa vedere a Ragusa: la Street Art
Se siete appassionati di street art allora tra le cosa da vedere a Ragusa non potete perdervi i tantissimi interventi realizzati nel corso degli anni. Dal 2015 al 2019 si è tenuto a Ragusa il Festiwall, un Festival internazionale di arte pubblica che ha coinvolto artisti da tutto il mondo. Nel corso di cinque edizioni sono stati realizzati circa 30 interventi fra opere murali, installazioni site specific, recupero di beni comunali in disuso. Si trovano tutti a Ragusa superiore dislocati in diverse zone della città. La mappa completa degli interventi la trovate qui.