Festa dei Pani di San Giuseppe (Salemi)

    Salemi, piccolo paesino in provincia di Trapani e inserito tra i Borghi più belli d’Italia, è tra le città siciliane che celebrano la festa di San Giuseppe. Come spesso accade in Sicilia per questa festa i devoti allestiscono degli altari dove vengono esposti pani artisticamente lavorati e vengono organizzate delle vere e proprie cene (Cene di San Giuseppe) a cui vengono invitati bambini del paese (virgineddi).
    La tradizionale preparazione di pani votivi è ricorrente anche in altre celebrazioni dedicate ad altri santi quali San Biagio, Sant’Antonio, Santa Elisabetta e la commemorazione dei defunti e ha origini antichissime che affondano le loro radici nei riti pagani precristiani di carattere propiziatorio.

    La preparazione dei pani di San Giuseppe

    Il protagonista della festa è sicuramente il pane, che viene impastato dalle donne utilizzando farina, acqua, sale e a volta anche sugna. L’impasto ottenuto, una volta reso omogeneo e malleabile, viene lavorato con cura attraverso le abili dita e l’uso di coltelli per realizzare diverse forme. Le forme richiamano antichi simboli propiziatori e pagani come il bastone fiorito, simbolo di abbondanza, l’aquila, simbolo di potenza, o il pavone, simbolo di bellezza e vanità. A questi nel tempo si sono aggiunte nuove figure che richiamano, invece la tradizione cristiana, come i pesci, la rosa (simbolo della Madonna), il giglio, richiamo alla purezza cristiana e l’agnello, chiaro riferimento pasquale e figure legate strettamente alla figura di San Giuseppe e al suo mestiere di falegname come martelli, seghe e tenaglie.
    Secondo un’antica tradizione tramandata di padre in figlio, chi fa voto a San Giuseppe, in genere per grazia ricevuta o per ottenerne l’intercessione al fine di veder esaudita una preghiera, offre il pranzo a tre o sei bambini, in base alle proprie possibilità economiche. Questi, vengono detti santi o, in gergo dialettale, “virgineddi” e sono chiamati a raffigurare la Sacra Famiglia: San Giuseppe, Maria e Gesù, a cui si aggiungono le raffigurazioni di Sant’Anna, San Gioacchino e Maria se i santi invitati sono 6.
    I preparativi sono coordinati da un comitato speciale e hanno inizio una settimana prima della festa e vedono, da sempre, il coinvolgimento d’intere famiglie per la realizzazione dei pani, degli altari e delle pietanze.

    La preparazione degli altari di San Giuseppe

    Le varie fasi della preparazione hanno tutte luogo nella casa del devoto che ha fatto voto al santo. Mentre donne e bambini sono impegnati nella realizzazione dei pani votivi gli uomini si dedicano alla realizzano delle strutture su cui verranno creati gli altari (detti anche tavole). Queste vengono fatte utilizzando legno, ferro e canne intrecciate cerando di imitare l’architettura di una chiesa vera e propria con colonne portanti, fregi e cupole. L’intera impalcatura viene poi ricoperta da rami di mirto e di alloro, elementi ornamentali ma anche antichi simboli propiziatori. Ultimata la struttura, questa viene decorata con arance e limoni mentre sull’altare centrale vengono esposti dei grandi pani lavorati il cui numero corrisponde a quello dei santi invitati al banchetto, tre o sei.

    La preparazione delle pietanze

    I giorni immediatamente precedenti la festa sono dedicati alla preparazione delle pietanze, sempre molto abbondanti ma che non comprendono la carne poiché la festa di San Giuseppe cade sempre all’interno del periodo di Quaresima, durante il quale la liturgia cristiana invita ad astenersi dal suo consumo. Secondo la tradizione, per ogni piatto devono esserci tre o sei porzioni, a seconda del numero di “virgineddi” invitati e l’intero banchetto può contare fino a 101 portate. La lunga e paziente preparazione dei piatti è l’attività più impegnativa che precede la festa: richiede ben due giorni consecutivi e ad essa si dedicano esclusivamente le donne.

    La festa

    La mattina del 19 marzo, i festeggiamenti in onore di San Giuseppe hanno inizio con la celebrazione della Santa messa in piazza Dittatura, a mezzogiorno si ha invece l’invito dei Santi: dopo la benedizione degli altari imbanditi con le prelibate pietanze, i virgineddi vengono invitati a sedere al tavolo in attesa di essere serviti. Ogni pietanza è annunciata dal grido “viva San Giuseppe” e da un rullo di tamburi.
    Gli altari principali sono allestiti presso la casa del devoto, dove pranzano i santi e presso la chiesa di San Giuseppe. Altri possono essere preparati e aperti alla visita dei tanti fedeli e curiosi, i quali vengono inviati a gustare i piatti preparati. Durante la visita agli altari, alcuni devoti, recitano le cosiddette parti di San Giuseppe: versi tramandati dalla tradizione orale che esprimono la devozione al Santo. Si tratta di antiche cantilene e preghiere, canti o litanie, recitati in dialetto siciliano, con rima baciata o alternata.
    In occasione delle festa la città di Salemi, organizza anche una serie di eventi collaterali come esposizioni, mercatini artigianali e degustazioni enogastronomiche, mentre le visite alle cene e agli altari si protraggono anche oltre la data del 19 marzo.

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