La Madonna della Lettera, patrona della città di Messina dal XVIII secolo, si festeggia il 3 giugno, portando in processione una curiosa reliquia che lega la devozione della città messinese al culto mariano: i capelli della Vergine Maria, con i quali, ella stessa, avrebbe legato una lettera inviata alla città di Messina per mezzo di una delegazione di devoti recatasi in Terra Santa per conoscerla. Su quella lettera, la Madonna scriveva e prometteva nei secoli la sua benedizione sulla città: “vos benedizione et ipsam civitatem benedicimus”. Ogni anno, si ricorda tale evento nella data in cui, secondo la tradizione, la delegazione di cristiani giunse in Terra Santa.
Le raffigurazioni della Madonna della Lettera, oggetto di devozione dei Messinesi, raffigurano la Vergine Maria con in braccio il Bambino Gesù e in una mano tiene la lettera della leggenda. Questa sacra icona viene esposta e adornata in occasione della festa. Mentre una Madonna con la mano alzata benedicente e nell’altra mano mostra la lettera, accoglie le navi e che giungono dallo Stretto di Messina.
Devozione, storia e leggenda si fondono insieme arricchendo il territorio di Messina di tradizioni e culti; le festa è molto sentita dai messinesi che accorrono numerosi a rinnovare la loro fede, devozione, e gratitudine alla Madonna.
Le origini della festa: la Sacra Lettera
All’origine della tradizionale festa della Madonna della Lettera vi è, quindi, un episodio, tramandato nei secoli, che avvenne del 42 d.C. e ha come protagonisti un gruppo di messinesi appena convertiti al cristianesimo per mezzo della predicazione di San Paolo. Si racconta che questi, infatti, giunse sulle coste della città siciliana intorno al 41 o 42 d.C., su invito degli stessi messinesi. Paolo di Tarso, già predicatore in Calabria, sbarcò, quindi, là dove oggi la costa, in ricordo di questo approdo, prende il nome di Cala S. Paolo, nei pressi di Giampilieri. La predicazione di San Paolo a Messina convertì molti messinesi, alcuni, mossi da grande entusiasmo, manifestarono il desiderio di conoscere i luoghi in cui visse Gesù e sua madre, ancora viva in quegli anni. Quindi, accompagnati dallo stesso apostolo Paolo, un gruppo di messinesi, si recò in Terra Santa dove furono accolti dalla Vergine Maria il 3 Giugno del 42 d.C. Qui, ricevettero una lettera in cui ella assicurava la sua protezione alla città. In una delle traduzioni in latino della lettera (scritta originariamente in ebraico) attribuita al greco-messinese Costantino Lascaris, si può leggere:
“Maria Vergine, figlia di Gioacchino, umilissima serva di Dio, Madre di Gesù Cristo Crocifisso, della Tribù di Giuda, della stirpe di Davide, ai Messinesi tutti, salute e benedizione di Dio Padre Onnipotente. Consta per pubblico strumento che voi ci avete mandato legati e nunzi, e che già per le prediche di Paolo Apostolo vi è nota la via della verità, e che il figlio nostro, generato da Dio, si è fatto uomo, e dopo la sua resurrezione è salito al ciel, per la qual cosa. Benediciamo Voi e la Stessa Città, della quale vogliamo essere perpetua protettrice.
L’anno di nostro figlio 42 in Gerusalemme Indizione 1 luna XXVII giorno di giovedì 3 di giugno.
Maria Vergine”.
Secondo la tradizione, la lettera fu legata dai capelli della Madonna, reliquia gelosamente custodita dalla diocesi di Messina e portata in processione all’interno di una piccola e preziosa ampolla durante i festeggiamenti in onore della Madonna della Lettera.
La delegazione di devoti messinesi, tornò in patria l’8 settembre.
Nonostante la vicenda narrata risalga al I secolo d.C., pare che la devozione alla Madonna risalga solo al XVII secolo; inizialmente la ricorrenza era fissata all’8 settembre, in ricordo del rientro dei devoti a Messina.
Dal 30 luglio 1636, con un atto ufficiale del Senato di Messina, la data dei festeggiamenti venne spostata al 3 giugno.
Soltanto nel 1716, quando giunse a Messina una traduzione della lettera, per merito di Gregorio Arena, la Madonna della Lettera venne ufficialmente eletta patrona della città e la festa assunse, da allora, un carattere più solenne; ancora oggi rappresenta una delle festività religiose più importanti della città.
Solennità del 3 Giugno
La solenne festività del 3 giugno è preceduta, durante la settimana, da una serie di iniziative che rievocano l’episodio da cui ha origine la tradizione. Ad esempio, tutti i giorni alle ore 13:00, si possono sentire le campane della città suonare a festa per ricordare ai cittadini l’ora in cui l’ambasceria di devoti messinesi rientrò in patria dopo aver incontrato la Madonna. Invece, il dipinto posto sull’altare maggiore del Duomo, raffigurante la Madonna con in braccio Gesù Bambino e in mano la lettera, viene esposto ai fedeli ricoperto dalla cosiddetta Manta d’oro. Si tratta di una raffinata lavorazione cesellata che riproduce la veste della Madonna secondo le trame dei ricchi tessuti secenteschi. Quella in oro, sostituisce quella in argento che ricopre quotidianamente il dipinto in olio su tavola raffigurante la Madonna della Lettera venerata nel Duomo.
Le solenni celebrazioni del 3 giugno culminano con la processione di una reliquia: i capelli che avrebbero legato la lettera consegnata ai messinesi.
La lettera, invece, pare sia andata perduta, custodita dalla chiesa Messinese, poi scomparsa, ritrovata e poi ancora andata perduta nei secoli. (Esistono anche dubbi sulla veridicità della lettera, ma è pur certo che essa ha segnato la tradizione della città e se ne hanno diverse tracce nella storia e negli scritti antichi).
Dunque, nel pomeriggio del 3 giugno, una processione si snoda per centro storico della città a partire dal Duomo, dove la preziosa reliquia dei capelli della Madonna è custodita. Una piccola vara processionale in argento cesellato (la cui realizzazione risale al 1626), riccamente addobbata con fiori, è portata a spalla; su di essa è posta anche una piccola statua in argento raffigurante la Madonna con una mano alzata in segno di benedizione e nell’altra la sacra lettera.
Il prezioso reliquiario, interamente ricoperto da fiori per l’occasione, è in realtà una rara fattura, costituisce, infatti, un unico esempio in Sicilia di lampada in rocca di cristallo, di forma piramidale con una base in argento.
La processione si sviluppa ordinatamente preceduta da tutte le confraternite della diocesi di Messina, ciascuna nei propri abiti tradizionali. I fedeli, seguono la vara con il reliquiario.