L’Acchianata di Santa Rosalia

    Ogni anno a Palermo, nella notte tra il 3 e il 4 settembre, si celebra la Festa di Santa Rosalia Fuori le Mura, meglio conosciuta come Acchianata di Santa Rosalia. Centinaia di fedeli, provenienti anche da molte parti della Sicilia, salgono a piedi in processione per l’antico sentiero in pietra di Monte Pellegrino, dove la Santa viveva in eremitaggio, fino a raggiungere il santuario a lei dedicato. Il percorso è lungo circa 4 Km e copre un dislivello in salita di oltre 400 metri. Una fatica questa che i devoti dedicano alla patrona di Palermo per grazie ricevute o da chiedere alla Santuzza, come affettuosamente viene chiamata dai palermitani.

    Il flagello della peste a Palermo e i prodigi di Santa Rosalia

    La devozione alla Santa si fa risalire al 1624, anno in cui a Palermo si diffondeva il morbo della peste, portato in città da un vascello carico di merci e proveniente dalla Tunisia. I morti furono più di 10 mila e solo nel 1625, grazie all’azione salvifica della Santuzza, la peste fu completamente debellata. Tuttavia, la motivazione di una tale fervente devozione e della sincera simpatia accordata alla Santa dai tanti fedeli siciliani va sicuramente ricercata nella vita singolare di questa Vergine Eremita.
    Rosalia Sinibaldi, nata a Palermo nel 1130, da una nobile famiglia normanna, era una damigella della regina Margherita, sposa del re Guglielmo I, detto il Malo. Quando il padre della giovinetta, ancora quattordicenne, volle darla in sposa al conte Baldovino, la ragazza si rifiutò e scelse di farsi suora. Visse per qualche tempo nel Monastero Basiliano del Santissimo Salvatore a Palermo, per poi decidere di ritirarsi in eremitaggio in una grotta del Monte Quisquina, sito nel comune di Santo Stefano di Quisquina (AG), dove ancora oggi si trova un eremo a lei consacrato. Dopo una decina d’anni, fece ritorno alla sua amata città natale. La tradizione narra che la regina Margherita, per assecondare il desiderio di isolamento e contemplazione espresso da Rosalia, le diede in dote il feudo della Montagna Sacra del Pellegrino, dove la ragazza si stabilì in una grotta attigua a una antica chiesetta bizantina, andata poi distrutta nel XVII secolo. Lì visse fino al 4 settembre 1170, giorno della sua morte. Una folla di persone salì dalla città e le diede solenne sepoltura nella grotta.
    Di Rosalia non se ne narrò più fino al 1624, anno del ritrovamento delle sue ossa. Girolama La Gattuta, ammalata di febbri malariche, per sciogliere un voto, salì su Monte Pellegrino insieme ad altre donne. Giunta alla grotta e bevuta l’acqua che colava da uno degli anfratti, capì di essere stata guarita. Addormentatasi all’ingresso della grotta, in sogno le venne indicato il luogo dove avrebbe trovato un tesoro, le spoglie di una Santa. Grazie alle insistenze della donna, alcuni suoi parenti e i contadini della zona cominciarono gli scavi. Il 15 luglio del 1624 nella grotta vengono trovate delle ossa umane. La notizia di questo ritrovamento si diffonde ben presto in città, dove la peste mieteva le sue vittime. Una folla di credenti salì sul monte, bevve l’acqua della grotta e si verificarono numerose guarigioni. L’acqua miracolosa venne distribuita nei lazzaretti e molti appestati furono guariti. Per insistenza popolare, Santa Rosalia venne proclamata la patrona di Palermo il 27 luglio 1624.
    Le ossa furono portate in città all’Arcivescovo Doria che, dubitando potesse trattarsi effettivamente dei resti della Vergine Eremita Rosalia, nominò varie commissioni di esperti per valutarne l’autenticità. Fu solo il 9 giugno 1625 che per la prima volta le reliquie della Santa furono condotte in solenne processione e Palermo liberata dalla peste. Un altro prodigio era riuscito a fare superare le ultime resistenze degli alti prelati. Il saponaro Vincenzo Bonelli, sul letto di morte confessa di avere avuto su Monte Pellegrino la visione della Santa che lo invitava a recarsi dall’Arcivescovo per pregarlo di portare le ossa trovate nella grotta in processione, affinché la città potesse essere liberata dall’epidemia. Il miracolo avvenne e la Santuzza entrò nel mito, nella fede e nel cuore dei palermitani.

    L’Acchianata di Santa Rosalia

    La celebrazione di Santa Rosalia Fuori le Mura ha luogo la sera tra il 3 e il 4 settembre, giorno della sua morte e della sua nascita alla vita eterna (Dies Natalis). Una folla di fedeli si raduna verso le 20.30 alle falde di Monte Pellegrino presso la Scala Vecchia. Dopo l’adorazione eucaristica, in presenza degli alti prelati della città di Palermo e delle autorità municipali, tra invocazioni, canti e preghiere rivolte alla Santuzza, prende avvio la processione. Fino ad una ventina di anni fa i fedeli salivano portando con sé centinaia di fiaccole per illuminare il sentiero. Tuttavia, a causa della cera che colava al suolo e rendeva scivoloso il percorso, questa consuetudine è stata vietata e i pellegrini procedono alla luce della luna e delle stelle.
    Poco alla volta durante la salita comincia a regnare tra i fedeli un silenzio contemplativo, interrotto solo dai rumori della natura incontaminata e dallo scalpiccio dei passi sull’acciottolato. La lunga fila di fedeli giunge al Santuario di Santa Rosalia intorno alle 23.30, quando viene celebrata la Santa Messa. Sulla scalinata che porta alla chiesetta spesso accade che alcuni fedeli salgano in ginocchio, come ultima fatica in onore della Santuzza. Alla fine della celebrazione eucaristica, i pellegrini per ritornare in città possono usufruire di un servizio di bus navetta. Soluzione questa consigliata, in quanto la discesa attraverso il sentiero di pietra può risultare eccessivamente pericolosa, data l’eccessiva ripidità di alcuni suoi tratti.
    Oltre a quest’appuntamento celebrativo collettivo, il rituale dell’Acchianata di Santa Rosalia viene praticato da piccoli gruppi di fedeli durante tutto il mese di settembre, generalmente nelle ore più fresche del giorno. Il Santuario, per consentire alle migliaia di fedeli e visitatori di onorare la Santuzza resta aperto dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 20.00. Inoltre, le Messe programmate sono più frequenti, soprattutto nella giornata di domenica, quando alla fine della celebrazione eucaristica è prevista la benedizione dei novelli sposi e dei bambini. Anche il servizio di bus navetta triplica il suo numero di corse giornaliere, per consentire a quanti non siano nelle condizioni fisiche di affrontare il percorso a piedi di raggiungere il Santuario di Santa Rosalia.

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