Processione dei Misteri (Barcellona Pozzo di Gotto)

    A Barcellona Pozzo di Gotto, i riti della Settimana Santa si sdoppiano. Il pomeriggio del Venerdì Santo, fino a tarda notte, prendono avvio ben due processioni simili. I cosiddetti Misteri, fercoli con gruppi statuari raffiguranti le scene più salienti della Passione di Gesù, sfilano su percorsi diversi, l’uno tra le strade di Barcellona, l’altro tra le vie di Pozzo di Gotto (i due paesi erano distinti fino al 1835). Così, ciascun paese, legato alla propria tradizione, ha perpetuato nei secoli il rito di portare in processione le “proprie vare”. Curiosa la situazione che vede le due processioni proseguire insieme solo per un breve tratto del percorso stabilito, l’una su un lato, l’altra dalla parte opposta della stessa strada, per poi dividersi di nuovo e far rientro ciascuna nella propria chiesa e in momenti diversi. 

    Due distinte tradizioni

    La processione dei Misteri molto probabilmente è di derivazione spagnola, come si suppone anche per altre località siciliane in cui questo rito saliente della Settima Santa è presente; risale al XVI secolo.
    A Barcellona Pozzo di Gotto la tradizione porta con sé parte tracce della storia dei due comuni divisi fino al 1835. I due paesi della provincia messinese, Barcellona e Pozzo di Gotto, infatti, costituirono unico comune a partire dal 1835 ma mantennero ciascuno le proprie tradizionali processioni. Ciò è testimoniato dal fatto che, ancora oggi, le processioni che hanno luogo il Venerdì Santo sono due, distinte, ma simili. La più antica della due è quella di Pozzo di Gotto, le sculture portate a spalla e rappresentanti scene della Via Crucis, sono in legno e di più antica fattura; invece quella di Barcellona è più recente. Quest’ultima si afferma, infatti, come emulazione dell’altra a partire dal 1871, quando, su iniziativa della chiesa di San Giovanni, alcune famiglie di Barcellona iniziarono a finanziare la realizzazione dei gruppi statuari, in cartapesta e gesso, dette varette.
    Anche a Barcellona Pozzo di Gotto, come in altri comuni siciliani, ad esempio a Trapani, i Misteri, sono legati alle antiche corporazioni di mestiere o maestranze, oggi associazioni di mestiere. Sono questi gruppi di uomini, infatti, che hanno commissionato e finanziato la realizzazione dei Misteri, e di generazione in generazione se ne tramandano la custodia e la cura. Sono le maestranze ad accompagnare e portare a spalla ciascuna la propria vara. 

    Le due processioni

    Il Venerdì Santo di Barcellona Pozzo di Gotto è caratterizzato da ben due processioni “gemelle”, come su accennato, retaggio delle tradizioni originali dei due distinti comuni unitisi nel 1835.
    Vengono portati a spalla dei gruppi statuari rappresentanti scene della Passione di Cristo, dall’Ultima Cena alla deposizione dopo la crocifissione. Le vare di Pozzo di Gotto, realizzate in legno sono 13, si distinguono: A cena, U Signuri all’ottu, U Signuri ‘A colonna, L’Accia Omu, U Signuri ca Cruci, L’incontru cu Marta, Maria e Maddalena, U Signuri a’ Cascata, U Signuri spugghiatu d’i Giudei, U Signuri a’ Cruci, ‘A Pietà, I simboli della Passione, U Signuri Mottu, A Ddulorata.
    Quelle di Barcellona, anch’esse 13, ma realizzate in gesso e cartapesta, di più recente fattura, sono: A cena, U Signuri all’ottu, Pretorio di Pilato, U Signuri a Culonna, L’Accia Omu, U Signuri a’ Cascata, Cristo incontra la Veronica, U Crucifissu, ‘A sceca, ‘A Pietà, Cristo posto al Sepolcro, U Signuri Mottu, A Ddulorata.
    Nel primo pomeriggio del Venerdì Santo, mentre le vare della processione di Pozzo di Gotto si radunano nella chiesa di S. Maria Assunta, quelle di Barcellona, si ritrovano nella chiesa di S. Giovanni Battista. Nelle rispettive chiese, vengono preparate per la processione, adornate con fiori e luci e intorno alle ore 16, hanno inizio le due processioni. Il percorso è diverso, poiché ciascuna attraversa le strade entro quelli che erano i confini dei due comuni, poi si uniscono, verso l’ora del tramonto là dove una volta il fiume Longano (oggi interrato e coperto dalla strada) segnava il confine tra Barcellona e Pozzo di Gotto. Solo per un breve tratto le due processione sfilano insieme, una curiosa situazione, ma si dispongono lungo lati opposti della strada. Successivamente si separano nuovamente facendo rientro nelle rispettive chiese. Quindi, i Misteri di Barcellona rientrano, invece, quelli di Pozzo di Gotto proseguono la processione per altre tre ore circa.
    Le bande musicali accompagnano le processioni insieme a gruppi di cantori, detti Visillanti, i quali eseguono un antico canto tratto dall’inno in lingua latina, Vexilla Regis. Si tratta del tradizionale “lamento” denominato, secondo il termine dialettale locale, “Visilla”. Il canto del lamento, quello eseguito dai Visillanti di Barcellona Pozzo di Gotto, così come quello che si può ascoltare in diversi paesi siciliani durante i riti della Settimana Santa, è reso secondo una precisa impostazione polivocale, si alternano cori a voci soliste, cantano all’unisono e in alcuni momenti si muovono su diversi gradi della scala musicale.
    Caratteristici sono i cosiddetti Giudei che precedono la “varetta” del Cristo morto, questi rappresentano dei soldati romani ma hanno un curioso copricapo adornato da piume di pavone. Simulano, perfino, il cambio della guardia correndo; di tanto in tanto, sbattono le lance a terra e sguainano le spade rumorosamente.
    Partecipano alle processioni anche le confraternite dell’Immacolata, del Santissimo Crocifisso e di San Giovanni Battista.

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