Processione della Madonna della Visitazione (Enna)

    La Madonna della Visitazione è la patrona di Enna; i festeggiamenti in suo onore, che ogni anno richiamano una grande folla di fedeli, si svolgono tra la fine di giugno e il 2 luglio, in ricordo di quando la statua della Madonna venne portata a Enna e collocata nella chiesa del Duomo. Si perpetua così da tempo una tradizione che ha inizio nel lontano 1412.
    La devozione verso la Madonna è molto sentita tra gli ennesi, lo dimostra la grande quantità di preziosi ex voto in oro che, cuciti su fasce rosse, costituiscono la veste della statua in occasione della solenne processione del 2 luglio.

    Una devozione che ha inizio nel 1412

    La Madonna della Visitazione ricorda un momento particolare della vita di Maria, narrata dai Vangeli: la visita alla cugina Elisabetta dopo l’annuncio dell’Angelo che, oltre ad annunziarle la nascita di Gesù, la informava della gravidanza di Elisabetta. Eppure, nonostante l’episodio è precedente alla nascita di Gesù, l’effigie della Madonna della Visitazione venerata ad Enna è raffigurata con il Bambino in braccio.
    La devozione per la Madonna si fa avanti ad Enna quando Eleonora, moglie di Federico d’Aragona, fa costruire il Duomo dedicato a Maria Santissima della Visitazione. Ben presto, il crescente fervore religioso degli ennesi, si manifestò con il desiderio di acquistare una statua che rappresentasse la Madonna della Visitazione e si mobilitarono per raccogliere il denaro utile. Quindi, un gruppo di ennesi si recò a Venezia per l’acquisto. Tra di essi vi era Luigi Catalano, un esperto ebanista, il quale rimase particolarmente colpito dalla pregevole fattura di una statua lignea, intagliata a mano, che raffigurava la Madonna con il Bambino Gesù. Perciò, nonostante si sarebbe preferita una Madonna senza Bambino, la statua fu comunque comprata e spedita in Sicilia, mentre il gruppo di devoti faceva rientro in città. I festeggiamenti che si ripetono ogni anno, in onore della Madonna della Visitazione, rievocano proprio gli avvenimenti legati alla collocazione della statua al Duomo.
    Secondo la tradizione, durante il viaggio della statua verso la Sicilia, la nave naufragò e si arenò vicino al porto di Messina, era invece diretta a Catania. I messinesi restituirono il simulacro che venne trasportato su un carro fin nelle vicinanze di Enna. Qui, però, nobili ed ecclesiastici ennesi che si erano offerti di portare a spalla il fercolo, per devozione alla Madonna, non riuscirono a sostenerne l’enorme peso. Giunti in aiuto i contadini che lavoravano nella campagne vicine, scalzi e con una bianca camicia indosso, questi riuscirono, invece, a sollevare il simulacro e a condurlo a spalla fino al santuario della Madonna della Visitazione dove fu collocata il 29 giugno 1412. È in ricordo di questo episodio che, per tradizione, fin dal 1413, la statua viene portata in processione, a spalla, da contadini e agricoltori scalzi che indossano una veste bianca. Essi sono chiamati “Nudi”.

    Lo svelamento del simulacro e la processione del 2 luglio

    Fulcro dei festeggiamenti in onore della patrona di Enna, è la data del 2 luglio, quando ha luogo la processione. Ma la cittadinanza è risvegliata dalla campane a festa, che segnano l’inizio delle celebrazioni, fin dalla prima mattinata del 2 giugno.
    Il 29 giugno, invece, viene ricordato il momento dell’arrivo della statua ad Enna, i gesti tradizionali che si ripetono ogni anno consistono nell’apertura della nicchia, sulla navata a destra del Duomo, all’interno della quale è custodito il simulacro ligneo. Qui, infatti, il simulacro e gelosamente tenuto nascosto quasi per il tutto l’anno, ad eccezione di particolari ricorrenze liturgiche che, oltre alle celebrazioni qui descritte, sono quelle dell’11 gennaio (in ricordo del terremoto che distrusse la Sicilia risparmiando Enna per intercessione di Maria), del periodo di pasquale e natalizio, del 12 settembre.
    Dunque, nel pomeriggio del 29 giugno, la Confraternita di Maria SS. della Visitazione e i fedeli si recano in processione al Duomo per l’apertura della nicchia. Per prima, è aperta una porticina decorata con un dipinto di Domenico Basile raffigurante la Madonna in visita a Santa Elisabetta, poi è aperta un’altra porta, detta “delle sette chiavi”, poiché tante sono le chiavi necessarie (il numero 7, non è casuale, ma ricorre nel credo cristiano e nella simbologia ebraica, ad esempio, sono 7 le virtù e 7 i peccati capitali, vi sono i “7 Dolori di Maria”, e tanti sono i doni dello Spirito Santo). Quindi, la statua, finalmente si mostra ai fedeli e viene posta sull’altare maggiore del Duomo; spogliata di tutti i preziosi addobbi festivi, come la corona, il manto e gli ori, viene rivestita con il “corredo giornaliero”.
    Il 2 luglio le campane, già di prima mattina, suonano a festa e hanno inizio le celebrazioni liturgiche che proseguono durante tutta la mattina senza interruzione. Dopo la Santa Messa delle ore 13, è preparata la vara processionale, detta “nave d’oro”. La preparazione avviene all’interno della chiesa, a porte chiuse, alla presenza di pochi devoti. Quindi, la statua viene coperta da fasce in panno rosso, note con il termine dialettale “fasciuna”, sulle quali sono fissati degli ex voto in oro, una preziosissima corona in oro viene posta sul capo. La chiesa apre le porte intorno le 17 e alle ore 19 ha inizio la tanto attesa processione. In testa al corteo un uomo della confraternita porta un grande e pesante stendardo azzurro, colore, per tradizione, legato alla Madonna. In corteo si dispongono poi i bambini con l’abito della Prima Comunione e alcune donne che seguono scalze la processione, in atto di penitenza o di ringraziamento alla Madonna. La statua della Madonna della Visitazione è preceduta dai simulacri di San Michele Arcangelo e San Giuseppe. La banda musicale e le autorità civili e militari della città, accompagnano la processione. La vara è portata a spalla da circa cento uomini scalzi, con una veste bianca, detti gli “ignudi”, essi ricordano i contadini accorsi in aiuto per trasportare la statua al Duomo nel 1413. La processione si avvia dal Duomo fino alla Chiesa di Montesalvo; al passaggio del simulacro della Madonna, i fedeli gettano da balconi e finestre petali di rosa. Arrivati innanzi alla chiesa d Montesalvo, si uniscono anche le statue di San Zaccaria e di Santa Elisabetta. Al termine della processione, quando il simulacro della Madonna della Visitazione fa rientro al Duomo, il cielo è illuminato dai fuochi d’artificio. Posta nuovamente sull’altare maggiore, la statua è spogliata degli addobbi sfarzosi simbolo della festa e rimane esposta alla venerazione dei fedeli per altre due settimane, poi viene riposta nuovamente nella nicchia della cappella.

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