Il 15 agosto di ogni anno, tra le vie della città di Messina, viene tirata, per mezzo di lunghe funi, una grande macchina processionale, unica nel suo genere. Si tratta della spettacolare Vara votiva dell’Assunta: un enorme apparato scenografico ambulante che raffigura l’Assunzione di Maria in cielo. La devozione dei messinesi alla Madonna, già patrona con l’appellativo di Madonna della Lettera, è dimostrata, in occasione della festa dell’Assunta, dal gran numero “Tiratori” che tirano la pesantissima vara scenografica, tramandandosi l’impegno da una generazione all’altra.
Per le strade di Messina, una folla di devoti e curiosi aspetta il passaggio della Vara, mentre i tiratori, con grande sforzo tirano le funi e una volta mossa l’enorme struttura, questa scivola più agevolmente sulle strade appositamente bagnate, ecco che incitati al grido di “Viva Maria” corrono, tirando le lunghissime corde. La vara dell’Assunta, al calar della sera si fa più suggestiva, le luci illuminano i numerosi personaggi in cartapesta e in cima spicca la figura di Maria Assunta sospinta in cielo sulla mano di Cristo.
La lunga tradizione del carro scenografico
L’uso di carri scenografici è una tradizione che vede le sue origini nel periodo dei fasti barocchi. Eppure, da fonti storiche si rintraccia un prototipo di carro trionfale realizzato dal Radese nel XV secolo, poi perfezionato e ingrandito da Giovannello Cortese e in un secondo tempo da Maestro Iacopo. Si presume, quindi, che esistesse già un carro trionfale utilizzato sia per scopi sacri che profani; non necessariamente, infatti, l’uso era legato alle celebrazioni mariane, ma addobbato e modificato di volta in volta celebrava anche la gloria di imperatori e sovrani. Nel 1535, ad esempio, il carro trionfale venne usato per celebrare la visita dell’Imperatore Carlo V in Sicilia, in tale occasione, le figure del Padre Eterno e della Vergine Maria, vennero sostituite con quelle dell’imperotore con in mano le insegne della vittoria per la recente conquista di Tunisi. Similmente fu celebrata la vittoria di Giovanni d’Austria nella Battaglia di Lepanto del 1571.
La festa messinese dedicata all’Assunta ha origini antichissime: il Pitrè individua alcuni riti fin dal XVII secolo. Quando il carro scenografico veniva impiegato per la celebrazione dell’Assunta, tra gli elementi scultorei che componevano l’altissima struttura scenografica comparivano dei figuranti a impersonare gli angeli e gli apostoli, essi spesso erano degli orfanelli o figli di carcerati, in cima alla vara, Dio era impersonato da un uomo maturo, mentre la Madonna da una ragazza vergine della città. Ella, nel Settecento aveva la possibilità, in occasione della festa, di concedere la grazia ad un condannato a morte. Nel corso dell’Ottocento si decise, invece, oltre che di diminuire l’altezza della vara, di sostituire i figuranti con statue in cartapesta, ciò per evitare ulteriori incidenti come quelli che erano avvenuti negli anni precedenti a causa del cedimento di alcune strutture.
Dagli scritti del Pitrè, si ricava che quando il Cristo e la Madonna erano impersonati da un uomo e una donna, questi recitavano dei versi in dialetto mettendo in scena un breve dialogo. La figurante che impersonava la Madonna Assunta, inoltre, recitava dei versi e delle preghiere benedicendo le donne casalinghe e raccoglieva doni quando si recava in visita presso le case degli esponenti dei ceti più abbienti della città. Ulteriore tradizione perduta, che risale ad antiche credenze popolari, era quella di portare via pezzi delle funi al termine della processione, perché si riteneva che queste possedevano proprietà magiche e taumaturgiche.
La processione della Vara dell’Assunta
Presso il mondo cattolico, il culto dell’Assunta si diffonde ancor prima della proclamazione ufficiale del Dogma che è avvenuta soltanto nel 1950; a Messina, infatti, la Vara dell’Assunta, percorreva le strade della città ogni 15 agosto già nel XVIII secolo e presumibilmente anche in epoche precedenti. L’antichissima tradizione, oggi consiste in una particolare processione, molto attesa e dai caratteri spettacolari.
L’immensa struttura che viene trainata dalla forza dei devoti “Tiratori”, è attualmente costituita da un enorme apparato scenografico mobile che si innalza per 13,50 metri. Esso ha una forma piramidale e rappresenta l’Assunzione di Maria in cielo, ai vari livelli si collocano una serie di personaggi e simboli, spicca, in alto, l’immagine di Maria sorretta sulla mano del Cristo. I vari piani scenografici in cui la struttura si suddivide sono così composti: alla base, in un’urna di vetro è custodito il corpo della Madonna, ne rappresenta la morte, intorno si collocano gli apostoli; al livello successivo vi sono degli angeli che ruotano insieme al Sole e alla Luna; più in alto, un globo stellato raffigurante il cielo è circondato dalla fascia dello zodiaco; seguono più su altre figure angeliche; in cima Cristo tiene sul palmo della mano destra la Madonna. All’interno del complesso apparato scenografico una serie di meccanismi ad azioni manuali permettono il movimento di alcune strutture.
L’evento tanto atteso dai messinesi è anticipato, nella sera del 14 agosto, dalla messa vespertina celebrata ai piedi della Vara votiva.
La mattina del 15, la Vara è preparata per la processione: delle lunghe funi vengono fissate per consentirne il traino. Quindi, durante la mattinata hanno luogo le celebrazioni religiose. Nel pomeriggio, lo sparo dei cannoni segna l’inizio del lungo percorso processionale: la folla acclama esclamando a gran voce “viva Maria”, mentre lo sforzo dei tiratori inizia a mettere in moto l’enorme struttura. Questi sono tutti scalzi e vestono degli abiti bianchi con alla vita un nastro azzurro, sono uomini e donne che per devozione hanno il compito, tramandato da padre in figlio, di tirare le funi della Vara. Le strade sono bagnate per consentire un miglior scivolamento della struttura. Il percorso ha inizio da Piazza Castronovo, prosegue per via Garibaldi, piazza Filippo Juvarra, si ferma innanzi il Palazzo della Prefettura e poi all’incrocio con via Boccetta, qui si assiste allo sparo dei fuori d’artificio; quindi la processione riprende, sosta innanzi al Palazzo Zanca, sede del Municipio; poi, all’incrocio di via I Settembre la Vara deve eseguire una complessa manovra nota come “la Girata” per poter ruotare su se stessa e riprendere il percorso in direzione del Duomo; sulla via del ritorno, davanti il Palazzo Arcivescovile, viene pronunciata la tradizionale preghiera alla Patrona della Città.